Art. 41-bis dell’ordinamento penitenziario
La Corte costituzionale, nell’odierna Camera di Consiglio, ha dichiarato non fondata la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 41-bis, comma 2-quater, lett. a) e lett. c), della legge 26 luglio 1975, n. 354, nella parte in cui consente all’amministrazione penitenziaria, in base a circolari ministeriali del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, di adottare, tra le misure di elevata sicurezza interna ed esterna volte a prevenire contatti del detenuto con l’organizzazione criminale di appartenenza, il divieto di ricevere dell’esterno e di spedire all’esterno libri e riviste a stampa.
Dal palazzo della Consulta, 8 febbraio 2017
E’ dell’8 febbraio u.s. la notizia della decisione della Corte costituzionale di dichiarare legittima la direttiva del DAP circa il divieto di ricevere libri, stampe e riviste per le persone rinchiuse nelle sezioni di 41-bis. Di fatto tale divieto impedisce di studiare e leggere, quindi di trovare delle forme di evasione dalle quotidiane 23 ore di cella. Ore sempre uguali, giorni che si susseguono senza sosta e senza nulla che li differenzi l’uno dall’altro.
Ora il così detto “diritto” ha blindato tutto. Per buona pace di quei “sinceri democratici” che ricorrendo a legislatori e tutori dell’ordine democratico confidano nella possibilità di “ristabilire dei criteri di garanzia che siano, forse minimi, ma non del tutto”scriteriati”. Insomma gli uomini e le donne sono pur sempre sotto l’egida della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, perbacco!“
Ebbene si sbagliano evidentemente. Ora i guardiani della costituzione, così beatamente lontani da quelle sezioni di 41-bis ideate, costruite e affinate al solo scopo di torturare per piegare la volontà delle persone rinchiuse per farne dei delatori, hanno mostrato il loro pollice verso e l’infame circolare non potrà più essere messa in discussione. Impossibili i ricorsi in quanto inutili eventuali accoglimenti da parte di magistrati di sorveglianza.
La guerra interna prosegue senza apparenti ostacoli e i prigionieri, si sa è storia, altro non sono se non ostaggi.
Non abbiamo mai confidato in quei loschi individui, che la vita altrui la conoscono solo attraverso codici, rinchiudendola in astratte categorie e che dopo aver sancito la legittimità della tortura, ritornano indolenti ai loro lauti banchetti, alla loro impunità e meschinità.
Quindi per quanto ci riguarda non è finita qui.
Rete Evasioni