Il 13 settembre 2018 avrà inizio la fase di appello del processo per la giornata di lotta del 15 ottobre 2011 a Roma.
La precedente fase processuale si è conclusa nel maggio 2016 con pesanti condanne, da 4 mesi a 9 anni di carcere per i 15 imputati, e l’ottenimento di cospicui risarcimenti in favore di banche, ministeri e dello stesso comune di Roma, in qualità di parti civili danneggiate. Tra i reati contestati agli/alle imputati/e spicca quello di devastazione e saccheggio (tra le accuse decadute era presente anche quella di tentato omicidio).
L’utilizzo di questo capo di imputazione (che, ricordiamo, tiene ancora in carcere, dopo 6 anni dalla sentenza della corte di cassazione, due compagni per i fatti di Genova 2001, mentre una compagna si trova ora in regime di semilibertà) permette allo stato di comminare elevatissime condanne, “nascondendo” la natura politica di tali misure repressive sotto il cappello della pubblica sicurezza.
A Genova nel 2001, come il 15 ottobre 2011 a Roma, eravamo in tanti e tante per le strade a esprimere la rabbia e il desiderio di non abbassare la testa.
Ancora oggi 15 persone stanno pagando le conseguenze di quella giornata di lotta.
Non lasciamole sole!
Noi continueremo a sostenere chi sta affrontando il processo per la giornata di lotta del 15 ottobre 2011 e a manifestare loro la nostra solidarietà.
Chi si ribella non è mai solo/a.
Rete Evasioni