Leggiamo dai quotidiani che martedì 24 novembre un gruppo di compagni e compagne si è dato appuntamento di fronte alle sedi delle redazioni del quotidiano La Stampa e di quella torinese de La Repubblica.
Ci sono stati lanci di uova piene di vernice verde e, a seconda della testata giornalistica su cui viene riportata la notizia, di “una rudimentale bomba” oppure “un petardo”. Il tutto condito da una sequela di roboanti commenti: “Gesto criminale”, “Assalto”, “Attacco alla libertà di informazione”, “Ferme condanne” sino a “Rimando ad epoche buie della Storia”.
A questi signori certamente è inutile ricordare che gridare alla libertà di stampa non è sinonimo di omissioni né manipolazione dei fatti né vassallaggio. Si è liberi se svincolati da padroni paganti.
Vorremmo, però, almeno ricordare loro il dono della relatività e del buon senso che sembrano aver smarrito.
Una sola testata ha, almeno, pubblicato il volantino che spiega le ragioni di quell’iniziativa.
Per quanto ci riguarda quel testo è molto chiaro.
I mass media soffiano sul fuoco degli allarmismi e della individuazione di nemici della, a tutti gli effetti inesistente, coesione sociale. Così assecondando quelle che sono le linee e strategie dei relativi gruppi politici di riferimento. Giorno dopo giorno propinano disinformazione e pressapochismo populista, principali cardini della repressione culturale.
Facciamo nostre le parole di quel volantino.
Rete Evasioni