L’Italia e la Libia hanno saldato ulteriori relazioni commerciali mentre
annegavano decine di persone nel Mediterraneo, ignorando le richieste di
soccorso in uno dei mari più militarizzati del mondo.
Non possiamo restare in silenzio.
Mentre si parla di “ritorno alla normalità” tra bar e ristoranti, è ormai
“normale” che le persone immigrate, se riescono a raggiungere le coste
italiane, vengano rinchiuse in navi-prigione, trasferite in campi di
internamento e poi deportate.
In questi giorni si è discussa la proposta di cittadinanza per Patrick Zaki
mentre lo Stato italiano continua a intrattenere floridi rapporti
commerciali e bellici con il regime di Al Sisi, a negare la cittadinanza
alle persone che vivono in questo paese e a deportare le persone nate in
Egitto che non hanno un regolare permesso di soggiorno. Non possiamo
sopportare questa ipocrisia. Dopo l’ennesima aggressione armata ai danni di
immigrati avvenuta a Foggia, dopo l’uccisione di una donna senegalese a
Bergamo, fulminata da un colpo di taser inflitto dai carabinieri. Dopo la
morte di un ragazzo tunisino a Livorno, a causa della polizia e di un
coprifuoco che minaccia ulteriormente la vita delle persone colpite
dall’apartheid istituzionale e dal ricatto dei documenti.
Venerdì 30 aprile, ore 18:00
Speaker’s corner e presenza in strada.
Appuntamento a Piazza dei Mirti (Centocelle)
Contro le stragi in mare
Contro le navi-quarantena
Per i documenti a tutti e tutte
Per la libertà