Quel passo in avanti che fa il cammino…
Nella notte di ieri, tra il 19 ed il 20 Luglio, in Val di Susa, tra i sentieri di montagna, erano in tante\i, valsusine\i e non, a volersi avvicinare alle reti che delimitano il cantiere, blindato e militarizzato, del Treno ad Alta Velocità.
Ancora una volta, centinaia di persone hanno fatto proprio il percorso di lotta della Val di Susa, degna e coraggiosa nell’opporsi al progetto TAV.
Ancora una volta, l’ingente schieramento di forze dell’ordine a protezione di quel cantiere, espressione dell’arroganza dei poteri che lo vogliono imporre, non ha suscitato rassegnazione.
Nel percorrere quei sentieri nove NO TAV sono stati prima fermati e poi tratti in arresto. Come al solito, prima di questo, le cariche, la caccia all’uomo, la violenza dei manganelli, il veleno dei lacrimogeni. Vigliaccamente, dopo il loro fermo, i pestaggi e la brutalità delle guardie.
Di questi nove, per sette è scattato il trasferimento al carcere delle Vallette di Torino, gli altri due sono stati rilasciati in quanto minorenni. Sono tutti in attesa di giudizio.
Si attendono al momento notizie di tanti altri che ancora devono tornare al campeggio di Venaus, da cui si era partiti.
Quando si è a fianco durante un cammino, uno o più compagni costretti a fermarsi, non restano soli.
Quando ci vogliono arrestare, non si può restare fermi.
Ogni muro, ogni ostacolo, può essere scavalcato, aggirato, abbattuto. Si tratta di trovare il modo. Si tratta di mettere in circolo la potenzialità delle nostre intenzioni. Certi di farcela, insieme si può.
Per oggi pomeriggio, 20 Luglio, alle 18, presidio autoconvocato a Piazzale Tiburtino (quartiere di San Lorenzo).
A dodici anni di distanza da quando la stessa violenza dello Stato ci ha portato via Carlo.
Si parte e si torna insieme.
NO TAV di ROMA