Il 27 Giugno si è svolta a Roma, presso l’università La Sapienza, un’assemblea tra compagn* provenienti da diverse parti d’Italia, per
confrontarsi su come far crescere la solidarietà nei confronti di coloro che sono stati colpiti dalla repressione a seguito della giornata del 15
Ottobre 2011.
Sin dai giorni successivi la solidarietà ha iniziato a muovere i suoi primi passi e nessuno degli arrestati e degli imputati è rimasto solo.
Da allora tanto si è fatto ma la delicata e complessa situazione richiede ancora di più. E’ necessario andare avanti con maggiore
determinazione. E’ indispensabile far crescere l’attenzione, stare vicini e sostenere gli imputati in ogni modo possibile. “Solidarietà” non deve essere un semplice slogan ma qualcosa di concreto e tangibile in grado di muoversi su diversi aspetti: dalla difesa comune in tribunale alla vicinanza nei confronti di chi è privato della propria libertà, senza dimenticare il sostegno economico e materiale che
richiede un processo del genere. Per questo sarà importante sostenere la “Cassa di solidarietà 15 Ottobre” e far si che questa sia visibile e
presente in ogni città.
La storia di quella giornata ha parlato di una costellazione di ragazzi e ragazze, compagni e compagne, che tanto nelle azioni intraprese quanto
nello scontro con le forze dell’ordine hanno preso una posizione netta.
Se la rivolta sancisce i campi di appartenenza dello scontro in atto tra sfruttati e sfruttatori, vogliamo rivolgere lo sguardo a quella
costellazione e alla rabbia dei tanti che hanno animato la resistenza di piazza san Giovanni. Riportarla nel quotidiano non può essere un
ritornello buono da ripetere in ogni occasione, ma deve divenire qualcosa di consistente ed efficace. In questo senso è necessario andare
oltre le scadenze giudiziarie e impedire che la stretta repressiva ci metta con le spalle al muro. Bisogna dotarsi di tempi e ritmi non
imposti dagli apparati repressivi e il sostegno agli imputati e il rilancio delle lotte non possono essere sganciati. In un momento in cui
la possibilità di vivere come vogliamo coincide sempre di più con la necessità del conflitto, la solidarietà deve esprimersi nelle lotte,
essere presente in ogni frammento del nostro quotidiano.
Vogliamo ricominciare a muovere questi passi insieme a coloro che nella giornata del 15 Ottobre e in tante altre battaglie sono stati fianco a
fianco, dalla stessa parte della “barricata”, con l’obiettivo di costruire e lanciare a Roma, nella seconda metà di ottobre, delle giornate di lotta. Perché la nostra solidarietà passa soprattutto attraverso ciò che siamo in grado di costruire insieme nelle lotte che scandiscono l’esistenza di ognuno di noi: dalla riappropriazione delle case alle lotte sui posti di lavoro, dal carcere ai CIE, dalla difesa dei territori a quella dei quartieri, dove la polizia uccide e rende invivibili i luoghi che abitiamo.
La solidarietà è un’arma che nessun apparato repressivo può sottrarci e per questo bisogna organizzarsi. Creare legami nuovi e rafforzare quelli
già esistenti, portare la forza e la potenzialità di queste relazioni nello scontro in atto è un passo imprescindibile verso i prossimi scenari di conflitto.
Lanciamo dunque un altro appuntamento per il 1 Settembre a Roma, al L38 Squat in Via Giuliotti 8, alle ore 14, per confrontarci, discutere e
organizzare le giornate di lotta dell’ottobre romano. Nel frattempo invitiamo i compagni di ogni città a muovere le trame della cospirazione
e della solidarietà, a far crescere l’attenzione in vista di un ottobre che riporti di nuovo l’insubordinazione nelle strade e nei luoghi dove
lo sfruttamento e l’oppressione sono presenti quotidianamente.
Niente è finito…
Complici e solidali a Roma