Set 152013
 
Domenica 8 settembre 2013, si e' tenuto un presidio in solidarieta'
ai/alle detenuti/e, dalle h. 15.00 alle h. 20.30 circa sotto le mura del carcere bolognese
della DOZZA. Erano presenti una quarantina di solidali provenienti
da Bologna, Modena, Reggio emilia, Forli' e Padova. Per circa un'ora e
mezza si sono suonati brani musicali e succeduti numerosi interventi di compagni/e
al microfono, fino a quando il generatore ci ha dato delle noie ed ha smesso di
funzionare. Poi si e' utilizzato un megafono per comunicare con i reclusi ed intonare vari cori ( " DI
CIE E GALERE NON NE VOGLIAMO PIU', COLPO SU COLPO LI BUTTEREMO GIU' ", " TUTTI 
FUORI DALLE GALERE, DENTRO NESSUNO, SOLO MACERIE ", " IL NOSTRO
AMORE PER LA LIBERTA' E' PIU' FORTE DI QUALSIASI AUTORITA' ", " PER
IL CARCERE SOLO UNA SOLUZIONE: RIVOLTA ED EVASIONE ", ecc.... ).

Al microfono si sono lette diverse lettere scritte da detenuti, una
lettera dal carcere di Rebibbia, una lettera di Davide Delogu, una di Maurizio Alfieri da Terni, dando
la spiegazione del suo improvviso trasferimento al carcere di Spoleto, abbiamo
parlato del nuovo Piano carceri del Governo. Abbiamo spiegato che il
" Coordinamento dei Detenuti ", nato alla vigilia della manifestazione
nazionale a Parma del 25 Maggio scorso, contro carcere e 41-Bis, ha indetto una mobilitazione
nazionale contro le condizioni disumane, di degrado e tutte le barbarie del sistema penitenziario
italiano, dal 10 al 30 del mese di Settembre, invitando anche i detenuti della Dozza ad aderirvi.
Abbiamo spiegato che questa mobilitazione prevede uno sciopero della fame dal 10 al 18
Settembre, e dal 18 al 30, di dare vita a diverse forme di protesta concordate fra reclusi, fra
cui lo sciopero delle spesa interna, lo sciopero dei prigionieri lavoranti , la stesura di
comunicati, ecc...La risposta del Padiglione maschile non si e' fatta attendere, con lunghe battiture,
(che abbiamo fatto anche noi sulla recinzione esterna), grida, urla, l'esposizione di uno striscione con
la scritta AMNISTIA, fuoco a pezzi di carta od altro, poi gettati nel cortile interno della
struttura. Purtroppo il Padiglione femminile e' troppo distante dal sentiero, ed e' protetto da un alto 
muro che non lascia intravedere neppure le finestre, per cui sicuramente le donne li' recluse non hanno
 sentito ne' la musica ne' gli interventi, e quindi non hanno risposto a noi solidali. Comunque e' stato
abbattuto il muro che divide noi fuori da loro dentro, il muro del silenzio e dell'indifferenza. 

LA SOLIDARIETA' E' UN' ARMA, USIAMOLA! TUTTI LIBERI, TUTTE LIBERE!.