MONDINE CONTRO LA CAVALLERIA
Il ventiquattro di maggio a Ferrera,
un grande sciopero, terribile guerra:
erano tutti in una stretta via,
accompagnati dalla polizia.
Nel vedere le crumire uscire
le scioperanti si misero davanti:
«Se avete il coraggio di andare
ci tradite noi tutti quanti».
Nel veder le crumire ostinate
le scioperanti si misero davanti
e lor si sono gettate per terra:
«Calpestateci se avete il coraggio».
Il commissario, con grande amarezza:
«Non ubbidite alla pubblica sicurezza;
non vedete che questa è viltà?
Se non vi alzate vi faccio 'restà».
Le scioperanti si sono alzate:
«Non è vero che questa è viltà;
son venuti e han fatto violenza
trascinandoci con libertà».
Il commissario, con grande ironia,
disse agli altri: «Andate pur via;
si ferma solo la Provera Maria,
che con noi la vogliamo portar».
La ragazza andava pian piano,
l'hanno condotta davanti al Sultano;
il Sultano sbeffando gli disse:
«Son contento e ancor più felice».
Le scioperanti non dicon parola,
si recarono in mezzo alla folla
e sentiron la brutta novità:
«Il vostro Riba ve l'hanno arrestà».
Quando Riba fu giunto sul treno,
con la mano ci diede l'addio:
«Non piangete, miei cari compagni,
che ben presto sarò qui con voi».
A Sannazaro che sono arrivati
l'hanno rinchiusi in una prigione
come se fossero dei malfattori,
mentre invece era gente d'onor.
Tredici giorni di malinconia
fu terminato in grande allegria:
hanno lasciato il Riba e Maria,
l'abbiam coperto di rose e di fior.
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