Lotta & Boicotta - Coca Cola
Per contribuire alle campagne di boicottaggio dei marchi criminali
delle multinazionali dietro cui si nasconde il vero volto della
globalizzazione neo-liberista, il collettivo Logomotiva ha preparato un opuscolo
che vuole proporsi come un libro bianco di denuncia dei soprusi che le
multi compiono e come una piccola guida per una scelta dei consumi
operata in maniera coscienziosa.
L’opuscolo uscirà in questi giorni
(sia in formato cartaceo che sul nostro sito web); ne proponiamo qui di
seguito un estratto che riguarda i crimini di cui la Coca Cola
Enterprises è colpevole.
CocaCola: multinazionale USA nata nel 1891. Ottavo gruppo alimentare del mondo, ha filiali in più di trenta paesi.
Fattura circa 31 miliardi di Euro e - insieme a Cola Cola Enterprises - impiega 29500 persone.
Solo negli ultimi anni la Coca Cola é finita sotto accusa
per violazioni dei diritti sindacali: nel 1999 a Manila ha licenziato i
tronco 600 persone, in Guatemala non rispetta i diritti sindacali e in
India fa uso di lavoro minorile. Di fatto le imprese transnazionali
come la Coca Cola , impediscono ,ad esempio in Colombia, il libero
esercizio sindacale : all’interno delle fabbriche gli operai vivono in
un clima di repressione, controllati a vista da videocamere e personale
armato. La CocaCola è coinvolta insieme a Plan Colombia (il cui
obiettivo è -a sua stessa detta- l'eliminazione dei movimenti
per il cambiamento sociale nel nostro paese al fine di creare un
ambiente molto più favorevole per lo sfruttamento delle nostre
risorse naturali e della nostra manodopera) in assassini, sequestri e
sparizioni eseguiti dagli squadroni della morte a danno dei lavoratori
delle società d’imbottigliamento; è sufficiente, infatti,
partecipare a una riunione sindacale per ricevere la notifica di
licenziamento e, se il lavoratore la impugna, é costretto a fare
i conti direttamente con le minacce dei capi della sicurezza, pagati
dall’impresa dove negli ultimi 15 anni sono stati assassinati oltre
3.800 tra dirigenti e iscritti della CUT, la Centrale Unitaria dei
Lavoratori della Colombia. La CocaCola è implicata in fatti
relativi a gravi discriminazioni razziali e sfruttamento dei minori
come testimoniano le foto che ritraggono alcune bambine di
11 anni che incollano e cuciono palloni ( che ricorderemo
hanno fatto il giro del mondo alla vigilia del campionato mondiale
Francia ’98, grazie agli attivisti di ‘Transfair’) Quello dei palloni
cuciti a mano è un business con margini alti quasi quanto quelli
del commercio di stupefacenti, se consideriamo che ogni
pallone viene messo in vendita in Europa almeno per più di
25,82€ (50mila lire) mentre in Pakistan ,ad esempio, viene
retribuito poche centinaia di lire. CocaCola, ancora, elimina
illegalmente la concorrenza: per sbarazzarsi di eventuali competitori –
come ,ad esempio, nel caso della ‘Cooperativa Pacual’, produttrice
della popolare bevanda messicana ‘Boing’ – la Coca Cola regala ai
rivenditori casse di prodotti, frigoriferi e assicura la formazione in
contabilitá e gestione impresariale a coloro che si impegnano a
vendere esclusivamente le bevande della compagnia di Atlanta. Come se
non bastasse CocaCola minaccia la nostra salute e devasta l’ambiente:
in Belize contribuisce alla distruzione delle foreste tropicali;
collabora per la vendita di Nestea e Nescafè con Nestlè,
la quale non rispetta il codice OMS e UNICEF per il latte in polvere.
Alcuni anni fa uno studio del Codacons ha dimostrato che molti prodotti
"dietetici", come le bevande Coca Cola Light, contengono aspartame.
Questa sostanza, se assunta in grandi quantità può
causare danni al cervello, particolarmente gravi nei bambini, ancor
più gravi gli effetti sui feti.
PROVARE PER CREDERE: il sindacato colombiano SINALTRAINAL insieme
a United Steel Workers of America e all'International Labor Rights
Fund, hanno intentato causa in Florida contro Coca Cola Inc.,
Panamerican Beverages (la maggiore azienda di imbottigliamento di
bibite dell'America Latina, con alle spalle 60 anni di collaborazione
con Coca Cola) e Bebidas y Alimentos (posseduta da Richard Kirby di Key
Biscayne, Florida, che gestisce lo stabilimento di Carepa).
Le tre compagnie sono accusate di complicità nell'assassinio di leader sindacali colombiani.
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