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FEDERICO.
Entra in carcere il 14 aprile. Gli viene comunicato che deve restare rinchiuso fino alla conclusione delle indagini.
Gli fanno passare il lettore cd e due cd che aveva con se.Ascolta gli stessi cd 24 ore su 24 dato che in carcere,oltre due pasti al giorno e una doccia non c'e' altro da fare.Dormire non se ne parla quando ci si ritrova in una situazione del genere,i pensieri corrono veloci nella testa.
Si sente la mancanza degli amici e di tutte le cose che sono state forzatamente interrotte e dalla reclusione. E si contano i giorni e le ore e minuti e i secondi,e si sta male pensando alle persone care che soffrono fuori.L'attesa di una lettera dall'esterno a la forza per alzarsi tutte le mattine,e si fanno progetti per il futuro e si sogna per sopravvivere al 'niente' quotidiano.Mentre le lacrime corrono e si spera di uscire presto arrivano telegrammi di solidarieta'.
Si cerca di tenersi a galla nella vita di merda che si fa in galera.
Tutti i giorni sono identici agli altri e non si sa come riempirli:sveglia presto,caffe' e sigaretta,doccia,partita a carte ,tv,pranzo(non certo un banchetto luculliano),caffe' e sigaretta per digerire se si ha il coraggio di mangiare cio' che passa la mensa,riposo,ora d'aria(uno spazio di 150 mq con almeno 200 persone che girano in tondo come una mandria di pecore.) Dopo la passeggiata il niente per tutto il giorno,e di nuovo la cena,film e tormenta notturna perche' e' difficile che si riesca a dormire.
Se chi si ritrova rinchiuso aveva una vita piena,non aver niente da fare tutto il giorno porta al suicidio.E si continua a pensare il modo per uscire...e sempre a pensare,pensare e monta la rabbia per questa reclusione,per ogni reclusione..
Fede viene spostato a Genova per un interrogatorio in un furgone blindato con cella incorporata,manette senza snodo e guinzaglio di acciaio,con quattro uomini di scorta armata e sta tutto il giorno (dalle 11 alle 20.30)senza mangiare, bere e fumare.Unica consolazione alla fine della giornata di tortura e' una doccia di 45 minuti,rovente e fuori turno,quindi da solo.Un piccolo zuccherino in un mare di sale.
Ti senti come in campo di concentramento,in piu' in un carcere di transizione non si sta' mai tranquilli,la cella e' sempre chiusa.Si apre 10 minuti per la doccia e per far entrare e uscire le persone per l'ora d'aria.
Si diventa pazzi in carcere;oggi che cosa si fa?Niente.
Tra le varie sfortune il pavimento della cucina di S.Vittore stava per crollare e quindi e' reso inagibile,questo significa che la mensa non passa cibo ai detenuti,che per tre giorni restano senza mangiare fino a quando il carcere decide di far portare le cibarie da fuori.I fortunati che possono farsi portare la spesa si arrangiano ma chi non ha soldi va avanti a pane e acqua per giorni..
Piu passano i giorni piu' ti senti a pezzi,cerchi di trovare soluzioni alternative al carcere,ma ogni volta sparisce la speranza e le parole che arrivano dall'esterno sono affilate come rasoi..e "tutti i nodi vengono al pettine"nel momento in cui sei cosi sensibile...
E intanto fuori le cose vanno avanti e tu sei fermo li dentro,ti perdi i momenti piu' importanti della tua vita, soprattutto se il tuo arresto arriva subito dopo la morte di una persona che per te era importante e non puoi assistere nemmeno ai funerali (Betty).
Arrivi addirittura a sperare che ti mettano in comunita' piuttosto che dietro le sbarre e in quei 10 metri quadrati in cui vivi, anzi sopravvivi; almeno forse in comunita' si fa qualcosa, magari si lavora... non e' il nulla assoluto della galera.
Piu' il tempo passa e piu' ti accorgi poi che anche nella corrispondenza succede qualcosa di strano...le risposte non sono legate a cio' che hai scritto nell'ultima lettera:ma non ti e' arrivata la lettera prima di questa?
Dalle repliche che arrivano sembra di no. Continuano le lettere anonime che sollevano dei dubbi atavici.
Ogni giorno c'e' un problema nuovo, le soluzioni al carcere sempre piu' irraggiungibili, ogni settimana mille promesse e altrettanti delusioni, e dentro al carcere e' sempre piu' dura, molto piu' di quanto si possa pensare fuori. Come le lettere anche le foto che ti hanno spedito le hanno strappate tutte dal muro. Ti viene voglia di uccidere il responsabile e rischi l'isolamento, ti ferma un compagno di cella ma che male sopportare tutto questo.
Comincia il conto alla rovescia sulla promessa di scarcerazione fatta dal tuo avvocato, chissa' se sara' una previsione giusta.Speriamo sia quella la data.
Finalmente un incontro, dopo le peripezie per ottenere il permesso Fede riesce a vedere la sua donna. E' stato un giorno stupendo dalle centinaia di sensazioni ed emozioni indescrivibili provate in un'ora. Il cuore che esce dal petto, le gambe che tremano e le lacrime trattenute a stento. E poi la drammatica campanella. E il silenzio per tutto il giorno. E le lacrime amare come il veleno. Non e' giusto, quando finisce tutto questo? Quando potro' tornare al mio mondo? Rischio di impazzire.Mi chiedo il perche', il perche' di tutto.
"Ma qui e' impossibile, vigono regole assurde, non posso scendere in mutande la mattina, ne tanto meno la sera, anzi non posso scendere da nessuna parte comunque io sia vestito. Qui dentro il tempo si e' fermato, non c'e' differenza tra un giorno e l'altro se non negli incontri con l'avvocato, i genitori e le lettere degli amici."
"E' quasi incredibile come 5 persone possano vivere in 10 metri quadri 24 ore su 24 sempre insieme;tutto e' regolato da meccanismi pseudo-inconsci che si rompono e si ricreano ogni giorno che la gente va e viene."
"Col passare del tempo anche per il piu' forte la depressione inizia a mangiare da dentro, il carcere ti consuma dall'interno senza che te ne accorga.
Le guardie si divertono con privazioni e violenza tutti i giorni,ma non sanno cosa vuol dire essere felici e liberi,la risposta alle loro botte e' una risata;
anche perche' prima o poi i carcerati escono,ma le guardie non escono mai:mezza giornata di carcere al giorno,mezza vita in galera."
MARTA.
Genova Ponte X, 29/04/2004
So che vi state mobilitando; per tre giorni qui sotto ci sono stati presidi; io non li ho sentiti perche' la mia cella da' sul cortile interno, ma le altre detenute mi hanno riferito che sentivano la musica, loro rispondono da parte mia urlando e facendo segnali dalla finestra. Pensa che mi hanno soprannominata ''Marta libera''
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Io sto bene e se si affaccia lo sconforto penso a tutto quello che ho letto sul carcere, la tortura, le persecuzioni; guardo le altre detenute che sono rinchiuse qua da mesi o anni... cosi' evito di lamentarmi.
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fin da subito mi sono messa nell'ottica di non farmi illusioni o aspettative e mi sono organizzata. Cerco di vivere appieno questo tempo che mi stanno rubando. Mi sono fatta una tabella per scandire la giornata che altrimenti risulta veramente monotona.
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Lontano dagli occhi vicino al cuore
Chi non combatte cade!
Genova, Ponte X 02/04/2004
....la galera e' brutta, ovvio. Nonostante cio' cerco di imparare ogni giorno qualcosa e utilizzare al meglio il tempo. Studio, leggo, faccio ginnastica, socializzo con le altre detenute...Rompo le scatole, come sempre: ho fatto un sacco di ''domandine'' per ottenere un pallone per giocare all'aria, ma ancora non e' arrivato, mentre in settimana abbiamo ricevuto le palline per usare il ping-pong....piccole cose, meglio di niente.
Genova, Ponte X 07/04/2004
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non posso negare che il rifiuto dei domiciliari e' stato un brutto colpo; cercavo di non farmi aspettative, ma... ho incassato anche questo. Dopo un primo momento di sconforto ho ripreso l'impostazione che ho assunto fin dall'inizio: metodica e fredda.
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qui e' pieno di ninette veramente fantastiche e senza di loro le cose sarebbero state molto piu' difficili.
''...si tratta soltanto di quella solidarieta' che nasce tra le catene...'' (A. Camus)
molt6e vengono da vite violente e da oppressioni tipicamente femminili, chi schiavizzata ciome prostituta, chi infamata, alcune hanno ucciso o ferito uomini che le picchiavano o le violentavano. Un storia vale per tutte: donna con due figli, piu' di 30 anni, tralasciando aneddoti che mi ha raccontato, ti dico solo che su tutto il corpo, dalla schiena alle gambe, porta i segni delle torture: botte, ustioni, tagli, perpetrati negli anni dal marito a cui un bel giorno ha sparato. I figli l'hanno ringraziata, i tribunali condannata a 6 anni perche' aveva le attenuanti date da quello che aveva subito. La sua ribellione estrema l'ha portata qui...
Si impara molto qui, si impara a odiare ancora di piu' le ingiustizie di questa societa' capitalista e patriarcale. Paradossalmente le condizioni disumane a cui siamo relegate, affinano la sensibilita', le dolcezze dei piccoli gesti, dei sorrisi, degli sguardi...
Vigevano, sabato 17/04/2004
...
Stamattina mi hanno svegliata prestissimo ''prepara le tue cose, te ne vai, c'e' la scorta pronta, ti trasferiscono...''; domando '' Dove?...'' risposta ''Non lo sappiamo, forse agli arresti domiciliari...''. Mi preparo, abbraccio la mia concellina, nel frattempo la sovrintendente conferma che sarei andata a casa. Blindata, viaggio, tappa ad Alessandria, scende Orlando... era nella celletta davanti, non sapevo che fossimo sullo stesso mezzo... ci scambiamo due parole, gli comunico del quarto arresto, non sapeva niente... gli dico ''vado ai domiciliari '', continua il viaggio. Comincio ad avere una sensazione strana, dalle fessure intravedo la strada... c'e' qualcosa che non va... mi preparo al peggio, non so come, ma mi e' venuto in mente il carcere di Voghera... presentimento confermato...
Ora devo ricominciare da capo, immatricolazione, foto, impronte, perquisizioni, nuova cella, nuova concellina (per fortuna sembra tranquilla, e' filippina), nuovi orari, nuove relazioni con le detenute... non ho avuto una buona impressione, c'e' molto piu' casino rispetto a Ponte X, ma non voglio tirare conclusioni affrettate, sono qui da poche ore soltanto. E' tutto inchiodato per terra: tavolo, sgabello, letto... il bagno e' minuscolo e anche la cella e' piu' piccola di quella di Ponte X, pero' e' meno sporca...
Con i denti stretti
Con i pugni chiusi
Con il sangue agli occhi
Con Dax nel cuore
ORLANDO.
Marassi,2/04/2004
Ti confermo che sto bene,nella mia cella c'e' una bella atmosfera. La coca, la roba, che sono nel passato, nel presente e probabilmente nel futuro dei miei compagni non gli impedisce di essere persone meravigliose. Carcerati, scaricati dalla vita eppure esempi di altruismo cura di se' (e della cella) e onore. Sto imparando.
Oggi sono andato in tribunale per la ''revisione'' dell'istanza di custodia in carcere. Non so come sia andata, abbiamo parlato tutti e credo anche bene, ma per me ora ci sono poche possibilita' credo, mentre per Marta e Milo ci sono buone possibilita'. Lo spero.
Una cosa brutta e' che mi danno solo mezz'ora di aria al giorno. Questo perche' a chi e' in attesa di giudizio danno solo un'ora invece di due, e poi a me e Milo solo mezz'ora a testa cosi' non ci incontriamo. Poi il cibo fa cagare, fortuna che i ragazzi cucinano e lo riscaldano aggiungendogli spezie e altro rendendolo digeribile.
Facendo la spesa dentro poi, si puo' dire che la vita migliora notevolmente,
Ma sto bene e ho trovato dei fratelli.
Marassi 13/04/2004
Salve compagni/e mie/i, vi scrivo collettivamente solo ora ma volevo cominciare a condividere alcune mie riflessioni.
Qual e' il nostro compito ora?
E' semplice, bisogna essere consapevoli della sfida e accettare il gioco, anche se significa andare fino in fondo all'abisso, anche se vuol dire finire in prigione con accuse pretestuose. Ma perseverare, fino ad intravedere la prospettiva della trasformazione sociale.
La cinica provocazione della magistratura genovese ci offre la possibilita' di convertire il veleno in rimedio, di ritrovare il senso ultimo delle lotte dei movimenti, caratterizzati dalle differenti modalita' ma uniti dal rifiuto del nuovo ordine capitalista.
Se per essere maggiormente consapevoli di noi stessi dei nostri compiti dobbiamo passare dalle galere, e' sempre meglio che accettare supinamente il nuovo ordine mondiale della pax americana.
Per cio' che riguarda la mia condizione da carcerato essa e' sorprendentemente (per me almeno) tranquilla. Nonostante questo carcere sia unanimamente considerato un lager vivo la mia esperienza con sufficiente filosofia: e' il mio abisso e peggio di cosi' almeno non si puo' piu' andare.
Mi capita per giunta un fatto strano da qualche giorno, e' come se fossi qui da mesi e mesi, e' come se il mio organismo si stesse adattando ad una nuova forma di esistenza. Aldila' del lirismo non devo scordarmi mai della liberta' fuori, ma intendo la liberta' di tutti e non certo la mia meschina liberta' personale.
Per Dax
Resistenza
Marassi,15/4/2004
Mi sembra di stare dentro da mesi e si affievolisce la consuetudine di pensare alla liberta'.
Tra l'aria alla mattina, i pasti, la doccia alle 16.30 e la tv prende forma un'esistenza parallela che si sovrappone ai ricordi della vita, l'istinto alla sopravvivenza psico-fisica e' in grado di adattare l'uomo alle condizioni di vita piu' impensate.
Asti,29/5/2004
Ieri ha chiesto di incontrarmi l'educatrice. E' una ragazza spregevole e abbiamo avuto un alterco. Veramente era lei che urlava sgomenta mentre io me la ridevo. Ha minacciato di farmi un rapporto (qui molto temuto perche' ti preclude la possibilita' di qualunque beneficio) e mi hanno detto che strillava anche molto tempo dopo che me ne ero andato. Sai perche' tutto questo? Perche' mi ostinavo a considerare i detenuti con cui ho avuto a che fare brava gente. Lei si e' imbestialita dicendo che chi entra in galera e' merda e sono tutti assassini ecc. Renditi conto a che soggetti e' affidato il compito di ''rieducare'' in questo carcere. Qui il connubio affiatato tra magistratura di sorveglianza ed educatori rende quasi impossibile per i carcerati qualunque richiesta. Se a questo aggiungiamo le docce gelate, la spesa carissima, ecc., il quadro e' fosco.
Asti,7/5/2004
Questa volta vi ho sentito fuori dal carcere, i detenuti gridavano le cose piu' strampalate ma per tutti e' stato un avvenimento. Klodian, il ragazzo albanese con cui ero in cella prima, ha urlato come un matto, e' stato lui a picchiare i pugni sul muro e ad avvisarmi che fuori c'era casino. Nel carcere tutti gli sbirri in attivita' erano presenti, e per altro, bastardi continuavano a far scattare a ripetizione l'allarme (un cicaleggio) collegato con il portone in apertura per coprire l'impianto che avevate.
MILO.
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La vita in galera e pure ai domiciliari e' particolarmente monotona, come tu puoi ben immaginare, pero' nella sfiga piu' totale mi ritengo abbastanza fortunato.
A Marassi dai detenuti ho ricevuto la solidarieta' e la comprensione piu' estrema. E' stato emozionante sentirsi appoggiato da un carcere intero. A partire dai miei compagni di cella, con i quali tra l'altro ci scriviamo regolarmente, fino a quelli dei piani piu' alti, tutti sapevano e non so come tutto quello che era successo a me e a Orlando, e tutti appena ne avevano l'occasione, ci facevano sentire la loro voce. Pensa che cominciavano a cantare e chiamarci dalle finestre ai piani alti anche alle due di notte.
Io ho pensato e riflettuto a fondo sulla nostra situazione politica attuale, repressione, leggi, azioni libere, poliziotti, galere, movimento e tutto il resto.
Loro ci controllano, ci cercano e ci fregano, attrezzati di tecnologici strumenti repressivi, ci inquadrano in un contesto della societa', ci succhiano la vita rinchiudendoci in una galera psicologica, cercando di sviluppare una paura, una fobia della lotta. Sono dei gran stupidi, degli incompetenti ignoranti, fantocci e anche sfigati! Computer, video, telefonini e mille altri apparecchi scientifici si sono affermati nella lotta ai rivoltosi, prove, istanze e tutto il resto hanno lobotomizzato il potere, esso vede in fibra ottica e sente con le onde, il potere non e' umano e nemmeno chi lo serve ormai. Noi siamo vincenti sin dall'inizio, l'uomo, la fantasia, l'amore per la vita sconfiggono qualunque statistica e qualunque apparecchio repressivo.
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