Teniamo a precisare che quando parliamo di lavoratori precari, in questa relazione, intendiamo il personale tecnico-amministrativo assunto a tempo determinato presso il nostro ateneo (circa 270 persone). Questa precisazione va fatta dal momento che rappresenta una discriminante non sottovalutabile: il suddetto personale infatti ha iniziato la propria collaborazione con la struttura in seguito al superamento di un concorso pubblico e il contratto che regola il rapporto di lavoro è per molti aspetti -certo non tutti!- simile a quello che regola i lavoratori e le lavoratrici a tempo indeterminato. Diversa è la situazione di tutti/e i/le precari/e assunti/e con altre tipologie di contratto (sostituzione maternità, collaborazioni, progetto, etc.) che non erano presenti e non si sa quanti/e siano. Il fatto è che l'amministrazione non ha fornito l'elenco del personale precario e dunque è stato possibile contattare e avvisare (la ricerca è stata di per sé minuziosa: gli organizzatori/trici, hanno chiamato telefonicamente le strutture e cercato in “chi e dove”, consultato le graduatorie dei vincitori di concorso, etc.) solo i precari “visibili” all'interno della categoria “tecnico-amministrativo” dell'Università, mentre purtroppo tutte/i gli/le altre/i ne sono rimaste “fuori”.
In ogni caso un dato positivo è innegabile: per la prima volta da quando si è cercato di riunire in assemblea il personale a tempo determinato si è avuta una discreta partecipazione. Infatti hanno partecipato alla riunione circa 40 lavoratori/trici provenienti dalle varie strutture universitarie (segreterie, biblioteche, settori didattici, dipartimenti etc.) disseminate un po' ovunque in città.
All'assemblea hanno preso parte anche i rappresentanti dei sindacati RSU che hanno aperto l'assemblea dando alcuni chiarimenti inerenti la normativa oggetto del dibattito.
Il focus della discussione si è concentrato, da subito, sul tema dei concorsi a tempo indeterminato. Cercheremo di riassumere, nella maniera più sintetica possibile, ciò che è emerso.
Come tutti sappiamo, il Consiglio d'Amministrazione , in data 29 settembre 2004, ha individuato ruoli ed attività essenziali per l'Ateneo attualmente coperti con posti a tempo determinato da coprire mediante concorso pubblico con rapporto di lavoro a tempo indeterminato (ma -di fatto- con assunzione a tempo determinato, almeno fino al promesso sblocco delle assunzioni nel pubblico impiego!!). Nella comunicazione sindacale circolata via e-mail si legge quanto segue: “Principali criteri che sono stati adottatii: (per la selezione delle posizioni n.d.r.) carenza di organico, scadenza contratto (entro 31.12.2005), incremento dei carichi di lavoro, particolari esigenze professionali”.
In realtà nel corso dell'assemblea è emersa le necessità di fare subito una distinzione fra i posti di lavoro il cui onere sia a carico totale del bilancio di ateneo, quelli a carico parziale e quelli a carico delle singole strutture. Sembra infatti che l'amministrazione non abbia, al momento, considerato l'ipotesi di bandire posti di lavoro a tempo indeterminato per quelle posizioni di lavoro il cui onere gravi, al momento attuale, direttamente sul bilancio delle singole strutture.
In seconda battuta i rappresentanti sindacali hanno evidenziato come non sia possibile parlare per questa tipologia di selezioni di “concorsi riservati” e come invece essi si caratterizzino come “concorsi pubblici” e siano, quindi, aperti a tutti (lavoratori a tempo determinato del nostro ateneo, persone esterne all'università ed anche ai nostri colleghi a tempo indeterminato che volessero così sopperire ad un'eventuale mancanza di “mobilità interna”).
In questo quadro che sembra ancora piuttosto confuso e nebuloso vorremmo cercare di fare un po' di chiarezza partendo dallo studio della normativa in materia concorsuale, per verificare le varie possibilità esistenti al momento e spingere, per quanto possibile, l'amministrazione ad adottare la soluzione che possa tutelarci maggiormente e al contempo garantire ai tutti/e coloro che parteciperanno come esterni/e la massima trasparenza. In ogni caso è su questa urgenza che metteremo il nostro prossimo impegno.
È stata poi avanzata la proposta di procedere all'elezione dei rappresentanti dei lavoratori precari (che come sappiamo sono privi di una rappresentanza sindacale dal momento che non possono votare, né tanto meno, essere votati) contestualmente all'elezione delle RSU d'Ateneo, ribadendo il concetto che il GULP non vuole, al momento, legarsi ad una specifica sigla sindacale ma vuole, invece, costituirsi come gruppo autonomo.
Al termine della riunione, per non lasciarci senza un riferimento si è deciso di creare un gruppo di lavoro che risulta al momento composto da: Gretel Paccagnella, Ada Safina, Omar Tanzi, Gabriella Lucciarella , Elisabetta Onori.
Questo gruppo vuole avere una funzione studio di eventuali proposte da presentare all'RSU e all'amministrazione (come ad esempio, in merito ai concorsi a tempo indeterminato, l'ipotesi di attribuire, in sede di valutazione, un punteggio specifico a chi ha già lavorato nella struttura, ma ovviamente è ancora tutto da pensare insieme!) e un ruolo di coordinamento e diffusione delle varie iniziative intraprese dal GULP in attesa delle elezioni dei rappresentanti ufficiali.
Si è discusso a lungo sul ruolo che dovranno avere gli eletti precari (se venissero adottati i criteri usati per i dipendenti a tempo indeterminato ci spetterebbero ben 6 rappresentanti) e sull'effettivo loro peso che dipenderà in gran parte dalla reale partecipazione e mobilitazione del personale precario per la loro “elezione”. Oltre alla funzione di coordinamento, essi dovranno essere i portavoce delle rivendicazioni collettive in ogni rapporto con terzi (RSU, amministrazione,...). Si sta valutando con l'RSU la possibilità di inserire i nostri rappresentantii in RSU, ma sulle modalità e le funzioni non c'è unità tra i sindacati; questo passaggio potrebbe risultare importante in quanto i rappresentanti de precari potrebbero godere dei permessi sindacali ed essere presenti ed attivi in RSU. Ciò non toglie l'importanza di essere tutti quanti presenti, attenti ed attivi ogni qualvolta fosse necessario. Questo è un primo passo verso la visibilità e il riconoscimento della nostra “categoria” di lavoro e di vita, ovvero il precariato. Forse è il caso di iniziare a prendere parola su ciò che ci accade in prima persona e a confrontare le nostre idee e situazioni in modo da non isolarci o, peggio, finire gli/le uni/e contro gli altri. A tal proposito si invitano tutti coloro che avessero l'interesse (e la voglia!) di partecipare al gruppo di lavoro o di candidarti per le elezioni a far pervenire, tramite la mailinglist del GULP, la propria disponibilità.