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R60 Note storiche
Il 6 ottobre 1950, 2100 dei poco piu che 4000 operai delle officine
Reggiane Omi di Reggio Emilia avevano ricevuto una lettera di licenziamento.
Il provvedimento era motivato dalla precaria situazione economica
dell'azienda, di proprieta' di un gruppo controllato da capitale statale.
Da tempo le organizzazioni dei lavoratori proponevano un mutamento
di indirizzo della politica aziendale, che tenesse conto delle esigenze
di sviluppo dell'agricoltura e della conseguente necessita' di meccanizzazione.
Non potevano essere tesi gradite ai massimi monopoli dell'industria
meccanica.
La lotta per la conservazione del posto di lavoro aveva gia'portato
gli operai a scioperi e manifestazioni: un anno prima, l'11 ottobre
1949, l'azienda aveva attuato una serrata. Gli operai licenziati nell'ottobre
1950 si recarono ugualmente al lavoro. Trovarono affisso ai cancelli
della fabbrica un cartello the li riguardava tutti: ''e' sospesa ogni
attivita' dello stabilimento senza retribuzione del personale''. Entrarono
ugualmente nelle officine e, in assenza della direzione, si organizzarono
decidendo di far funzionare ugualmente lo stabilimento. Portarono
a termine la produzione in corso di carrozze ferroviarie, di grandi
macchine agricole e di una locomotiva.
Simbolo delle proposte dei lavoratori per la ristrutturazione dell'azienda
fu il compimento della progettazione e l'inizio della prodione di
un nuovo tipo di trattore agricolo, chiamato appunto R/60. La direzione
non ne aveva messo a punto i piani produttivi, negando la possibilita'
dell'azienda di realizzare il progetto. Gli operai vollero dimostrare
il contrario.
L'occupazione delle Reggiane ebbe termine nel maggio 1951, quando
un decreto ministeriale pose l'azienda in liquidazione, prevedendo
la costituzione di una societa' di esercizio per continuare (secondo
il testo di un comunicato Ansa del 22 maggio) ''almeno una parte dell'attivita'
dell'azienda, parte che inizialmente non potra' che essere modesta,
mentre in tempo successivo, se si verificheranno favorevoli condizioni
di mercato e di finanziamento, potra' anche riprendere una sana consistenza,
purche le Reggiane possano contare sulla disciplinata collaborazione
delle maestranze''. La Fiat aveva vinto. La vicenda delle Reggiane
e del'trattore ebbe larga risonanza in tutto il paese. La canzone,
pubblicata sui canzonieri di partito, fu conosciuta e cantata, e ancor
oggi e ricordata.''
(Canzoniere del lavoro, a cura del Nuovo Canzoniere Italiano,
supplemento al settirnanale Vie Nuove, s.d. ma 29 aprile 1965).
La melodia deriva probabibnente da quella del canto anarchico noto
come La Colonia Cecilia.
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