All’alba del 15 novembre, su mandato del gip di Cosenza, è
cominciata un'operazione che ha portato all'arresto di 20 compagn* del
sud Italia con l'accusa di associazione sovversiva. Le indagini
coinvolgono circa una quarantina di compagn* appartenenti ad
organizzazioni sindacali di base ed alla rete del Sud Ribelle. Per
sette di loro sono stati disposti gli arresti domiciliari, mentre i
restanti tredici sono stati trasferiti nelle carceri di Trani e Latina.
Cospirazione politica mediante associazione al fine di turbare
l'esercizio di governo, propaganda sovversiva tesa a sovvertire
violentemente l'ordine economico: assistiamo alla comparsa di
imputazioni che non hanno precedenti nella giurisprudenza italiana; la
tutela di un presunto ordinamento economico equivale ad assumere il
modello capitalista come unica forma legale possibile. Inoltre, diritti
essenziali come quello di sciopero e di espressione del dissenso non
possono che essere considerati come turbativi dell’attività del
governo.
E’ dunque evidente che le accuse mosse ai compagn* trovano la loro
logica nel disegno di criminalizzazione attuato al fine di colpire le
istanze antimperialiste ed anticapitaliste che il movimento sta
esprimendo territorializzando le lotte insieme ai disoccupati, ai
precari, agli immigrati e agli studenti.
I provvedimenti presi nei confronti dei compagn* hanno l’unico
obiettivo di portare lo scontro politico sul piano dell’ordine
pubblico. Il successo dell’appuntamento di Firenze in termini di
partecipazione, dibattito politico e capacità di autocontrollo
nonostante il terrorismo mediatico, rappresentano per il chiuso sistema
politico istituzionale un intrusione inaccettabile. Inaccettabile
è la proposizione, la diffusione di idee che contrastino con
l’unico modello possibile per l’attuale potere economico. L’
indisponobilità del movimento ad essere risucchiato nella sfera
di influenza dei partiti istituzionali induce le forze di governo alla
creazione di un clima di tensione in cui facilmente esercitare la sua
forza repressiva. La dimostrazione sta nella politicità dei capi
di imputazione addebitati ai compagni: propaganda, cospirazione,
associazione. Praticamente criminalizzazione di una qualsivoglia
attività politica che rifiuti di sottoscrivere un sistema che
prospera sulle disuguaglianze e sullo sfruttamento dell’uomo.
L’intensità degli attacchi portati quotidianamente alle diverse
realtà del movimento e che trovano in questi arresti il loro
apice impongono la necessità di una risposta compatta che
abbandoni definitivamente le divisioni fra buoni e cattivi imposte
dall’esterno al fine di determinare spaccature nel movimento.
E’ importante tuttavia che le scelte del movimento in termini di lotta
non vengano dettate, quasi suggerite, da chi vuole affossare le lotte
sociali.Ora più che mai le modalità dell’agire politico
devono essere autonome, pensate e condivise dal basso, finalizzate ai
nostri obbiettivi e non alle loro determinazioni.
Fate attenzione: il vostro vicino è un sovversivo!
|