Dai nativi americani in poi...
L’attuale evolversi della situazione geopolitica pone l’attenzione
sullo scontrarsi di due dinamiche: l’imperialismo dell’unica
superpotenza e, di contro, le lotte per l’autodeterminazione dei
popoli. L’interazione, e sempre più spesso lo scontro di queste
dinamiche si è dispiegato nella storia portando con sé
sempre le stesse conseguenze: dai conquistadores alle ingerenze
statunitensi nella vicina America Latina, dall’embargo a Cuba alle
sanzioni economiche che affamano il popolo iraqueno, dagli appoggi
economici e militari alle più disparate dittature alle
sistematiche violazioni del diritto internazionale, sempre interessi
strettamente economici o geopolitici ne sono state le cause scatenanti,
sempre le popolazioni locali ne hanno subito le più disastrose
conseguenze umane, economiche, ambientali, sociali.
La presenza di due blocchi contrapposti durante la guerra fredda
determinò una situazione di precario ma pur sempre presente
equilibrio. Oggi, diversamente, l’esistenza di un’unica grande
superpotenza determina un tentativo di omologazione degli interessi
planetari ai soli obiettivi statunitensi, una politica unilaterale
capace di creare divisioni innovative fra gli ex alleati dei paesi
nato, in particolare con il blocco europeo.
Di questo tipo di politica coloniale il popolo nativo americano ne
è stato fra le prime vittime, espropriato delle terre con le
quali viveva in piena simbiosi fisica e spirituale, culturalmente
represso, fisicamente imprigionato in riserve e galere statunitensi.
L’appropriazione di terre, risorse minerarie ed energetiche, supportato
da un sostrato ideologico di conquista, ha comportato l’imporsi di una
nazione all’interno di un continente già popolato da secoli.
La nascita e la crescita degli Stati Uniti d’America é marchiata
di sangue: con lo spostarsi geografico di interessi sempre più
globali e la ricerca di quelle risorse che fondano l’economia
statunitense, quali il petrolio, si sono susseguiti nella storia gli
episodi di colonizzazione, sfruttamento e sistematica repressione
politica di altri popoli.
Nell’arco degli ultimi dieci anni, spinti da esigenze di riassetto
geopolitico internazionale, gli USA, indipendentemente dai finti colori
delle loro amministrazioni, hanno portato guerra là dove vi
fossero interessi da difendere o conquistare: Iraq, Kosovo,
ex-Jugoslavia, Afghanistan, per non parlare dei precedenti Vietnam,
Corea, Giappone.
Di fronte al continuo procedere della politica coloniale d’oltreoceano,
in ragione della difesa di interessi inerenti l’intera
collettività umana, in direzione di una completa
autodeterminazione dei popoli, bisogna opporsi al riproporsi di tale
politica imperialista.
CONTRO IL COLONIALISMO
POLITICO ED ECONOMICO
PER LA SODDISFAZIONE
DEI BISOGNI DEI POPOLI
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