ferma gli sbirri!




Cosa vogliamo? Tutto... ma innanzitutto SPAZIO! Spazio per vivere, comunicare e pensare. Spazio per giocare, studiare e costruire. Spazio per respirare, ballare e opporci. Spazio per parlare, sognare e muoverci. Spazio per informare, imparare e socializzare. Spazio per condividere, lottare e creare. Spazio per riappropriarci delle nostre vite. Dalla provincia vesuviana (Portici, S. Giorgio a Cremano, Ercolano, Torre del Greco) per aggregare gruppi, collettivi e singoli individui attorno ad un progetto di riconquista degli spazi.









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Mentre si registrano sempre più numerosi i segnali di imminenza della "guerra preventiva" all'Iraq, cresce sempre di più in Europa, e non solo, il dissenso dei popoli verso questa disastrosa crociata per il petrolio. L’ attacco contro l'Iraq colpirebbe ulteriormente una popolazione innocente già stremata da oltre 12 anni di embargo  che ha causato oltre 1.500.000 di morti: una situazione che non tarderà a coinvolgere tutti i popoli del Medio Oriente, a partire da quello Palestinese, già quotidianamente aggredito dal governo israeliano nell'indifferenza generale. Nei paesi occidentali la guerra significa ulteriori tagli alla spesa sociale: ne è un esempio quello che sta accadendo in questi giorni a Los Angeles: il governatore della california ha varato una manovra fiscale di emergenza con 21 miliardi di dollari di tagli alla spesa pubblica che colpiscono soprattutto le fasce più deboli della popolazione ma non solo. A pagare le spese della guerra, come sempre, sono mezzo milione di cittadini che già vivono sotto la soglia di povertà  e che perderanno il diritto ad ogni assistenza sanitaria, incluso il ricovero negli ospizi per gli anziani, indennità di disoccupazione e gli assegni di sussistenza. I bisogni reali della società continuano ad essere retrocessi  rispetto alle priorità dei centri di potere internazionale ed anzi subiscono continui attacchi da parte dei governi nazionali.  Nonostante l’ ex capo degli ispettori Onu, S. Ritter, assicuri che fino al 1998 l' Irak ha distrutto quasi completamente arsenali e fabbriche di armi di distruzioni di massa ed inoltre che il controllo sul territorio iracheno attraverso i satelliti spia escluda che Saddam abbia potuto riarmarsi negli ultimi anni e le recenti ispezioni  lo abbiano fino ad ora confermato, i piani statunitensi per impadronirsi del petrolio irakeno sono pronti e  il generale T. Franks aspetta solo l'ordine del presidente per dare il via libera all'attacco ; le pressioni statunitensi non fanno altro che confermare che l’ unico obiettivo è di liquidare Saddam , sia risolta o no la questione delle ispezioni Onu sugli arsenali nucleari, chimici e batteriologici e che l’ amministrazione Bush perseguirà con o senza mandato Onu, con gli altri alleati  o anche da solo. In applicazione della nuova dottrina di Bush della guerra preventiva, l'attacco per primo è necessario per mettere in mani sicure il controllo del petrolio iracheno.
Se non vogliamo essere corresponsabili di nuovi lutti  è necessario continuare ad opporsi all’ arroganza della strategia americana fondata sull'enorme vantaggio accumulato dopo la caduta dell'Urss in campo militare, economico e politico ,che la rende in grado di far fronte a qualsiasi sfida, al punto di accantonare anche il vecchio concetto di “guerra umanitaria”, che aveva sorretto l'aggressione militare nei Balcani, e arrogarsi il diritto a colpire preventivamente in ogni parte del mondo dove ritenga siano minacciati i propri interessi. egemonici.

Fermiamo la guerra all’ Irak!






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