STORIA
DEL VINO
Il
termine vino prende origine dalla parola sanscrita “vena”
(amare) da cui derivano anche i termini Venus e Venere. Diversi
ritrovamenti archeologici dimostrano che la vitis
vinifera cresceva spontanea già 300.000
anni fa. Studi recenti tendono ad associare i primi degustatori
di tale bevanda già al neolitico; si pensa che la scoperta
fu casuale e dovuta a fermentazione naturale avvenuta in contenitori
dove i primi ominidi riponevano l’uva. Le più
antiche tracce di coltivazione della vite sono state rinvenute
sulle rive del Mar Caspio e nella Turchia
orientale.
I
primi documenti riguardanti la coltivazione della vite risalgono
al 1700 AC, ma è solo con la civiltà egizia
che si ha lo sviluppo delle coltivazioni e di conseguenza
la produzione del vino.
L’impero romano dà un ulteriore impulso alla
produzione del vino, che passa dall’essere un prodotto
elitario a divenire una bevanda di uso quotidiano.
In
questo periodo le colture della vite si diffondono su gran
parte del territorio, e con l’aumentare della produzione
crescono anche i consumi. |
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Ad
ogni modo il vino prodotto a quei tempi era molto differente
dalla sostanza che conosciamo oggi.
A
causa delle tecniche di conservazione (soprattutto la bollitura),
il vino risultava essere una sostanza sciropposa, molto
dolce e molto alcolica. Era quindi necessario allungarlo
con acqua e aggiungere miele e spezie per ottenere un sapore
più gradevole.
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Con
il crollo dell’Impero Romano la viticoltura entra in
una crisi dalla quale uscirà solo nel medioevo, grazie
soprattutto all’impulso dato dai monaci
benedettini e cistercensi. Proprio nel corso del medioevo
nasceranno tutte quelle tecniche di coltivazione e produzione
che arriveranno praticamente immutate fino al XVIII secolo.
Nel
Settecento si arriva ad ottenere un prodotto “moderno”;
grazie alla stabilizzazione della qualità e del gusto
dei vini, nonché all’introduzione delle bottiglie
di vetro e dei tappi di sughero. |
Nel
XIX secolo l’oidio e la fillossera,
malattie della vite provenienti dall’America, distruggono
enormi quantità di vigneti. I coltivatori sono costretti
a innestare i vitigni sopravvissuti sopra viti di origine
americana (Vitis labrusca),
resistenti a questi parassiti, e ad utilizzare regolarmente
antiparassitari come lo zolfo. |
Oggi
il vino è diventato più uno status simbol che
un prodotto della terra.
Difficile anche è regolamentare la produzione per un
incremento qualitativo nella produzione del vino a scapito
della quantità. |