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COS'E'
La
cannabis (Cannabis Sativa)
è una pianta annuale di cui esistono esemplari maschili
e femminili e numerose varietà. La botanica moderna
la colloca nella famiglia delle Cannabinacee.
È
una pianta dioica, ogni esemplare
quindi non contiene in sé sia stami che pistilli.
Per
produrre la semenza, le due piante, maschio (che produce il
polline) e femmina (che produce i fiori), devono trovarsi
vicine.
L’impollinazione avviene per via aerea, col soffiare
del vento.
Solo raramente e in situazioni ambientali ostili esistono
sia inflorescenze maschili che femminili sulla stessa pianta
(ermafrodita).
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Tra
le varietà si distinguono canapa
sativa e canapa indica:
la prima è usata soprattutto per la fibra, la seconda
invece è ricca di resina con proprietà psicoattive.
Le
varietà di canapa sono tantissime, selvatiche e domestiche,
in teoria, tutte producono principio attivo ma efficacia e
qualità degli effetti prodotti variano anche secondo
la zona di crescita, il clima, il tipo di coltivazione.
La
pianta maschile, in genere, è molto più alta
e utilizzata per produrre le fibre tessili.
La pianta femminile alle estremità delle sue cime fiorite,
per effetto del caldo, produce una resina che contiene proprietà
psicoattive. Le parti con maggior principio attivo sono i
fiori e le foglie limitrofe alla fioritura.
La miglior produzione di resina come qualità e quantità
si ha nelle piante femmine non fertilizzate e quindi senza
semi (sinsemilla). |
Derivati
della canapa femmina:
Olio: prodotto dalla macerazione
delle foglie e dei fiori essiccati, polverizzati in un solvente
(ad esempio alcool puro) che dovrà evaporare.
Hashish: dopo l’essicazione
dei fiori, questi vengono setacciati. La resina distaccatasi
viene raccolta e pressata.
Charas: risultato dello sfregamento
rotatorio delle parti resinose della pianta ancora viva nel
palmo delle mani. |
In
genere la marijuana (foglie e fiori) e i suoi derivati (hashish,
charas e olio) si consumano fumandoli, ma si possono anche
ingerire (come ingrediente nella preparazione di cibi) o
assumerli in forma di infuso.
Già
molti secoli prima dell’anno Mille a.C. e fino al
termine dell’800, la canapa è stata la tipologia
di coltivazione maggiormente diffusa, in grado di assolvere
a più d’una richiesta.
Anche per questo, a tutt’oggi, esistono molteplici
utilizzazioni della pianta.
Dai
semi si ottengono, olii da cucina,
per massaggi o impiegati in cosmetica per la cura del corpo,
solventi, olii per la lubrificazione di motori e per combustibili,
saponi e tinte di vario tipo. I semi vengono anche utilizzati
per la produzione di mangime per volatili.
Il
robusto fusto è utilizzato per produrre cordame e
tessuti molto resistenti, vele
per navi, stoffe per la moda e l’alta moda. Questa
fibra naturale è una valida alternativa al cotone.
Dalla
polpa della canapa si ottiene più cellulosa che dagli
alberi (la canapa contiene cellulosa al 77%), è possibile
quindi produrre maggiori quantità di carta
e cartone, realizzare materiali resistenti e biodegradabili
in grado di sostituire la plastica.
La
canapa è considerata la miglior fonte vegetale di
biomassa per produrre energia
(gas, carbone vegetale, elettricità, benzine). Potrebbe
dimostrarsi degna sostituta del petrolio per la produzione
di un carburante vegetale più ecologico.
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Non
si diventa schizofrenici con la marijuana, ma alcuni fumatori
fanno la brutta scoperta di esserlo
Don Andrea Gallo
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USO TERAPEUTICO
Il
19 ottobre 2006 è stato approvato dal governo italiano
il disegno di legge sui farmaci a base
di cannabinoidi di origine naturale e di sintesi (pastiglie
e spray, NON ALTRO). NON si prevede che si possa acquistare
in farmacia marjuana da fumare. Si prevede, invece, una semplificazione
delle procedure necessarie per importare, dai paesi regolarmente
registrati, farmaci contenenti il principio attivo della cannabis.
Farmaci che poi potranno essere prescritti dai medici.
Quanto
descritto accade da anni in molti Paesi del mondo (Germania,
Olanda, Gran Bretagna, Belgio, Sud Africa, Israele e alcuni
Stati degli USA), che riconoscono le proprietà terapeutiche
di questa sostanza.
Già
nel 2300 a.C. la medicina cinese usava la canapa come rimedio
per malaria e reumatismi.
Nel
1870 negli Stati Uniti la cannabis entrò nell’elenco
dei farmaci regolarmente registrati, per poi essere tolta,
proibita e demonizzata dal 1941.
Nel
1964 degli studi proprio negli Stati Uniti resero possibile
la scoperta del delta-9-tetraidrocannabinolo (THC)
importante componente psicoattivo presente nella resina prodotta
dalla pianta di canapa sativa. Oggi si conoscono almeno 60
cannabinoidi diversi presenti nel prodotto naturale.
Gli
studi sulle dote terapeutiche sono stati molteplici e oggi
è dimostrato scientificamente che l’assunzione
di cannabinoidi favorisce il controllo
di disturbi come nausea e vomito (soprattutto in pazienti
sottoposti a trattamenti di chemioterapia) e per stimolare
l’appetito (ad es.: nei
malati di Aids).
Altri
studi sono tutt’oggi al vaglio di equipe medicoscientifiche
un pò in tutto il mondo per confermare i vantaggi del
trattamento con farmaci a base di cannabinoidi (per la sclerosi
multipla, per alcuni dolori cronici da spasticità o
da lesioni nervose, e, affiancati alla morfina, per i malati
di tumore). |
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