Barcellona
17 marzo, ore 12:43
cronache
15 sera e 16.
Riprendiamo
fiato dopo le corse di questi giorni...
Ci eravamo lasciati con le corispondenze alle cariche della
Rambla del 15 pomeriggio.
Il
clima di intimadazioni poliziesche non ha fatto che crescere
da quel momento, nonostante la citta' e' cominciata a riempirsi,
di ora in ora di sempre piu' attivist*.
Infatti,
come avrete gia' saputo dalle altre cronache e testimonianze
pervenute, la stessa notte fra il venerdi' e il sabato,
e' stata caratterizzata da arresti e cariche. Le guardie
hanno carico, come durante tutto il giorno, a freddo un
corteo pacifico contro gli OGM.
La
polizia ha arrestato 28 persone e i manifestanti si sono
riuniti attorno al commissariato, assediandolo simbolicamente
e richiedendo la liberazione degli/lle attivist* pres*.
Ovviamente, come se fosse una costante, la polizia ha ricaricato.
Nel
frattempo il centro della citta', soprattutto la zona fra
l'universita' e il MACBA (museo dell'arte contemporanea),
va riempiendosi di migliaia di persone convenute per il
circo, il quale, per spettacolarita' ed effetti non ha nulla
di meno di uno "ufficiale" tranne che e' alternativo,
autocostruito, senza animali e anticapitalista. Insomma,
molto piu' bello e divertente ;-)
Il
sabato si preannuncia festoso sin dal mattino (il corteo
e' annunciato per le 18).
Decine di migliaia di giovani, principalmente universitari,
inondano Barcellona. La Rambla, il centro, le universita',
ovunque si giri attorno Plaza Catalunya sembra di essere
in un immenso squat. Colori, voci, vibrazioni e suoni sono
sicuramente la nota piu' positiva che possiamo difficilmente
trasmettervi da qui.
Un enorme scritta campeggia sul muro vicino al MACBA: "Squat
your life, squat the world! (A)" e l'atmosfera e' proprio
questa!
Bonghi e rasta, punk e studenti, giovani indipendentisti
catalani, irlandesi, corsi e baschi, skaters e b.boys, "indiani
metropolitani" e bambini immigrati di periferia, e
tutte le altre sottoculture, politiche o meno, che animano
l'universo giovanile antagonista confluiscono calorosamente
e appassionatamente qui.
Insomma un senso di appartenenza ad un altro mondo, quello
possibile con la nostra lotta, pervade le piazze, le viuzze
e supera l'ostacolo della babilonia delle lingue.
Alle
18, ma in realta' molto prima, parte il corteo.
Al
centro di convergenza, sui flyers, nei siti abbiamo letto
che il corteo era diviso in quattro blocchi: quello della
Campagna contro l'Europa del Capitale e la Guerra; quello
della piattaforma catalana per l'europa sociale dei popoli
e dell'autodeterminazione (a cui hanno aderito basch*, irlandesi,
sard*, cors*, valdostan* e altr* che, perdonateci, non abbiamo
riconosciuto con mille altre bandiere); quello dei sindacati
(CGT, CNT e i sindacati di base); e l'ultimo di tuti gli
altri gruppi in ordine sparso.
Nella
realta', nelle strade e nelle piazze stracolme all'inverosimile
gia' dalla partenza, e' quasi impossibile riconoscere la
sistemazione dei blocchi.
La marea di gente, superiore alle 300.000 persone, si confonde,
ondeggia e si mischia attraversando trasversalmente blocchi,
striscioni e cordoni. E lo fa danzando, suonando, innalzando
pupazzi e palloni gonfiati enormi, con un ritmo di "fiesta"
tipicamente latino.
Oltre
alla musica, ai colori alla gente stupita di se stessa e
della capacita' di vedersi moltiplicata in centinaia di
migliaia di facce diverse ma uguali. Scusate l'azzardo di
questo concetto, ma l'idea e' proprio questa: vedere un
fiume di manifestanti, superiore o pari in quantita' addirittura
a quello di Genova-G8, e vederla straripare lungo le Avenue
mentre si arrampica fino ai primi piani dei palazzi che
costeggiano il corteo, da molta soddisfazione.
Il
corteo avanza lento, festoso, orgoglioso, "cacerolazando"
il piu' possibile, con azioni simboliche e ricche di vernici
contro banche e multi.
La
piazza dove si "conclude" il corteo, e la piazza
della Statua di Colombo.
Li' proseguono comizi, si stendono enormi bandiere palestinesi
al ritmo di "intifada! intifada!", e prosegue
la musica.
Verso
le 20 arriva la coda del corteo, caratterizzata dagli spezzoni
dei/lle COMPAGNI/E ANARCHICI/CHE e AUTONOMI/E (e non degli
infiltrati della polizia come gia' corre voce).
Nei pressi di P.zza Colon si erigono gli uffici di una delle
maggiori banche e delle maggiori caserme della citta', subito
bersagliati dall'azione diretta di quest'ultimi spezzoni.
Sassi, cartelli stradali e benzina (e fiamme), piovono sulle
mura di questi edifici.
La
piazza non reagisce male, o comunque non si nota lo stesso
isterismo che caratterizza molti pacifisti in Italia (scusate
la frecciatina, ma siamo fatti cosi'! :-P).
Reagiscono male, invece, le guardie.
Partono da dietro e dal lato due cariche della Polizia (per
l'occasione tutta vestita in nero con scudi speciali antiproiettile),
che spingono il corteo verso Avenue Parallel e la Rambla.
Il servizio d'ordine si cordona a 100 metri di distanza
dalla polizia, per arginare i danni e fare defluire alle
sue spalle il corteo. Davanti al cordone, verso la polizia,
NON SOLO I BLACK BLOC ma tutt* quell* che sentono il bisogno
di autodifendersi combattono con la polizia per tenerla
schiacciata su un unico lato. La situazione in realta',
pensandoci ora, non e' cosi' impanicata e gli nel pieno
degli scontri si sentono ancora, a poke decine di metri,
i bonghi del gruppo "rePERCUSSION contra el sistema!".
A complicare
le cose ci pensa una terza e quarta carica della polizia
dalla parte opposta, appunto dall Rambla e Av. Parallel
dove la gente arretrava e dove non c'era nessun cordone
solido o gente autodifesa.
La
situazione si complica e la battaglia infuria disordinatamente,
mentre gli sbirri cominciano a tirare fuori il meglio dei
loro arsenali: lacrimogeni e pallettoni di gomma (ma pallettoni
proprio, eh!).
Il corteo sbanda corre e si comprime su se stesso finche'
si sparge per una miriade di stradine a ridosso del MontJuic.
Mentre si corre inseguiti da pallettoni sparati anche ad
altezza d'uomo, una colonna di blindati ci taglia la strada
e inchioda. Scendono al volo le guardie e violentissime,
con odio, fanno una strage di tutta la gente che scappa.
Inseguono la folla nei negozi e nella metro.
Ormai
si e' salvi solo nelle viuzze e le centinaia di migliaia
di partecipanti al corteo sono sparsi per i vari quartieri.
Lungo Av. Parallel e le viuzze parallele continuano a crollare
le vetrine delle banche, della Benetton e degli Alberghi
e dell'Adecco.
L'elicottero,
con un faro enorme, punta le zone dove ancora si registrano
incidenti e li convergono decine di camionette in un carosello
che durera' tutta la notte in molti quartieri e portera'
all'arresto di 40 attivist*, che ovviamente la polizia ha
definto "violenti" (abbiamo i nostri seri dubbi).
Nel
frattempo una folla spropositata, enorme, niente affatto
spaventata (questa e' la vera sorpresa!) si tuffa allo stadio
di MontJuic dove c'e' il concerto di Manuchao e di altri.
Ma non e' tanto la musica, o non solo la musica, a dominare
la festa, ma la stessa aria che si respirava la mattina
per le vie del centro di Barcelona.
Nella
notte mentre torniamo, vediamo ancora decine di migliaia
di giovani salire verso il concerto-festa. E' la consapevolezza
che, come recita lo striscione dietro l'enorme palco, "SIAMO
MILIONI E IL PIANETA NON E' VOSTRO!"
Con
(A)ffetto da Barcellona
ps
perdonateci eventuali errori ma nn abbiaamo tempo di rileggere
e siamo
ignorant* :-P
Corrispondenze:
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