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RESOCONTO DELL'ASSEMBLEA NAZIONALE CONTRO LA REPRESSIONE
Per un bilancio politico della "Campagna 270" 20 maggio 2006 - C.P.A. - Firenze Sud Proponiamo di seguito una sintesi degli interventi fatti in assemblea. Per gli interventi disponibili per iscritto, inseriamo un link per la lettura dell'intervento completo. INTERVENTO INTRODUTTIVO a cura del Comitato Promotore della Campagna ***LINK*** BILANCIO DEI 15 MESI DELLA CAMPAGNA a cura del Comitato Promotore della Campagna ***LINK*** INTERVENTO DELL'ORGANIZZAZIONE TEDESCA "LIBERTAD" Leggiamo un intervento inviato per l'assemblea dall'organizzazione tedesca Libertad. Libertad è un gruppo che lavora in Germania e a livello internazionale sui temi della solidarietà coi prigionieri politici, della lotta contro la repressione e controrivoluzione preventiva, della lotta all'imperialismo e alla NATO. ***LINK*** INTERVENTO DELLA RETE DI "SUPPORTO LEGALE" Anzitutto dico che sono un po' spiazzato perchè mi aspettavo un'assemblea di bilancio e proseguimento della campagna Abbiamo seguito il vostro lavoro, e il Manuale di Autodifes Legale è risultato uno strumento importante per il nostro lavoro. Riguardo al Supporto Legale, non si tratta di un'organizzazione ma di una rete di militanti e attivisti d'accordo a lavorare sui procedimenit penali contro ai militanti, soprattutto pèer quanto riguarda la repressione al G8 di Genova. Vi partecipano aree diverse, legandosi sul principio di difendere tutte le pratiche politiche e sul rifiuto della delazione. Lavoriamo sui processi con strumenti tecnici, facciamo solidarietà attiva, e lavoriamo sulla comunicazione. Contiamo anche su attivisti a livello europeo per la traduzione delle comunicazioni. Il nostro lavoro è molto tecnico, è costoso, deve essere molto discrteto perché lavoriamo con consulenti che si occupano dellla difesa degli accusati e della parte civile, alias i torturati, ecc. Abbiamo fatto poche uscite pubbliche e ci ritroviamo in una condizione economica particolare, problema su cui riflettere. La nostra esperienza è stata tenuta poco in conto dal "moviento", di più da alcuni singoli compagni, e da molti attivisti di rifondazione. I processi su cui stiamo lavorando sono quelli del G8 di Genova, per i fatti di Napoli, contro al Sud Ribelle, per i pestaggi a Milano dopo l'assassinio di Dax, per l'11 marzo a Milano. Un elemento su cui rflettere è il rifiuto di alcuni attivisti a collaborare col nostro lavoro; ad esempio sul filone Cervantes, probabilmente sia per l'incapacità nostra che per un muro netto da parte loro a una difesa e una risposta collettive. Con le relative condanne finali. Riguardo questo atteggiamento non abbiamo elaborato un giudizio. Complessivamente la nostra attività non è valorizzata dal movimento, ma da persone che apprezzano la missione. Non prendiamo posizioni politiche di merito, ma solo riguardo alla difesa delle pratiche. Perché non c'è una risposta del movimento? a questa domanda non abbiamo risposta. Stiamo lavorando molto sul reato di devastazione e saccheggio. Reato applicato inizialmente agli ultras e per le vicende di Sole e Baleno. Un reato che era decaduto, maa che le procure stanno continuando a utilizzare perché consente l'arresto degli accusati. Dal '98 non si è avuta nessuna condanna per questo reato, ma dallo '01 molte carcerazioni. Il reato si lega al 270 aggingendovi le note finalità. Un altro elemento di lavoro è quello riguardo ai teoremi costruiti su compagni di realtà differenti per accusarli di aver messo in essere organizzazioni armate comuni ad aree anarchiche e comuniste. Leggiendo gli atti ciò è molto importante. Da 3 anni siamo di fronte a questa pratica, con relative condanne; ma vediamo un rifiuto a elaborare un ragionamento in merito. Anche ribadendo il rispetto per chi opta per una difes a solo tecnica, una riflessione fuori dai tribunali è necessaria. Da Barcellona, a Parigi, a Marsiglia, a Torino, a Cuneo, a Bologna; e questo è rifiutato dal movimento. Interveniamo in quest'assemblea per fare una proposta di un lavoro comune. Per dei percorsi di riflessione per intervenire prima dei processi, dare strumenti, ricostruire una rete fiduciaria: la sinistra risulta sempre meno sinistra, perché priva del suo terreno culturale. Una questione che pongo è anche quella del linguaggio, spesso, come in varie parti degli interventio precedenti, incomprensibile ai compagni più giovani, ad esempio il valore della parola imperialismo; è necessario trovareun linguaggio comune. Ribadiamo la disponibilità a un lavoro comune, fatta salva la necessaria discrezione, per arrivare a risultati concreti. INTERVENTO DI "DENTRO E FUORI LE MURA" Dentro e Fuori le Mura è un gruppo che si occupa di carcere, informazione e denuncia sulle reali condizioni di vita all'interno, dell'analisi di chi finisce in carcere. Il nostro lavoro è contiguo alla Campagna contro il 270. La nostra ultima attività è stata l'iniziativa-concerto sotto il carcere di Sollicciano, costruita con un percorso che ha cercato di coinvolgere diverse realtà per costruire un terreno culturale su cui poggiare alcune riflessioni: il carcere non è rifondabile, quindi un rifiuto assoluto per il carcere. Sancito ciò, appoggiare le rivendicazioni che arrivano da dentro non è in contraddizione, se abbiamo un'ottica non riformista. Per esempio riguardo al caso di Marcello Lonzi, appoggiando la lotta della madre per riaprire il procedimento seguito alla morte del figlio, lotta che ha portato a intravedere adesso la possibilità di riesumare la salma per poter rimettere in discussione la "morte naturale" con una nuova perizia medico-legale. O altre lotte che nascono dalle condizioni di vita in carcere. E' importante unire le varie realtà per occuparsi dei 60.000 proletari in carcere. La costruzione dell'ultima iniziativa a Sollicciano ha visto partecipare in quest'ultimo periodo diverse e variegate realtà; sarà interessante pensare come costruire passi e iniziative comuni, un lavoro coordinato con obiettivi comuni. INTERVENTO DEI COMPAGNI DI TRENTO Sono del Collettivo Comunista Antonio Gramsci. Riprendo alcuni spunti del bilancio e lancio alcune proposte. ***LINK*** INTERVENTO DELLA PRESIDENZA DELL'ASSEMBLEA Vogliamo salutare il compagno Bahar, arrestato appunto in Olanda, che abbiamo conosciuto a numerose iniziative a livello internazioinale e nella partecipazione ad alcune nostre iniziative. La sua condizione attuale rappresenta in maniera emblematica la pratica repressiva tesa a chiudere ogni possibile solidarietà: al riguardo invitiamo tutti a sottoscrivere i comunicato e la petizione internazionale per la sua liberazione. SALUTO DELL'ASSEMBLEA KONTRAS S'ISTADU E SA REPRESSIONI [SARDEGNA] ***LINK*** INTERVENTO DI UN COMPAGNO DI MILANO Interverrò sulla situazione post 11 marzo, ma prima due brevi considerazioni sulla fase: - siamo di fronte a una tregua politico-sociale propugnata sottobanco dalla destra del "movimento", in attesa di non si sa cosa dal nuovo esecutivo. - molte delle attività contro la repressione si basano sul paradigma che il governo di "centrodestra" abbia creato uno sfacelo politico-sociale riguardo al quale oggi si possa fare un impossibile pari e patta, con un'amnistia ed un indulto per alcuni reati legati al conflitto sociale,ecc. Questa è una logica perdente. Il conflitto sociale è indipendente da qualsiasi esecutivo, le contraddizioni oggi sono le stesse; nutrire aspettative nel nuovo governo significa condannarsi all'attendismo ricavandosi un rapporto di interlocuzione con forze politiche che saranno chiamate a fare da cinghia di trasmissione tra i piani governativi e i movimenti politico-sociali. A milano sta succedendo proprio così: c'è un restringimento degli spazi di agibilità politica e un tentativo di ricompatibilizzazione, dai CPT, agli antifascisti, ecc. Rispetto all'11 marzo, è in atto un tentativo di terrorizzare la solidarietà rispetto alla decisione di praticare l'antifascismo in quella giornata. I 25 compagni ostaggi ancora incarcerati pagano un prezzo elevato, e i compagni fuori sono in difficoltà, se ne vuole farne un caso giuridico, senza contestualizzare. E questo è un gioco a cui si presta in primis la questura, e in subordine la magistratura, in continuità con lo stato. In questa situazione è difficile costruire la solidarietà militante, bisogna continuare a non far mancare niente ai compagni dentro, e farli partecipare al dibattito, chiedendone la scarcerazione. Comunque sono stati fatti dei passi: si è stabilito un contatto coi genitori degli arrestati, affinché non si vivano isolatamente la cosa e la possano assumere più facilmente; in particolare si è tenuta un'assemblea con una decina di genitori di varie città, che hanno preso contatti, e contatto con la situazione. Sappiamo che dando la parola ai prigionieri si scalfisce la repressione, si crea quel legame interno-esterno fondamentale per una collettività in lotta che vuole continuare i propri percorsi, nonostante e contro la repressione. Inoltre i compagni dentro stanno facendo un'esperienza, difendendo la loro dignità e utilizzando il tempo in carcere per la loro formazione politica. Dobbiamo fare in modo di non dimenticarli, porre le basi perché costituiscano un nervo scoperto e costruire la mobilitazione. Per rispondere a tutto ciò, e con non poche difficoltà, è stata stabilita una data unitaria per una demo nazionale il 17 giugno. Complessivamente è stato abbastanza positivo aver attivato collegamenti fra iniziativa locale e nazionale, valorizzando anche i nessi fra repressione agli antifascisti, sul lavoro, nei CPT, e guerra guerreggiata. Dato il clima attuale molti hanno tirato i remi in barca fino alla prossima finanziaria; proviamo a capire quali sono i nervi scoperti, quali il controllo sociale e la repressione. Il 17 giugno è innanzi tutto una giornata per ribadire alcune cose: uscire dalla nicchia che ci hanno imposto e rivendicare i nostri contenuti, citando i compagni comunisti baschi, bisogna costruire resistendo. Preparare la mobilitazione per questi compagni, per rivendicare un percorso, per supportare i compagni che saranno processati, rivendicando le loro lotte sul territorio, nelle scuole, ecc. Questa è la base per consentirgli una gestione politica della carcerazione e del processo, se no l'unica possibilità rimane quella delle "pressioni" per ottenere un trattamento "più clemente" per alcuni, ovviamente i meno "compromessi", cercando di fare il meno possibile per l'agitazione in senso politico delle ragioni della loro carcerazione. INTERVENTO DI O.L.GA. (E' ORA DI LIBERARSI DALLE GALERE), MILANO Facciamo una proposta sul 41 bis e i compagni tuttora in 41bis: costruire una mobilitazione nazionale contro il 41 bis. Pensiamo a quel che succede alle compagne in carcere a L'Aquila: chi non collabora viene torturato fino a ridurlo in fin di vita, come già è in un caso. Ricordiamo anche la compagna di Action Directe. Proponiamo due assemblee nazionali una a Roma e l'altra a Milano su Tortura - isolamento - 41 bis, entro giugno, e a settembre una mobilitazione nazionale a L'Aquila. E' in preparazione un opuscolo informativo (anche a partire da infami articoli del Corsera che attaccavano una compagna, pubblicando lettere prese durante una perquisizione a compagni dentro e fuori dopo la demo di Parma), e con l'obbietivo di difendere l'identità politica dei compagni in 41 bis. INTERVENTO DI UNA COMPAGNA DI NAPOLI Aggiungo un paio di elementi. L'esperienza della campagna a Napoli è risultata particolarmente difficoltosa, non riuscendo ad aprire un comitato territoriale e subendo l'isolamento di questo approccio sulla repressione. L'elenco delle iniziative fatte dalla Campagna è incoraggiante, rispetto alle diffidenze nel movimento stesso. Prima il compagno del supporto legale diceva di un movimento che rifiuta determinate pratiche e modalità di difesa: la repressione funziona, non soltanto con strumenti giudiziari e immediatamente repressivi, ma anche con l'apparato ideologico-culturale che criminalizza all'interno del movimento stesso chi pone in discussione questi rapporti sociali, chi prova a costruire una prospettiva di trasformazione al di fuori delle compatibilità imposte dal capitalismo. Nel movimento si è fatto stada ormai da anni il pacifismo generico, la pratica della non-violenza sembra ormai indiscutibile, qualsiasi forma di opposizione è tollerata finchè rimane su un piano "etico" o "simbolico" e non si trasforma in lotta reale. E' una dinamica, altrettanto repressiva, che sarà certamente approfondita dalla vittoria del centro-sinistra. Di fronte a tutto questo abbiamo la responsabilità di proseguire il lavoro che abbiamo iniziato, di sostenere l'approccio originale, anche se finora scarsamente compreso e condiviso, che abbiamo scelto nell'impostazione della Campagna. Proviamo perciò ad uscire da quest'assemblea con le idee chiare su come proseguire il lavoro: - per Napoli è centrale la questione delle lotte sul lavoro; paradigmatici dell'approccio della politica, come scrivevamo nel nostro bilancio locale della campagna, sono i due candidati alle prossime elezioni amministrative, uno ex ministro dell'interno e uno ex questore di Napoli, il che la dice lunga sul tipo di risposta che le istituzioni danno alle lotte e alle rivendicazioni dei disoccupati organizzati. In città c'è un tessuto di extralegalità diffusa, "un terreno su cui da troppo tempo manca una seria riflessione da parte della sinistra antagonista. - Secondo tema, il 41 bis e i prigionieri politici; nel nostro territorio c'è sensibilità al riguardo. E' da valorizzare l'effetto positivo dello spirito unitario della campagna e dell'adesione individuale, che è stato forse da una parte un'ostacolo all'adesione dei gruppi e delle realtà che non ne hanno compreso il senso, ma forse anche l'elemento di forza più importante di questa proposta, nella sua ottica di superamento delle logiche settarie e della frammentazione che impediscono oggi non solo l'organizzazione di una risposta alla repressione, ma anche la costruzione di una prospettiva più generale. Questa è la strada più giusta per non disperdere il lavoro che la campagna ha aperto in maniera onesta e intelligente. INTERVENTO DI PAOLA CECCHI, FIRENZE, prima parte. Alcuni dei compagni che lavoravano al IV simposyum contro l'isolamento, tenuto a Parigi nel dicembre '05, sono attualmente imprigionati; 3 rinchiusi a Bruges in Belgio, in isolamento durissimo, e Bahar in Olanda, con una richiesta di estradizione verso la turchia. Sono stati colpiti duramente dato il loro lavoro per i prigionieri politici turchi. Ho qui inoltre le lettere di Avni e Zeinep dai carceri italiani in cui sono sequesteati da 25 mesi; Zeinep ricorda la figura del babbo di Dino Frisullo al suo processo, come fosse importante per lei. Di Avni ho qui una lettera per quest'assemblea. LETTERA DI AVNI ER PER L'ASSEMBLEA ***LINK*** INTERVENTO DI PAOLA CECCHI, FIRENZE, seconda parte. Oggi a Perugia c'è stata una breve seduta del processo contro Avni e Zeinep. Abolita l'udienza del 27 maggio, la prossima sarà il 16 giugno. Per Zeinep c'è anche una richiesta di estradizione avanzata dalla Germania; e poi cos'altro?! Organizziamo delle azioni incisive! Riguardo a Bahar: Il mandato di arresto è turco, l'olanda si è prestata al gioco, l'accusa è la contestazione al ministro degli esteri turco al parlamento belga nel 2.000, per cui non c'è stata nessuna conseguenza giudiziaria in belgio, di cui è cittadino Bahar; in Olanda la richiesta di estradizione turca è stata ritenuta corretta. Esiste un sito in cui firmare una petizione contro la sua estradizione. I compagni a Bruges sono in isolamento totale, telecamere 24 ore su 24 e guardie in cella ogni mezz'ora, giorno e notte. A completare il quadro in Turchia il 24 marzo sono stati assassinati dei guerriglieri e in seguito dei cittadini a delle demo. E' partito il 13° team del death fast contro le celle d'isolamento di "tipo F", è composto da tre prigionieri del DHKP-C e uno di un'altra realtà, un'avvocato, in sciopero dal 5 aprile, e una compagna di Adana. Da molti anni dei "non prigionieri " non entravano in death fast. E' necessario prestare attenzione a questa lotta. Anche in Italia da diversi mesi col 41 bis vi sono condizioni in peggioramento. Rispetto alle critiche al death fast, parlando con una compagna turca mi diceva: "comunque lo stato ci uccide con le F-type, tanto vale . In turchia vi erano stati precedenti death fast nell'84 e nel '96. Adesso esistono 12 carceri tipo F, originate e finanziate dall'Unione Europea per stroncare i guerriglieri comunisti. PROPOSTE DEL COMITATO PROMOTORE Uno dei motivi della campagna è stato fornire risposte e strumenti concreti al di la della denuncia. Già la compagna di trento diceva a proposito dei limiti di essere rimasti nello specifico dei reati associativi. Anche da altri interventi abbiamo sentito ipotesi di allargare il lavoro. Al riguardo poniamo una questione di metodo: la spinta della campagna è stata quella di individuare la punta di diamante della repressione; quindi l'applicazione sempre più vasta dell'articolo 270, poi il bis, le sue estensioni, la legge Pisanu,ecc. Dare non una risposta a 360 gradi, ma prendere una posizione contro la punta di diamante della repressione; e mettersi in relazione con chiunque affronti la repressione dla proprio specifico. Come comitato promotore abbiamo costruito strumenti fruibili per chi li volesse utilizzare, e su cui creare dibattito anche da più angolature. Di questo vogliamo ribadire il metodo; il lavoro su questioni specifiche. Organizzare gruppi che conducano un lavoro preciso, come è stato per le iniziative sull'Iraq e il Paese Basco, o per il Manuale di Autodifes Legale. Vediamo come necessaria e proponiamo anzitutto una riedizione del Manuale (i fondi ci sono) con integrazioni, correzioni, aggiornamenti. Questo è un atto dovuto per la campagna. Del resto, apriamo al dibattito le decisioni sul prosieguo delle nostre attività. Verifichiamo con quest'assemblea se è possibile una continuità, individuando terreni su cui c'è già un intervento (carcere, lavoro, Livello internazionale della repressione, questione ambientale, ); e, non su tutto, ma forniamo strumenti la dove non ce ne sono. Ad esempio sul lavoro; nella presentazione del Manuale, si è toccata la questione della repressione sul lavoro, che vanifica le lotte che vi si producono. Ragioniamo ancora sulla punta di diamante della repressione al riguardo, per esempio la legge antisciopero che grava sul pubblico impiego e minaccia ancheil privato. O sull'immigrazione: il Manuale ora è in italiano e riguarda le esperienze dei militanti autoctoni. Si può mettere in cantiere un'edizione in arabo, che tratti la questione dal punto di vista specifico dell'immigrazione. Ci pare sempre più evidente un terreno su cui sarebbe utile; pensiamo ad esempio al corteo seguito al pestaggio di un immigrato a Sassuolo, boiciottato dalla "sinistra" ma accolto attivamente dagli immigrati sul territorio, che hanno anche denunciato i più diversi episodi contro di loro. Si potrebbe costruire un gruppo di lavoro ad hoc che facesse uno studio e producesse questo manuale. Non quindi aprendo un intervento sull'importante terreno dei CPT e dell'imigrazione, interventi al riguardo già ne esistono, ma fornendo a chi lavora in questi settori di intervento un materiale utile a innalzare il dibattito e il livello delle lotte. Innalzare il dibattito è un'esigenza prioritaria oggi; basti pensare che lo stesso giorno che a Milano in 500 manifestavano contro i fascisti, a Roma erano in 20.000 in una demo semiistituzionale per le droghe leggere. Un altro campo su cui lavorale è il livello internazionale della repressione; il mandato di arresto europeo, la tortura nelle carceri, le liste nere, i sequestri, o extralegal renditions, come li chiamano loro Poniamo al dibattito questi filoni di lavoro, chi è interessato faccia le sue proposte, e verifichiamo se esistono spazi per dare continuità su questi terreni al lavoro della Campagna Contro i Reati Associativi. INTERVENTO DI JULEN ARZUAGA, AVVOCATO BASCO, DI BEHATOKIA Leggiamo un intervento inviato per l'assemblea dall'avvocato Julen Arzuaga, dell'Osservatorio Basco per i Diritti Umani, Behatokia. Julen è stato uno dei relatori del giro di assemblee sul Paese Basco organizzate nei mesi scorisi all'interno della Campagna. ***LINK*** INTERVENTO DI UNA COMPAGNA DI MASSA Intervengo per il Comitato territoriale della Campagna di Massa e Viareggio. Proponendo la campagna scrivevanmo che questo lavoro poteva "riuscire a sviluppare un percorso concreto", che poteva sembrare arretrato, ma non opportunista. Questo percorso si è concretizzato. Faccio un ragionamento sulle attività locali svolte. Ad esempio la giornata sviluppata con gli operai e un delegato RSU dei cantieri navali in lotta, a Massa presso la Tenda sul Lavoro, punto di aggregazione di lavoratori in lotta da due anni, con incasso devoluto alla Campagna. Dal nostro lavoro "arretrato" è scaturita la possibilità di interfacciarsi con gli ambiti di lavoro, e legare due aspetti: 1°, si fanno le lotte e vengono colpite; 2°, c'è chi produce strumenti utili contro la repressione. Così ci siamo interfacciati con l'Iraq, il Pese Basco, con Sardigna Ruja, con le iniziative per le denunce degli ultras, col Comitato Giustizia e Libertà. E abbiamo svolto altre iniziative su pattugliatori militari, immigrazione, . Tutto ciò, perché a livello nazionale ci siamo organizzati collettivamente e abbiamo fornito strumenti per poterci interfacciare. Lo spirito? Tutti abbiamo a cuore il proceso dell'unità; ma è limitativo fare solo i comunicati di solidarietà. Lo stato si rinnova, e la risposta è debole e difficile. Noi abbiamo cercato di sviluppare una risposta rispetto a quello che era necessario e possibile. Fornendo strumenti, partendo da quello che siamo. E' grazie a quest'esperienza che abbiamo sviluppato un'interfaccia con varie situazioni, che hanno potuto prendere il lavoro sul 270 e collocarlo nel lavoro territoriale. Le difficoltà non possiamo azzerarle dall'oggi al domani. Ma dobbiamo unire le nostre forze per gettare un piccolo sasso negli ingranagi della borghesia, e che domani diventi un mattone. APPELLO CONTRO LA TORTURA DEMOCRATICA ***LINK*** INTERVENTO DI UNA COMPAGNA DI VIAREGGIO Sono una compagna di Linearossa. Mi permetto di intervenire, anche se non ho partecipato direttamente alla Campagna, per due motivi. Il primo perché è importante raccogliere l'appello ad intervenire nel dibattito sul bilancio della Campagna, convinta che sia un appello coraggioso. Il secondo motivo perché il giornale "Lotta Unità", ha seguito la Campagna fin dal suo inizio; abbiamo, inoltre, fatto un articolo per l'iniziativa del 19 Giugno 2005, pubblicizzato il materiale della Campagna e pubblicato un'intervista ai compagni del Comitato Promotore. E' già stata evidenziata la controtendenza messa in atto con la Campagna rispetto a chi "coltiva il proprio orticello" anche sul tema della repressione. E penso che la condivisione fatta oggi da parte di "Supporto Legale" e "Dentro e fuori le mura", al lavoro svolto, rappresenti un fatto positivo e un riconoscimento a questa controtendenza. I limiti, a mio avviso, non vanno ricercati nella specificità del tema trattato. Ma nel fatto che non basta una sola Campagna per rompere con vecchi schemi. Per il bilancio si tratta di capire se la parola d'ordine: "unire ciò che lo Stato vuole dividere" sia una parola d'ordine giusta e cercare i limiti in ciò che è stato messo in campo per realizzare questa linea. Mi è sembrato molto interessante l'intervento del compagno di "Supporto legale", penso che molte cose che diceva e alcune risposte fanno parte e vanno ricercate nelle pratica del Soccorso Rosso degli anni '70. Penso che la forza raggiunta con l'unità realizzata sia stato il mezzo, abbia dato la spinta per "gettare" compagni e compagne, nella lotta contro la repressione, con più capacità, più competenze, strumenti più adeguati ed un certo grado di organizzazione. INTERVENTO DI UN COMPAGNO DI PEACE LINK Sono Raimondo Bruno, di Peace Link. Il 1° gennaio scrivevamo un appello al centrosinistra, che fosse punto discriminante della camapagna elettorale l'agenda politica dopo il 9 aprile. Poi ci sono state la demo del 18 marzo e la demo contro la guerra; e scrivevamo che le due demo erano analoghe. Riguardo al bilancio della Campagna 270, direi Buono, buono, buono! Se già è sufficiente un libro, questo è già un compito assolto. Poi siete stati gli unici a spiegare il decreto Pisanu. Avete determinato un linguaggio comune, a livello nazionale: il vostro. La settimana scorsa si è svolta a Roma un'iniziativa della Rete dei Comunisti, a cui ho partecipato come cane sciolto: facendo un confronto, la Campagna 270 ha meno apporto di studiosi universitari, voi lavorate più su gruppi di lavoro. Tutti e due avete poca visibilità nel movimento; che rapporti sarebbero possibili col Forum per la Libertà di Movimento? Voi siete concreti e seri; vi riunite, e presentate il vostro lavoro pubblicamente. Perché non provate a lanciare una campagna nazionnale sulla legge sulla tortura, che depotenzi il 270, il 41 bis. Mettere nell'angolo i deputati del centrosinistra, contor la legge contro la tortura del centrosinistra, per avere argomenti su come risponde il centrosinistra a questa istanza; anche se ho molti dubbi Oggi vi sono due livelli di attività: uno di studio, in gruppi limitato, ecc, un secondo a livello nazionale di movimento; Il punto è: come facciamo interagire questi due livelli? INTERVENTO DI UN COMPAGNO DI PERUGIA Sono entrato nella campagna senza appartenere ad alcuna organizzazione, basta viversi e sentire le ingiustizie. Quella del 270 è una questione importante, il 270 ingabbia senza limiti, tutti i non allineati. Nella campagna bisognava esserci perché oggi si cerca di limitare le forme di antagonismo all'organizzazione sociale capitalista. Come compagni di Perugia abbiamo svolto campagna per Paolo Dorigo, riguardo alla situazione del microcip che denuncia gli abbiano inserito in testa, per la sua scarcerazione, anche data una sentenza europea sulla sua "ingiusta detenzione".. Siamo contro le galere, i compagni in glaera tocca liberarli. Abbiamo fatto iniziative, e adesso Paolo è libero; adesso è in giro a dire che lo stato usa tutti i mezzi esistenti per indebolire l'identità rivoluzionaria, come la pesante questione del "suo" microchip. Ora è libero, dice che ha costituito un'associazione contro la tortura e le armi psichiche. Oltre a lui a Perugia vi sono due compagni turchi prigionieri, accusati di essere "terroristi", che si sono gia fatti due anni a gratis per decisione delle procure; finito il periodo di carcerazione preventiva, ma sel i tengono lo stesso. La turchia deve entrare in Europa, ecosì .. Dobbiamo essere capaci di costruire presenza al processo contro i compagni turchi; se il 17 giugno saremo a Milano, organizziamo anche una presenza di olidarietà ai compagni turchi arrestati a gratis. Dicevo, sono entrato come singolo nella Campagna, bisogna esserci, la controrivoluzione va avanti, e ci dobbiamo agglutinare per capire come muoverci. La campagna contro il 270 è risultata la miglior forma di percorso possibile, fra tutte le differenti situazioni. Ma ci si scontra con chimantiene la logica dell'orticello; qui è stata eliminata, altrove no. INTERVENTO DI UNA COMPAGNA DI COSENZA A cosenza è stata fatta la presentazione del Manuale di Autodifesa, ma non è stata possibile la costituzione di un comitato. Siamo un po' di compagni che hanno aderito alla campagna. Il manuale risulta un ottimo lavoro, perfezionabile. L'art. 270, più il 340, ecc, sono articoli che vengono applicati ai compagni che si occupano di lotte sociali. Ma, quando i compagni vengono arrestait, queste masse, immigrati, operai, ferrotramvieri, dove sono? Sotto le carceri ci sono i compagni, nelle piazze i movimenti. Noi ci stiamo confrontando con l'esperienza del processo al Sud Ribelle, più altre denunce perché questo processo pare non funzionargli appieno dopo le ultime modifiche al 270. Vogliono colpire chi ha portato a Cosenza alcune tematiche, Gallinari, Mumia, Ocalan, ecc, fino a Nadia Lioce, in isolamento da sola quando per legge ci devono essere almeno tre detenute anche in una sezione di isolamento. Crediamo nelle lotte aderendo a organizzazioni o da cani sciolti. Ma dove sono queste masse che difendiamo. Ci si impone una riflessione più ampia, inserire il nostro lavoro in un contesto più vasto. Parliamo di un lavoro sul 41 bis, reati associativi, necessità dell'amnistia o indulto; il 7-8 % dei detenuti è incarcerato per mafia, e il 33% per sostanze stupefacenti. Una liberalizzazione delle sostanze a livello mondiale taglierebbe le gambe al narcotraffico e ridurrebbe i reati e la popolazione detenuta. Allora lavoriamo sul 270 e basta o in un cxontesto più ampio? Anche il 41 bis, non è solo contro i detenuti politici, è anche contro ogni umanità. E' importante collegarsi con una realtà ampia per condurre le lotte, dai prigionieri a tutto il resto. Bisogna raccordarsi il più possibile per non rischiare l'isolamento e di andare a pagare per tutti. INTERVENTO DI UN COMPAGNO DI FIRENZE Rispetto al 41 bis, l'abbiamo spiegato nella campagna e nelle iniziative locali, agli studenti, spiegando cos'e, che è stato applicato ai mafiosi, poi ai detenuti politici. Va spiegato cos'è, nella pratica. INTERVENTO DELLA PRESIDENZA DELL'ASSEMBLEA Su molte questioni siamo in ritardo, su alcune cose possiamo provare a recuperare. Quando venne introdotto il 41 bis molti compagni ebbero enormi difficoltà ad affrontare la problematica. Ora, in più, sono diventate norme stabili, ede estese anche alla detenzione politica. E' un ritardo da colmare, e va affrontato. Rompendo quella dimensione di specializzazione di cui all'intervento precedente. Quindi, non costruire un team di esperti (anche se a volte è utile per gli altri approfondire). Se rimane fine a sestessa, la specializzazione non determina quel passaggio di relazioni sociali e politiche che vogliamo muovere. Lo spirito della campagna parte da uno specifico per affrontare due questioni: quella del metodo di lavoro, e quella dellla repressione. Per sperimentatre quel che da tempo noi non riuscivamo a fare. Ci siamo posti il problema di come fare; il 270 è stato una risposta. Molti hanno scelto diversamente. Spesso ci concentriamo su cosa è giusto fare, mentre bisogna ragionare su cosa è possibile fare. In questo caso un granello di sabbia l'abbiamo mosso. Indipendentemente dai complimenti di tutti, la consapevolezza è che questi materiali prodotti non sono la genialata di qualcuno di noi, ma il risultato di un lavoro collettivo: Banalità! Mica tanto! Nessuno di non sarebbe riuscito a farlo! Il fatto di averlo fatto è positivo, così come non siamo riudsciti in altri obiettivi. In questo spirito anche quest'assemblea: mettiamo a disposizione quest'esperienza. Da oggi, nonostante siamo pochi, di ciccia ce n'è tanta. Chiudere un'assemblea non può tradursi nel dare le risposte. Quindi non vogliamo fare un documentone finale. Facciamo un comunicato agile, di solidarietà a Bahar, per la demo il 17 giugo a Milano, il presidio il 16 a Perugia, e oltre a questo la nostra proposta è di fissare una riunione: nella campagna abbiamo messo in piedi dei gruppi di lavoro e lavorato; riproponiamo questo metodo. Restano a disposizione il sito web, poi c'è il manuale. Abbiamo individuato altre questioni su cui lavorare: - la traduzione e adattamento del manuale ad esempio; altri anno una campagna sulla questione immigrazione, noi occupiamoci di questa traduzione, approntiamo un tavolo di lavoro - la questione del lavoro, su cui sarebbe molto utile anche un manuale specifico. Bene, proviamo. A bologna quando ci inviatano a intervenire per radio, ci chiamano come esperti sul 270; non vogliamo diventare gli esperti su immigrazione, lavoro, questioni internazionali, . Ma fare delle proposte, cercare di capire se sono utili, mettersi attorno a un tavolo, e lavorare. Il 2 LUGLIO A FIRENZE è il primo week end utile. Noi ci impegnamo a mettere in fila i materiali e relazioni di oggi e di dare il la al lavoro, e dovremo trovare le risposte assieme, non ora e non qui, ma il 2 luglio, anche per lavorare su una sola di queste proposte. Stasera seguirà una cena qui al CPA per coprire le spese organizzative dell'assemblea. |