Ogni
cambiamento profondo non può che nascere da una sfera
extra - culturale, essendo prima un cambiamento di vita.
È dopo, di lì a un certo punto, che si rifanno
i nodi, le reti culturali. (...) Chi dice che [il '68] non
ha prodotto nulla è perché ragiona con la
mente di chi è già dentro una certa cultura
affermata, costituita, che si tratta solo di perpetuare.
(...) Accanto al volantino c'è stata la forma di
scrittura in stretto rapporto con esso, quella delle riviste.
Elvio
Fachinelli.
Il fondo "Giuseppe Milano" - donato
alla biblioteca nel 1992 - è costituito complessivamente
di circa 2.000 volantini, prodotti nel periodo 1967-1982.
Su Ipermnesìa per ora è visibile solo una
parte (800 volantini circa), relativa al periodo 1967-1974:
un lavoro parziale riguardo al fondo in se stesso, ma non
troppo ai fini della periodizzazione, se si tiene conto
che questi due estremi temporali circoscrivono assai bene
il primo periodo pre e post-sessantottesco del movimento
pisano, che fu sicuramente tra i più intensi e che
presenta notevoli caratteristiche di unitarietà.
Il lavoro di catalogazione sta comunque continuando.
Il fondo è composto da volantini raccolti dal professor
Giuseppe Milano all'entrata e all'uscita del liceo classico
"Galileo Galilei" di Pisa, dove ha insegnato materie
letterarie per diversi anni. Questo è il motivo per
cui quasi tutti i volantini sono prodotti a Pisa e tutti
sono stati distribuiti a Pisa.
Il limite più evidente del fondo Milano è
che non copre i mesi estivi, durante i quali la scuola era
chiusa; per il resto, invece, la raccolta ha un valore storico
decisamente interessante. La maggioranza dei fondi, infatti,
proviene o da singoli militanti o da sedi di organizzazioni,
per cui si tratta di raccolte univoche, legate all'organizzazione
o alle attitudini politiche soggettive del raccoglitore.
Il professor Milano, a quanto ci è dato di sapere,
raccoglieva invece tutto quello che ogni mattina gli veniva
offerto: il risultato è una raccolta varia e assai
viva, nel senso che di ogni avvenimento è possibile,
il più delle volte, avere uno sguardo ad ampio raggio
delle interpretazioni politiche: dai gruppi cosiddetti extraparlamentari
alle associazioni, ai partiti, ai cattolici di base (il
cui materiale, spesso conservato negli archivi diocesani,
è poco fruibile), ai fascisti (ed è noto come
tra i gruppi dell'estrema destra sia stato poco diffuso
l'uso di conservare in archivio il proprio materiale).
Abbiamo fatto la scelta di conservare e di pubblicare anche
alcuni documenti di formazioni fasciste. Proprio perché
pensiamo che la lotta al fascismo con ogni mezzo necessario
debba potersi avvalere anche dell'arma della memoria. Ricordare,
dunque, non per dare legittimità, bensì consapevolezza. |