edizione
2014
Vi
è
del magico nel cogliere un sasso dalla terra, cuocerlo
e demolirlo al fuoco, renderlo plastico con l'acqua, lavorarlo
secondo volontà
e riottenerlo solido grazie all'influsso dell'aria.
S
t o r i e di un materiale n o b i l e
video
promozionale http://www.youtube.com/watch?v=gbP5MJT1R8w
PROCLAMATO
IL PROGETTO VINCITORE
E'
stato decretato VINCITORE del Concorso Nazionale "Riscattiamo la Calce" il progetto "Contrada
Calcare antropologia, sapienza
e natura" giudicato il migliore dalla giuria composta dai
membri: per l'Ordine degli Architetti di Salerno arch. Alfonso Annunziata,
arch. Gaetano Nobile, arch. Michele Vallo, arch. Rosalba Fatigati; per
l'Ordine degli Architetti di Potenza il presidente arch. Michele Graziadei,
arch. Antonella Cutolo, arch. Giuseppina Villano; per la professione
nell'uso della calce arch. Daniela Re .
I PROGETTI:
cliccare
sull'immagine per ingrandire
|
|
|
|
La
Carcara del Roccazzo a Nemoli (PZ)
autori
Antonio
Viceconti e Amanda Cabiddu |
Calcara
Picotta - Santuario
autori
Roberta
Piroddi e Martina Favarese |
Contrada
Calcare antropologia,
sapienza
e natura
autore
Valentino Bonini |
Sologno
paese degli intonaci rosa
fuori
concorso
autore
Pietro Giorgini |
Un
concorso nazionale, organizzato da A.U.S.S. e Forum Italiano Calce,
che ha come tema la riscoperta di storie legate alla produzione
della calce, che per secoli è
stato non solo il più
usato legante per costruire, ma anche una fonte di economia e
sostentamento per intere comunità
che di calce vivevano. Al concorso si partecipa attraverso l’elaborazione
di una tavola (foto, disegni, testi) dove si racconta in modo
originale e creativo, la storia di una fornace.
Il
concorso prevede la partizione in più
sezioni territoriali (provinciali o regionali) con l’obiettivo
di coinvolgere tutto il territorio italiano e catalogare tutti
i dati storici, geografici e culturali raccolti in unico
database nazionale.
Tema:
si tratta di
raccontare la storia di una fornace localizzata nella zona
geografica definita
dalla specifica sezione territoriale.
L’elaborato da inviare consiste in una tavola, formato A2 (57x39,6
cm) verticale, stampata su cartoncino e plastificata.
La
composizione deve sintetizzare la storia della fornace e può essere
liberamente formulata dal concorrente attraverso l’utilizzo di
foto, disegni e testi.
La fornace prescelta deve essere documentata
attraverso almeno una fotografia, può essere quindi una fornace
demolita, in disuso o in uso;
La
prima sezione è
in attesa di aggiudicazione del vincitore, una giuria costituita da
tecnici degli Ordini degli Architetti, Progettisti e Paesaggisti di
Salerno, Potenza e Cosenza si esprimeranno entro la prima metà
di gennaio 2015.
|
edizione
2013
Nel
Cilento la memoria della calce non si è
spenta!
Lento
e costante è il processo di riappropriazione delle conoscenze
riguardo l'uso della calce, così con la seconda edizione di Carcare
Accese abbiamo imparato e condiviso ulteriori accortezze e racconti. L'evento
ha visto la partecipazione di 3 volontarie dello S.C.I. (Servizio
Civile Internazionale http://www.workcamps.info/icamps/IT-SCI/it/welcome.html
)
che come tre vestali hanno garantito il fuoco acceso per i tre
giorni e notti necessari alla cottura della pietra calcarea. Momenti
condivisi con i più curiosi, con amici che ci sostengono, ma anche
con esperti fuochisti che hanno voluto dare prova della loro abilità in, per loro, inediti forni. Il
lavoro dell'associazione si sta concentrando sulla raccolta delle
informazioni storiche, delle testimonianze e sulla costruzione della
calcara per la sperimentazione di questa antica tecnica.
Prossimamente vorremmo lanciare il progetto CARCALIBRO per la
costituzione della biblioteca delle calcare; inviteremo alla
partecipazione attraverso la segnalazione di fonti bibliografiche
relative alle calcare, chiederemo donazioni in libri dei testi a
tema, ed anche la donazione di copia delle foto storiche delle
vecchie calcare con l'invito a scrivere la relativa storia.
Cronaca delle
vestali - Maggio 2013 – campo SCI
–
Martedì
21 maggio: noi tre volontarie, Gabi dall’Austria, Anne
dalla Finlandia e Gaia da Torino ci troviamo nella piazza
principale di Sapri, dopo tre rispettivi lunghi viaggi in
treno e aereo, per prendere il pullman che ci porterà a San
Giovanni a Piro, all’hotel Caluna Charm. È qui che si
trovano le due piccole carcare costruite da Gerardo Paladino
aka Cicerone, noto costruttore di quest’area (e dell’hotel).
Noi dormiremo in un casolare proprio sopra le carcare. Sapri
ci sembra una tranquilla cittadina a cavallo tra montagna e
mare, col caffè a 60 centesimi e venditori di mazzi d’aglio
agli angoli delle strade. Ci
sentiamo un po’ spaesate nell’attesa, ma ecco che ci viene
incontro Amalia, l’ideatrice di Carcare Accese, che fa il
tragitto in bus con noi, iniziando a illustrarci le bellezze
del luogo.
Mercoledi
22 maggio: noi tre ragazze andiamo in esplorazione a
Scario, un paese a qualche chilometro da dove stiamo noi.
Mentre facciamo un meritato bagno in mare per rinfrescarci,
pensiamo che Scario è davvero tutta per noi , senza la ressa tamarrica di agosto…forse anche
troppo: il nostro passaggio è seguito da occhi incuriositi e
pure un po’ inquisitori.
In
queste sere non mancano le occasioni di convivialità, fonti
di divertito stupore per le riservate Anne e Gabi: iniziamo a
conoscere le altre personalità del luogo…
Nicoletta, la nostra coordinatrice
nonché fornitrice di prelibatezze locali, Venturino, l’uomo
del legno e dei coltellini, e i musicisti..Antolin, con le sue
canzoni ricercate, il Massaro, che grida tarantelle, e tanti,
tanti altri, con vini, salami, prodotti dell’orto. Anche noi
volontarie si canta e suona: Anne ci incanta con la sua voce
cristallina e la chitarra malinconica, e Gaia si
cimenta col flauto a seguire il Massaro nelle tarantelle
malandrine.
Il
giorno dopo, giovedì 23 maggio, si inizia a fare un po’ sul
serio col lavoro di promozione dell’evento che ci sarà nel
weekend: l’accensione di una delle carcare, preceduta da un
tour nella piccola mostra che allestiremo per mostrare i
progetti dell’ AUSS e nelle terrazze di fitodepurazione
presenti nel giardino dell’ hotel. Perciò portiamo in giro
i volantini a Sapri, e concludiamo la giornata con una pizza
come si deve. Il tempo atmosferico non è fra i migliori, e
noi ragazze iniziamo a temere fortemente per l’accensione
della carcara: percepiamo la preoccupazione di Amalia.
Venerdì
24 maggio: iniziamo a lavorare “sul campo” spostando le
fascine per la carcara più vicino al forno. Sono tutte bagnate, pesano e nascondono
animali striscianti di ogni genere, ma noi volontarie
sprezziamo il pericolo e la fatica, spinte dalla curiosità e
anche dalla consapevolezza che saremo premiate da cenette
ottime..a base di cavatielli!!
Sabato
25 maggio: allestiamo la mostra coi cartelloni di Amalia: ..e poi finalmente..arrivano un po’ di persone e si inizia
il tour! Si spiega il lavoro dell’associazione, si parla del
ciclo della calce, si va a vedere la fitodepurazione
Domenica
26 maggio: dopo cena, inaspettatamente, si decide di accendere la
carcara grande : qualcuno vorrebbe rimandare per via del tempo
incerto, ma Amalia rompe gli indugi.. e quindi, con tutti gli
amici arrivati per cena si va alla carcara. Salvatore accende il fuoco, e gli uomini tutti
mostrano a noi volontarie come mettere le fascine nella
fornace. Pian piano poi tutti se ne vanno, e rimaniamo da
sole, noi tre, alternandoci in turni di quattro ore a testa,
notte e giorno senza mai lasciare da solo il fuoco. Il lavoro
è duro, sudiamo come elefanti in calore nella savana: le
fascine pesano, e
all’inizio la paura di incendiare tutto è tanta. Poi ci
accorgiamo che ci si abitua abbastanza in fretta, e la fatica
è compensata dal panorama circostante, un vero locus amoenus, e pure dalla consapevolezza di essere le
prime donne a aver tenuta accesa una carcara!! Certo, la
carcara non è per la produzione industriale, ma va benissimo
per il nostro scopo: far conoscere questo antico metodo di
produzione della calce a più persone possibili in
quest’area. Anche noi volontarie, una volta tornate nelle
nostre case, parleremo della nostra esperienza e magari
susciteremo l’interesse di qualcuno…chissà!!
In
questi tre giorni di cottura alcuni volenterosi ci fanno
compagnia durante il giorno: Giuseppe, che ci
illumina con le sue conoscenze da vero mastro fuochista, e
Nicoletta, che “sbracia” come una dannata! E poi gli ospiti serali che danno il loro
contributo occasionale…ognuno con le sue opinioni personali
su come gestire la carcara: mettere o no sopra il cumulo di
pietre la terra per far cuocere meglio le pietre? Togliere o
no le braci man mano che si accumulano nel forno? …Le braci
le togliamo con la carriola. I tre giorni di cottura scorrono, e
arriva la sera dello spegnimento del forno, mercoledì (che
consiste semplicemente nel non mettere più legna!) …ancora
tante persone, musica e...noi ragazze che tiriamo il fiato! A questo punto si
devono far raffreddare le pietre “trasformate” per qualche
giorno, per poi prenderle e passare all’altra fase, lo
spegnimento della calce viva.
Venerdì
31 maggio: procediamo alla pulizia della zona circostante la
carcara, che sembra un terreno di battaglia o un campo in cui
abbiano grufolato felici i cinghiali..si provvede anche a
rimuovere la cenere dall’interno della carcara: dopo giorni
è ancora bollente! E…sorpresa…ravanando nel cumulo di
cenere troviamo frammenti di pietre completamente cotte, belle
bianche e friabili, pronte per essere spente nell’acqua! Nei
giorni seguenti, sabato 1 e domenica 2, rimuoviamo le pietre
da sopra il cumulo: nel farlo osserviamo che soprattutto
quelle più grosse non sono completamente cotte. Tuttavia non
ci facciamo scoraggiare: annotiamo che la prossima volta sarà
necessario tenere la carcara accesa per alcuni giorni in più
per arrivare a una cottura completa di almeno l’80% delle
pietre.
Queste
prove tecniche ci permettono in ogni caso di arrivare fino
alla fase dello spegnimento: mettiamo le pietre completamente
cotte nel bagnolo e, insieme al nucleo duro di fuochisti, a
Amalia, Pina e al Cicerone, le irroriamo d’acqua
e…magia!!!...dopo qualche minuto iniziano a “fiorire” e
a sciogliersi. Che emozione pensare che questo candido e
semplice “yogurt” nei secoli è servito a dare un tetto ai
nostri antenati!!, (e non solo quello!)
Lunedì
3 giugno: la fine del nostro campo si avvicina purtroppo…ci
concediamo due giorni di pausa dal lavoro andando a fare una
passeggiata nella bella macchia mediterranea che
contraddistingue quest’area..e, già che ci siamo, tra un
lentisco e un’erica troviamo una carcara antica in mezzo al
bosco: le sue pareti, visibili perché essa è scoperchiata e
aperta, sono tutte rosse dal momento che la terra che le
formava si è cotta.
Martedì
4: nel pomeriggio andiamo a visitare la bottega di Maurizio,
pittore di Sapri dal tratto raffinato, per far contenta Gaia,
che voleva conoscere alcuni artisti e artigiani locali.
Tornate a casa iniziamo a preparare gli zaini…che tra
l’altro saranno pieni dei manufatti comprati da un anziano e
saggio artigiano di legno d’ulivo che espone i suoi lavori a
San Giovanni a Piro, a cui abbiamo fatto una visita nei giorni
precedenti. Gabi porterà ai suoi figli a Vienna una enorme
sezione di tronco ben levigata e oliata, da appendere in bella
vista a memoria di questa avventura nel nostro Belpaese.
Mercoledì
5: gita in barca con molti dei nuovi amici della carcara: il
trio “pelati d.o.p.” Cesare,Venturino e Giuseppe, poi
Amalia e Nicoletta, il Massaro, noi tre volontarie, Stella, il
barcaiolo e sua figlia. Fa freddino per essere giugno (23
gradi)..e disperiamo di non poter fare un agognato bagno
ristoratore…ma ecco che Nicoletta ordina al barcaiolo di
attraccare in una spiaggia speciale…la spiaggia di Saverio,
proprietario del rifugio La Taverna del Lupo! Si pranza tutti
assieme con lui e i suoi uomini sotto i carrubi, dopo
l’agognato tuffo, e ballando al tempo di tarantelle! Poi
torniamo perché noi tre volontarie si deve finire i
preparativi per la partenza- ahimè- e
soprattutto..predisporre per la cena di stasera, a cui sono
invitati tutti ! Si mangiano prelibatezze a base di pesce, si
beve il vino di Fabrizio ma soprattutto…si balla e si
suona…organetti, chitarre, flauti…per dare un giusto
arrivederci a questa edizione di Carcare Accese.
Giovedì
6: risveglio difficile…con un connubio di vino sincero e
sana stanchezza nelle vene che ci rallenta un po’, per usare
un eufemismo. Le nostre strade si separano per adesso. Noi
ragazze salutiamo Amalia e Nicoletta, che fanno colazione con
noi con il dovutissimo melange caffè-aspirina, e poi ci
avviamo chi a Sapri e chi a Salerno, grazie a un passaggio in
macchina, per prendere i nostri treni. Ciao San Giovanni, ciao
calce! Nelle nostre città guarderemo ogni edificio con una
diversa ottica ora, cercando calce ovunque. E speriamo di
trovarne sempre di più in futuro…
Si
ringrazia per la stesura del diario delle vestali
l'autrice-vestale: Gaia Carfora.
|
edizione
2012
Recupero
della tecnologia tradizionale nella produzione e nell'utilizzo della
calce, questo lo scopo dell'evento "Carcare accese", la
prima edizione si è svolta
dal 24 al 25 di novembre 2012 a San Giovanni a Piro (SA). Per l'occasione sono state organizzate attività
che coinvolgessero in diversi modi i partecipanti: un'escursione lungo la
masseta per visitare un'antica calcara, accompagnati dal gruppo
escursionistico Hitrek e un corso sulla calce tenuto dall'associazione
Forum Italiano Calce.
Donne
e uomini raccontano ancora di quando andavano a fare fascine, della
capacità di mantenere il fuoco nelle
“carcare”
che costruivano scavando il fianco di un pendio e di cui si trovano
i resti in tutto il territorio.
La calce, legante antico e apprezzato per lungo tempo, è stato
largamente usato dall'uomo per edificare, decorare, proteggere le
costruzioni e quella prodotta nel Cilento si dice fosse molto
apprezzata, Vincenzo Abramo in "Mulini ad acqua nel
Cilento", Duminuco editore 2004, a pag 64 nota 1 dice che era
di ottima qualità e che veniva esportata su barconi verso i grandi
centri.
Mmantenere viva la memoria di questa tradizione
attraverso un evento che possa non soltanto rievocare un'antica
produzione e i suoi utilizzi, ma essere l'occasione per recuperare
le conoscenze e l'utilizzo vista la contemporaneità che
questo materiale di alta qualità sta mostrando nel campo del
restauro, dell'architettura compatibile e dell'edilizia di qualità.
sabato
24 novembre ore 8:30- Accensione della prima carcara: Santino è il
primo carcataro del III millennio!
durante
l'evento si è tenuto il corso "il Ciclo della Calce"
tenuto dal Forum Italiano Calce, nella mattinata la parte teorica
pomeriggio
escursione alla carcara della Masseta accompagnati dal gruppo HiTrek
di S.Giovanni a Piro
il fuoco
deve stare sempre acceso e la notte tutti attorno alla carcara:
suoni, racconti e convivialità contemporanee
domenica
mattina - parte pratica del corso: spegnimento con acqua della calce
viva e successiva formazione di grassello di calce
altro
metodo di spegnimento della calce viva: nel bagnolo e nel cesto
prove di
malte: legante calce viva e inerti idraulici
|