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STORIA

Nel 1913 la casa farmaceutica tedesca Merck brevettò l’MDMA come farmaco dimagrante; non venne mai commercializzato, ma la molecola fu somministrata ai soldati durante la prima guerra mondiale per combattere fame, sete e paura. Nel 1953 l’US Army Chemical Center se ne occupò sbrigativamente concludendo che era meno tossico di altre sostanze conosciute e non interessante dal punto di vista bellico.

 
Nel 1976 il chimico statunitense Alexander Shulgin riportò alla luce il brevetto della Merck e s’interessò dell’MDMA per i suoi effetti psicoattivi. Egli era un convinto sostenitore dell’impiego delle droghe in psicoterapia e dopo averla sperimentata personalmente e averne descritto dettagliatamente gli effetti, convinse i colleghi psicoterapisti ad iniziare una sperimentazione clinica della sostanza sui loro pazienti.
La ricerca a fini psicoterapeutici fu condotta anche in svizzera per circa dieci anni, da una società di psichiatri che trattò centinaia di pazienti con l’MDMA; la sperimentazione è stata interrotta nel 1993 con un decreto governativo.

A partire dagli anni ’80 il consumo diffuso dell’Ecstasy è diventato una realtà negli ambienti underground della controcultura californiana e statunitense. Nell’arco di un decennio l’MDMA si è diffuso inizialmente negli stati uniti e in seguito in tutta Europa, un consumo legato soprattutto al mondo delle discoteche, dei raves, delle grosse feste di musica elettronica (soprattutto nella scena house e tecno). Negli USA la sostanza è stata dichiarata illegale nel 1985, in svizzera nel 1986, in Italia nel 1989. Nel primo grande sequestro di MDMA in Italia (nel 1998, 3000 compresse) i carabinieri dovettero restituire tutto al “legittimo” proprietario perché l’ecstasy non era ancora inserita nella tabella delle sostanze proibite dalla legge.

Nonostante proibizionismo e campagne mediatiche che ciclicamente parlano di allarme, l’ecstasy rimane oggi parecchio diffusa. Molti laboratori clandestini modificano le strutture delle sostanze per ottenere composti che aggirino le tabelle delle sostanze illegali decise dai governi. Ogni composto può presentare specifiche neurotossicità ed effetti secondari e la velocità con cui queste sostanze vengono immesse sul mercato non permette uno studio e una conoscenza adeguata su effetti e rischi.
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