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scala 25603:1 > il folletto
Settembre.
Ci siamo lasciati con l’impegno
preso da parte del sindaco Alberto
Fossati e dell'assessore alle
Politiche giovanili Emilio Florio:
una richiesta alla Rete Ferroviaria
Italiana di rimandare ad aprile
l’abbattimento del casello “per
consentire a questo comune di
reperire altre sedi idonee alle
attività di aggregazione
giovanile (ma non solo queste!)
attualmente ospitate nella struttura
in oggetto” .
Sono passati alcuni mesi, aprile
si avvicina e nulla
è cambiato. L’assessore
Emilio Florio, il sindaco Alberto
Fossati, la consigliera Alice
Boni chiedono di nuovo tempo
alla RFI perché uno
spazio dove continuare a far
vivere i progetti del Folletto25603
NON è ANCORA stato trovato.
Cosa deciderà la RFI è un’incognita.
Ringraziamo ancora una volta
quella parte di città
che comprende l’importanza
del Folletto per Abbiategrasso.
Ringraziamo chi ha fatto e
continua a fare dei gesti concreti
per trovare delle possibili
soluzioni definitive.
Purtroppo oggi siamo costretti
a porre il problema pubblicamente,
lanciando un allarme a tutta
la città
e a tutte le persone che in
questi anni ci sono state vicine
e a quelle che ci staranno
vicine con atti concreti.
Inutile dire che l’andamento
delle cose ci preoccupa.
Crediamo che la situazione
del Folletto25603 sia specchio
di un disagio più esteso.
Il Folletto25603
è precario come già lo
sono le nostre singole esistenze,
come lo è il lavoro,
il salario, il futuro.
Incerta dunque la nostra esistenza
in un mondo che corre a folle
velocità, incurante
del rischio di schiantarsi.
Le cose precipitano invece.
Consideriamo la precarietà come
qualcosa di più che
un momentaneo e limitato malessere
sociale, precarietà è qualcosa
che stiamo toccando tutti con
mano, qualcosa che lascerà
segni profondi sulla pelle
d’ognuno.
A problemi comuni si risponde
con soluzioni individuali,
egoistiche. Il Folletto è una
risposta collettiva a problemi
comuni. Una partecipazione
solidale alla questione comune.
Un modo diverso di vivere e
attraversare il territorio.
L’attuale stato delle
cose stabilisce rigide gerarchie
su chi è degno, perché capace,
di avere e determinare un proprio
destino individuale, e chi,
privo di requisiti necessari,
non può
che essere escluso. Un darwinismo
sociale che sembra essere l’unica
retorica in grado di giustificare
la ferocia del mondo attuale.
Chi vive da precario vive sotto
lo smacco del ricatto, tutelare
il diritto di esistere del
Folletto non significa solo
dare un meritato fermento allo
sviluppo locale e territoriale,
significa anche sfaldare determinate
trame coercitive.
Il Folletto come progetto collettivo
che coinvolge delle singolarità NON
può cessare di esistere.
Tutto è incerto una
cosa è sicura: dal casello
di via Lattuada NON ce ne andremo
fino a quando verrà trovata
una soluzione alternativa,
definitiva e degna. Se ci vogliono
cacciare dovranno usare la
forza.
Il Folletto vuole spazio, e
non è un capriccio giovanile.
Mettersi in gioco e scommettere
sul Folletto significa investire
sul futuro di questa città.
Ma
oggi cogliamo anche l'occasione non solo per
parlarvi dei nostri problemi esistenziali, ma
anche per raccontarvi le novità rilevanti
che cogliamo attraversando e vivendo la nostra
amata e odiata cittadina. I nostri progetti,
le nostre inchieste, le nostre osservazioni,
le nostre azioni
- scala
1:1 > Abbiategrasso
Vivere
nel territorio. Vivere ad Abbiategrasso. Le
città vivono
di percezioni, uniche e individuali.
Le città scorrono nel bene e
nel male.
Sicurezza, è una priorità,
la città
è presa d’assalto da “orde
criminali”. Si chiedono soluzioni.
Compriamole! Il pacchetto è
pubblicizzato da telegiornali e talk
show: videosorveglianza, vigili di
quartiere, ronde ausiliarie, rivoltella
nel cassetto e sotto il bancone.
La risposta è privatizzare
e militarizzare gli spazi pubblici.
Con la scusa di rendere più
sicuri strade, parchi e negozi li
si rende meno liberi. Così il
raggelante e terrorizzante spettro
delle ‘strade insicure’ tiene
la gente lontana dagli spazi pubblici
e le impedisce di coltivare le doti
e le qualità necessarie per
partecipare alla vita pubblica. Senza
accorgerci che in realtà
c’è più sicurezza
con più
socialità.
Noi avvertiamo, ma non siamo i soli,
dinamiche che vanno al di fuori della
vivibilità, della convivenza
paesana, proprie di città come
Abbiategrasso; per cui semplici e
giusti controlli di routine si trasformano
in mezz’ore di accertamenti
senza la benché minima possibilità di
chiarimento, discussione, o semplicemente
spiegazione del proprio sentire,
che invece dovrebbe verificarsi con
una persona in divisa, soprattutto
in un paese come il nostro in cui
fortunatamente ci si conosce un po’ tutti.
Senza dimenticare per esperienza
diretta, nostra o di altri ragazzi,
il verificarsi di altri eccessi di
prepotenza (o di potere, se vogliamo
chiamarlo così) in cui per
1gr, ovvero per poco più
di due “canne”, delle
persone vengono prese a schiaffi...
Alla stessa stregua ausiliari da
seicento euro al mese raccolgono
soldi per le tasche del comune applicando
tolleranza zero per il divieto di
sosta. E gli stessi soldi vengono
buttati via in telecamere e rotonde
quadrate con giochi acquatici.
La città si trasforma, la
cementificazione selvaggia crea nuovi
problemi portati dall’erosione
del terreno agricolo che comporta
modificazioni di carattere paesaggistico
ma anche sociale. Queste le vere
ragioni dei problemi di sicurezza
e di precarietà!
Questo è il nostro sguardo
sulla nostra cittadina e la denuncia
che facciamo a chi la governa : è
urgente invertire la tendenza che
ci farà precipitare nelle
problematiche metropolitane. Fermare
l’intolleranza e la violenza
di singoli uomini in divisa ( non
condanniamo le forze dell’ordine,
ma non accorgersi che alcuni singoli
abusano del proprio ruolo puo’
essere pericoloso). Rivedere il ruolo
degli ausiliari della sosta (fermare
il loro ruolo coercitivo, arrogante
e a dir poco maleducato- rivedere
la loro formazione e anche i loro
stipendi- 600 euro è una miseria
per ricevere insulti e di contro
minacciare i propri concittadini
). Fermare la videosorveglianza (una
spesa assurda che non risolverà nessun
problema di sicurezza e criminalità).
Fermare gli sperperi economici in
progetti di arredo urbano inutile
( vedi la rotonda- fontana o assurdi
progetti di viabilità). Auspichiamo
prese di posizioni chiare e oneste
da parte degli assessorati competenti.
ZERO TOLLERANZA. ZERO TOLLERANZA
PER DAVVERO!
Nel frattempo anche noi presentiamo
il nostro progetto di VIDEOSORVEGLIANZASPONTANEO:
saremo in giro per Abbiategrasso
a video sorvegliare consigli comunali,
tutori del disordine, ausiliari spazientiti,
padani xenofobi e neo-nazizsti …se
non avete nulla da nascondere non
dovete preoccuparvi di essere ripresi
dalle telecamere del Folletto!!
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scala 1:25603 > Alice Boni
Tutti
i nostri progetti si basano sulle relazioni.
Una delle relazioni più importanti
che abbiamo coltivato è quella
con Alice Boni. Con Alice abbiamo
creato dei percorsi progettuali
oltre che di contraddizione e
di discontinuità
all’interno delle istituzioni.
Le nostre sperimentazioni sono
state forse piu’ osservate
e riconosciute all’esterno
del nostro territorio ( tra
cui l’università e
la provincia) anche se gli
effetti sono stati territoriali.
Oggi Alice Boni
è candidata alla camera
dei deputati alle prossime
elezioni politiche.
Per noi la politica può essere
uno strumento del nostro agire
sociale. Il Folletto non vede
nella politica istituzionale
e parlamentare il campo del
proprio agire ( se no saremmo
altro) ma individua in alcuni
ambiti e in alcune figure dei
terreni in cui giocare la propria
scommessa per una trasformazione
radicale dei territori e per
invertire i fenomeni distruttivi
di portata globale. Irrinunciabile
per noi il confronto e il conflitto
con chi governa i territori.
Il nostro agire vuole liberare
delle porzioni di territori,
crede nell’autogestione,
nell’autorganizzazione
e nell’autogoverno .
Per far questo i politici devono
rinunciare a parte del loro
potere e mettersi in gioco
per ri-inventare un modo di
vivere gli spazi pubblici.
Questo è il percorso
che stiamo facendo con Alice
Boni. Non ha nulla a che vedere
con il varietà
della politica che ci mostrano
in televisione o che leggiamo
sui giornali. Non è una
questione di partito o schieramento.
E’ una questione di relazioni,
confronto, conflitto e progetti.
Una scommessa!
Folletto25603,
pronti al peggio
Il folletto25603 ha prodotto insieme alla
sua vasta rete di relazioni che esce dal casello,
si sposta verso la cittadina per arrivare alle
campagne attorno a noi, per poi prendere il
volo per la metropoli e per soggetti e realtà sparsi
un po’ a macchie in tutto il mondo. Il
folletto25603 ha prodotto e continua a produrre,
innanzitutto riflessioni e relazioni, usando
come strumento eventi, alcuni più
definibili come culturali come la mostra
sul carcere o sulle sostanze stupefacenti,
altri più ludici come i numerosi concerti
sicuramente non riconducibili a precise definizioni
di genere o di moda musicale, altri più direttamente
collegati alle peculiarità
del territorio in cui viviamo, quindi collaborando
con agricoltori della zona su progetti e
processi diretti di trasformazione finalizzati
al miglioramento e alla semplicizzazione
delle risposte alle necessità
materiali per chi produce e per chi consuma,
collegandoli direttamente. Da non dimenticare
il lavoro sul quartiere, quella porzione
di terra e di persone, che quotidianamente
è attraversato, modificato e creato
insieme a chi lo abita, come noi, e naturalmente
lo rende piacevolmente vivibile: una piccola
e particolare biblioteca tenta di farsi strada
proponendo volumi difficilmente rintracciabili,
così che l’utenza
è addirittura più allargata
di chi semplicemente vive la città,
e il laboratorio elettronico in cui c’è la
possibilità per chi viene a trovarci
di navigare in internet gratuitamente.