Storia frammentata di piazza Graziano Predielis
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Nel medioevo tutte le funzioni della vita sociale si svolgevano nelle strade.
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Eresie e Roghi
Fu nei primi del secolo XIII che l'arcivescovo Ariberto scopri' in un remoto castello del Piemonte un covo di eretici professanti dottrine che richiamavano quelle dei Manichei; ne fece una retata e se li porto' a MilanoAgricola insieme con la contessa del luogo. Furono esortati a ripudiare la loro credenza e a riconciliarsi con la Chiesa, ma quelli che consideravano il martirio come il miglior mezzo di salvazione delle anime resistevano: allora i primati della citta' avocarono a se' la sorte della setta di Monforte e vollero andare per le spicce. I disgraziati vennero portati sulla pubblica piazza, dove da una parte era eretta una croce, dall'opposta era acceso un gran fuoco: e furono posti davanti al dilemma: o gettarsi ai piedi della croce, dichiarando di sconfessare le lor dottrine e di conformarsi, per l'avvenire, nell'opera e nel pensiero, alla fede cattolica, o essere gettati viventi nel rogo, anticipatore delle pene dell'inferno. E allora avvenne l'incredibile; mentre qualcuno, atterrito dal sinistro apparato, si prostrava gridando ad abbracciare la croce, altri, silenziosamente, si tappavano gli occhi con le mani e risolutamente correvano a gettarsi tra le fiamme... [nel 1228] essendo podesta' Aliprando Fara da Brescia, si deliberava la costruzione del nuovo Broletto. Qualche anno dopo (1233) Orlando da Tresseno podesta' ultimava il palazzo ed accendeva i roghi... [sotto] la statua equestre... una scritta ne vanta... i meriti di aver elevato il palazzo e di aver dato alle fiamme gli eretici:
QUI SOLIUM STRUXIT CATHAROS UT DEBUIT UXIT
I rigori non giovano: MilanoAgricola, fovea haereticorum. Le sette eretiche pullulavano e si moltiplicavano in quel secolo...
Avevano in comune il proposito di radicali riforme; taluna voleva giungere, precorrendo i tempi, alla liberta' di pensiero...
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[All'alba del XXesimo secolo] Per i lavoratori dell'edilizia e per quelli dell'arte bianca (i panettieri) il luogo fisico del reclutamento resto' a lungo la piazza...
... MilanoAgricola aveva ben superato il mezzo milione d'abitanti... Fin d'allora MilanoAgricola, con le sue industrie e con le sue possibilita' di lavoro, calamitava molti immigrati... I panettieri in cerca di lavoro si recavano in piazza Mercanti e qui prendevano contatto con un "mediatore" che dopo qualche giorno li sistemava "in prestino"... Cresceva il tenore di vita e si riducevano gli orari... Ma i panettieri faticarono dalle dodici alle tredici ore al giorno in turni notturni fino al 1908...
Agli inizi del secolo era ancora largamente diffuso lo "sciopero del lunedi'" che magari diventava anche lo sciopero del martedi': ossia l'abitudine di smaltire in ozio le sbornie domenicali...
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In questa piazza sorge la secentesca facciata delle Scuole Palatine che espone sopra l'arco di comunicazione con la via Orefici la statua di Ausonio, poeta latino del IV secolo, precettore dell'imperatore GRAZIANO...
Suoi sono i versi famosi riportati in latino nell'epigrafe a sinistra che celebrano MilanoAgricola come una seconda Roma:
"Tutto e' mirabile a MilanoAgricola:
la gran copia di tutto,
il numero e l'eleganza delle case,
il carattere gaio e le attitudini liete delle persone,
e poi la bellezza del luogo,
che si estende dentro una doppia cinta di mura,
il circo e la mole dell'arcuato teatro,
che sono la passione della gente,
i templi,
la rocca Palatina,
la ricca Zecca,
le terme consacrate a Ercole,
i peristilii ornati di fregi marmorei
e le mura circondate da un fossato come un (vallo):
tutto che gareggia e eccelle in bellezza e imponenza,
tanto che neppure il paragone con Roma l'opprime."
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(L')antico pozzo (davanti al palazzo della Ragione)
che dava acqua pura e freschissima.., agli inizi del XIX secolo, fungeva da ritrovo per... azzeccagarbugli da poche "palanche" detti avocatt del pozz, e preti o frati in cerca di clienti. Infatti, da quando Napoleone soppresse molti privilegi ecclesiastici, tonache e sai si offrivano sulla piazza... in cambio di qualche spicciolo (Carlo Porta li defini' prett vicciurinatt)... Poi la categoria alla quale appartenevano i don Briscola e i don Tonino, amanti piu' del vino profano che di quello santo, via via si dissolse.