2008.06.30
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La progettazione deve seguire le leggi della vita, non opporvisi
— Nancy Jack Todd, John Todd - Progettare secondo natura
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Monday, June 30, 2008
———————
(entro il 30 giugno) c'e' da pagare l'acconto dell'ICI
[FiloDiPaglia] ritirare il tonno martedì dalle ore 19 alle 20
il 30 è il compleanno d'edmondo
il lune c'e' BiKe su ResonanceFM ( http://thebikeshow.net/ )
Notes
Post Claim
What is it?
Just write a new post in your blog that includes a special link to your Technorati Profile to get the ball rolling.
Il magico mondo del sapone
[Gass][NoBlogs.org]
Da sempre affascinata dagli altrui spignattamenti cosmetici, ne sono sempre rimasta alla larga, sostenendo di non avere tempo, capacità, e soprattutto: voglia di pulire la cucina, dopo. Ma arrivano momenti di cambiamento nella vita! Momenti in cui sistemare-la-cucina-dopo, diventa persino un modo per rilassarsi dalle fatiche della settimana. Momenti in cui capisci che se devi pulire, è perchè hai prodotto qualcosa di personale, di tuo, di ecologico e ciò ti riempie di soddisfazione.
Così, dopo essere riuscita ad autoprodurre tofu e seitan, e aver persino iniziato a coltivare origano e basilico sul balcone , la lettura dell'articolo di Lola sul sapone è stato come il canto delle sirene per Ulisse. Non potevo non saponificare. Oltre all'articolo suddetto, ho studiato praticamente da cima a fondo tutto il sito "ilmiosapone", in special modo la parte sulla sicurezza, onde non correre il rischio di ustionarmi o peggio di incendiare l'unica dimora mia e di mio marito - il quale, al mio entusiastico "sappi che domani faccio il sapone!!!" ha risposto scuotendo la testa sconsolato e borbottando "ho una moglie pazza".
Prima di proseguire nel racconto, riassumo per i lettori che non ricordano bene, il procedimento per la saponificazione a freddo:
- si scelgono gli oli e la loro quantità;
- si calcola quanta soda occorre e quanta acqua occorre [ottimo il calcolatore in excel che trovate sempre sul sito ilmiosapone];
- in una pentola si miscelano gli oli e si scaldano;
- in un'altra pentola si mette l'acqua distillata e vi si versa la soda;
- quando oli e soluzione di soda hanno raggiunto i 45°, si versa la soluzione di soda nell'olio, e si va di frullatore ad immersione;
- ad un certo punto si forma il "nastro", ovvero la miscela si è così addensata che se la si fa colare "scrive" sull'impasto sottostante;
- si uniscono quindi eventuali coloranti, profumi, oli a crudo vari e
si versa negli stampi. Si avvolge con una coperta e dopo 24 ore si
estrae il sapone dagli stampi, si taglia come si vuole e lo si lascia
stagionare. Se nel corso delle 24 ore si nota al centro degli stampi
un aspetto quasi gelatinoso, è un segno meraviglioso: significa che il
sapone ha raggiunto la mitica "fase gel", sogno di ogni saponiere.
Munita quindi di guanti, di ricetta con le dosi di olio, acqua e soda calcolate precisamente secondo istruzioni, tutta emozionata procedo.
Miscelo gli oli e li metto a scaldare.
Porto in balcone la pentola con l'acqua, e ci verso dentro la soda.
Strano, penso, non fa fumo. Tocco la pentola ed è appena tiepida. Ma non doveva scaldarsi tantissimo? Mah.
Forse è un nuovo tipo di soda, più delicata. In effetti non sono nemmeno indicate particolari precauzioni d'uso, sulla confezione.
Mi dico che funzionerà comunque. E quindi la verso negli oli.
Frullo.
Il mio frullatore ad immersione comincia a fumare - non scherzo, e a scottare.
Lo spengo e mescolo col cucchiaio di legno.
Niente, questo nastro non arriva. Possibile ci voglia più di mezz'ora??? Domandandomi cos'avessi sbagliato, torno a leggere le istruzioni sul sito ilmiosapone e all'improvviso mi premio da sola con la palma d'oro per la pirleria applicata: ho usato la soda al posto della SODA CAUSTICA!!!!!!!!!!
Avrei potuto frullare per due ere, senza ottenere il nastro.
Il mio poltiglio oleoso, manco a dirlo, è da buttare.
Posso farmi scoraggiare da un'inezia del genere? Sia mai!
Al ritorno dal lavoro mi fermo quindi in un negozio di ferramenta, domandando la soda CAUSTICA.
[avete finito di ridere????? :P] Il commesso mi fa mille raccomandazioni e mi chiede cosa devo scrostare!
Io: "no, non scrosto niente, ci faccio il sapone"!!!
commesso: "il sapone? Ma guarda... una cosa antica!"
io: "hehe, sì, diciamo così"
commesso: "ma sa che mia nonna faceva il sapone! In campagna! Mi ricordo che mescolava, mescolava, e poi versava tutto in questi grandi stampi! Che ricordi mi ha fatto venire in mente!" e sorride tutto mentre me lo dice.Devo ricordarmi di portargli una saponetta fai-da-me, quando sarà stagionata a sufficienza! :)
Sì, perchè questa volta il sapone è riuscito!
Decido di iniziare con la ricetta più semplice del mondo, usando solo olio d'oliva.
E quindi procedo con: - 300 g olio d'oliva
- 38,19 g soda CAUSTICA
- 90 g acqua distillata
Questa volta la miscela caustica altrochè se scotta ;) Il nastro invece si forma dopo pochi minuti di frullatore! Tutta esaltata saltello "il nastro! Il nastro"! Mentre il marito mi guarda sempre più rassegnato alla mia intrinseca follia.
Per non parlare di quando, dopo mezz'ora dal versamento negli stampini e avvolgimento degli stessi in coperta calda, vado a sbirciare e vedo la mitica fase gel! Sono soddisfazioni, sì.
Che mi hanno ripagata dal sistemare-la-cucina-dopo, ovvero lavare e asciugare le pentole, il frullatore, il piano cottura (sebbene rivestito d'alluminio, qualche goccia arriva sempre). Ma sono talmente esaltata che faccio tutto in rapidità.
Ho ottenuto delle saponette bianche, dal profumo di pulito, che ho messo a stagionare. La foto sopra è la prova!
Due giorni dopo, saponificavo di nuovo, questa volta con una miscela di vari oli e l'aggiunta di oli essenziali al nastro.
Cosa posso dirvi di più? Saponificare è divertente, ecologico, rilassante, soddisfacente! Le ricette che si possono sperimentare sono tantissime, ognuno può inventarsi la propria. Provate! Osate! Saponificate!
Come creare la ricetta di un sapone
La qualità di un sapone dipende, prima di tutto, dalla combinazione degli oli e dei grassi. Poi dovete sapere calcolare la quantità di liquido e di soda caustica che vi occorre e che è determinata dal tipo e dal peso dei grassi scelti.
Conoscere gli ingredienti e combinarli in modo da sfruttarne le proprietà è l'obiettivo principale di chi fa sapone.
Un altro passaggio importante è poi determinare l'esatta quantità di soda che servirà a trasformare i vostri oli in sapone.
Partite da una ricetta e provate a modificarla, ricalcolando la soda ogni volta che cambiate la composizione o il peso dei grassi. Prendete sempre appunti per avere una panoramica completa dei vostri esperimenti.
Abituatevi a lavorare con lotti di sapone da un chilo di grassi alla volta.
Non fate sapone senza prima aver consultato e imparato le regole di sicurezza.
SCEGLIERE E COMBINARE I GRASSI
Fatta eccezione per l'olio di oliva, evitate di usare un solo grasso nel vostro sapone. L'unione fa la forza e una miscela bilanciata di grassi produce un sapone ricco e versatile. Bilanciate grassi saturi (solidi a temperatura ambiente) e grassi insaturi (liquidi a temperatura ambiente) perché i primi danno un sapone compatto e resistente mentre i secondi lo arricchiscono, rendendolo elastico e piacevole al tatto. L'unico grasso insaturo che produce un sapone molto compatto dopo un'adeguata stagionatura è l'olio di oliva. I nutrienti (jojoba, avocado, karitè, olio di noccioli d'albicocca eccetera) possono cambiare la qualità del vostro sapone anche in piccole dosi. Usatene da un minimo del 3 ad un massimo del 10 per cento Ricordatevi che alcuni oli possono scatenare reazioni allergiche in persone sensibili. Se decidete di regalare i vostri saponi agli amici mettete sempre un'etichetta con l'elenco di tutto quello che contengono.
CALCOLARE LA SODA
A determinare la quantità di soda caustica sono due variabili: il peso e la varietà del grasso che si sceglie.
Questo avviene perchè ogni grasso ha un suo specifico coefficiente di saponificazione.
I coefficienti di saponificazione sono valori che indicano la quantità di soda caustica che serve per saponificare un grammo di un determinato grasso.
La quantità di soda caustica per trasformare completamente un grasso in sapone si calcola dunque moltiplicando il coefficiente di saponificazione (abbreviato in Sap) per il peso del grasso espresso in grammi.
Quando la ricetta prevede più grassi è necessario trovare la quantità di soda per ciascuno e poi fare la somma finale.
SCONTARE LA SODA
Si ricorre allo sconto della soda per lasciare nel sapone una parte di grasso non saponificato che lo rende più gentile con la pelle.
Gli sconti della soda più usati vanno dal 5 all'8 per cento con alcune preferenze: il 5 e il 6 sono sconti adatti a saponi da doccia, il 7 e l'8 sono adatti ai saponi per il viso e per gli shampoo. Sconti del 9 sono consentiti solo per saponi super-grassi e superdelicati ma che tendono a irrancidire.
I saponi da bucato non hanno mai la soda scontata perchè il grasso libero nella lavatrice si attacca ai tessuti e li fa puzzare di rancido!
Lo sconto della soda si calcola con la seguente formula:
- [Peso oli x valori Sap x (100-sconto)] diviso 100
Per esempio, se nella ricetta sono previsti 735 gr di olio di oliva (sap 0.134), 250 gr di olio di cocco (sap 0.190) e 15 gr di cera d'api (sap 0.069) e si vuole scontare la soda del 5 per cento, il calcolo si fa così:
- 735 X 0.134= 98.49
- 250 X 0.190= 47.50
- 15 x 0.069= 1.035
- 98.49 + 47.50 + 1.035= 147.025
- 147.025 x 95 : 100= 139,67 (arrotondato in 139)
Se non volete impazzire con la matematica, potete scaricare i calcolatori automatici oppure consultare quelli on line! CALCOLA IL LIQUIDO Nel sapone a freddo la quantità di liquido necessaria a sciogliere la soda corrisponde a circa un terzo del peso dei grassi.
Per determinarla basta moltiplicare il peso dei grassi per 0,3. Se il peso dei grassi è 1000 grammi, la quantità di liquido sarà 300. Per il sapone a caldo questa quantità va sempre aumentata del 25 per cento. Se il peso dei grassi è 1000 grammi, la quantità di liquido sarà 375.
Gli ingredienti fondamentali
Gli ingredienti di base del sapone naturale sono tre:
- Grassi e oli di origine vegetale o animale
- Soda caustica
- Un liquido in cui si dissolve la soda caustica
Grassi, soda e liquido sono detti ingredienti fondamentali perchè senza di loro il sapone non si può fare.
TIPI DI LIQUIDI
Acqua - E' il liquido più usato per dissolvere la soda caustica. Per convenzione si usa acqua distillata ma se quella che esce dal vostro rubinetto non è troppo clorata la potete usare con tranquillità.
Infusi e tè - Tutti gli infusi d'erbe o di fiori possono essere usati nel sapone. L'unica avvertenza è di lasciarli raffreddare bene prima di usarli per sciogliere la soda. Il contatto con la soda cancella, salvo poche eccezioni, colori e profumi delle erbe.
Succhi di frutta e di verdura - Preferire quelli naturali, senza zuccheri o additivi. I succhi possono essere usati da soli o in combinazione con acqua fino ad ottenere la quantità di liquido richiesta dalla ricetta di sapone.
Il betacarotene contenuto in frutta e verdura dà colore al sapone.
Latte - Si usa latte, meglio se intero, di qualsiasi tipo. Per evitare che gli zuccheri presenti nel latte brucino al contatto con la soda caustica si deve seguire una procedura speciale.
SODA CAUSTICA
Soda caustica è il nome comune dell'idrossido di sodio (simbolo chimico NaOH). Si tratta di un alcale formato dal legame di un atomo di sodio (Natrium, Na) con uno di ossigeno (O) e uno di idrogeno (H). Il legame è molto instabile ed è per questo motivo che la soda caustica reagisce con violenza e tende a combinarsi velocemente soprattutto con i liquidi. Nel sapone si usa idrossido di sodio anidro puro al 98-99 per cento. Si trova sottoforma di scaglie o perle nelle ferramenta e nelle drogherie. Non si usano prodotti a base di soda caustica. Non usate soda caustica senza prima aver imparato le Regole di Sicurezza!
GRASSI E OLI
I grassi e gli oli sono l'ingredienti più importante per il sapone.
Tutti grassi e gli oli possono essere utilizzati e ciascuno contribuisce a impartire al sapone una specifica "personalità"
Per convenzione i saponai dividono i grassi in due grandi categorie:
Grassi e oli di base - Sono quelli che possono essere usati in grande quantità. Sono in genere poco costosi e più facili da trovare. Il grasso di base per eccellenza è l'olio di oliva. Rientrano nella categoria: olio di riso, olio di girasole, olio di palma, olio di arachidi, olio di mais, olio di vinaccioli, olio di colza, strutto e sego animale Nutrienti - Sono i grassi e gli oli più preziosi e ricchi di proprietà. Si usano in percentuali che variano dal 3 al 20 per cento rispetto al peso complessivo dei grassi di una ricetta. Sono più costosi e più difficili da reperire. Rientrano in questa categoria: olio di mandorle dolci, olio di noccioli di albicocca, olio di avocado, olio di borragine, burro di cacao, burro di karitè, olio di canapa, lanolina, olio di cartamo, olio di enotera, olio di jojoba, olio di germe di grano, olio di rosa mosqueta, olio di semi di lino crudo, olio di noci, olio di nocciole, olio di ricino, olio di sesamo, olio di semi di zucca. Gli ingredienti facoltativi Rientrano in questa categoria tutti gli ingredienti che servono a personalizzare il sapone. Non sono fondamentali per fare un buon sapone: per quello basta una razionale scelta dei grassi. Ma come rinunciare a profumo, colore, consistenza? PROFUMARE IL SAPONE Gli ingredienti tra cui scegliere sono di due tipi: Oli essenziali - Gli oli essenziali sono sostanze estratte dalle piante attraverso vari metodi, tra i quali il più diffuso è la distillazione. Benchè derivati naturali, gli oli essenziali sono sostanze molto concentrate che possono provocare intossicazioni e irritazioni se non maneggiati con cautela. Nel sapone naturale se ne usa dai 10 ai 30 ml per chilo di grassi a seconda dell'intensità della profumazione voluta. Fragranze - Le fragranze sono profumi di derivazione chimica e consentono di replicare tutti gli aromi 4 esistenti in natura oltre che di simulare quelli di fantasia (odore di torta di mele, profumo di pulito, eccetera). Le fragranze sono in genere diluite in una base alcolica o oleosa. Usate nel sapone solo fragranze testate per l'impiego in cosmetica. In Italia sono piuttosto difficili da reperire e in genere si acquistano all'estero su siti specializzati. Non usate mai fragranze a buon mercato destinate a candele o profuma-ambienti: possono contenere sostanze irritanti per la pelle! COLORARE IL SAPONE Gli ingredienti tra cui scegliere sono di due tipi. Spezie, ingredienti naturali - La cannella produce sfumature beige-rosa; il curry puntinature color ocra; la curcuma tonalità giallo-ocra; la paprika usata con parsimonia puntinature rosse-rosate; il cacao tonalità di marrone-beige; lo zafferano vari toni del giallo. Le spezie si usano nella ragione di uno-due cucchiaini per chilo di grassi. Il betacarotene contenuto nei succhi di frutta o nell'olio di palma vergine produce un sapone arancione; piante come l'hennè, i semi di anatto o l'alcanna tintoria possono essere usate per preparare infusi e macerati coloranti. Oli essenziali come l'oleoresina di vaniglia danno tonalità di beige. Il latte produce saponi color caramello. Pigmenti cosmetici - Ossidi, miche e pigmenti cosmetici danno colorazioni uniformi e professionali al sapone. Sono ingredienti di origine sintetica, testati per l'uso sulla pelle e si comprano in genere all'estero in negozi specializzati. Non usate tinture o pigmenti destinati alla pittura o ad altri hobby in quanto possono contenere sostanze (per esempio metalli pesanti) irritanti o pericolosi. ADDITIVI NATURALI Per un sapone che "gratta" - Per uno scrubb molto intenso si usano argille come caolino, bentonite, pomice, argilla verde. Partita da 1 cucchiaino per chilo di grassi e regolatevi in base all'effetto che volete ottenere. Le argille si usano nei saponi da barba. Un effetto peeling più delicato lo si ottiene miscelando erbe e fiori secchi finemente triturati. Saponi da massaggio si ottengono con l'aggiunta di semi sulla superficie (semi di papavero, di sesamo, perle di tapioca). I semi più grossi (lino, mandorle, caffè) vanno passati al macinino. Crusca, farine di avena, riso o castagne danno saponi leggermente abrasivi. Il caffè macinato produce un sapone che "gratta" e che deodora. Per un sapone più ricco - Il gel di aloe vera può essere aggiunto per arricchire il sapone. Un cucchiaio di miele sciolto nella soluzione di liquido e soda caustica o nei grassi è un buon ingrediente naturale. Le uova, preparate a maionese con una parte dei grassi di base, sono un ingrediente per gli shampoo. Le fibre di seta (pure o ottenute da piccoli frammenti di tessuto non trattato) contengono proteine nobili. Amidi e farine delicate (riso, mais, tapioca, amido di Maranta) sono un buon fissatore per "intrappolare" il profumo degli oli essenziali. ANTI-OSSIDANTI Il sapone non ha bisogno di conservanti. La sua leggera alcalinità inibisce la crescita di qualsiasi forma di germe o batterio dannoso. Il sapone, conservato al fresco e all'asciutto, può durare anni e, in genere, i saponi molto stagionati sono i migliori. L'unico problema a cui può andare incontro è l'ossidazione dovuta alla combinazione delle tracce di grasso che può contenere con l'ossigeno dell'aria. Effetti dell'ossidazione sono odore di rancido e macchie giallastre maleodoranti. L'unico anti-ossidante efficace è l'estratto di oleoresina di rosmarino (Roe) che però in Italia è molto difficile da reperire. Additivi come la vitamina E o l'estratto di semi di pompelmo sono invece del tutto inutili. Il metodo a freddo Il metodo a freddo è il sistema più semplice e immediato per preparare il sapone. In questa tecnica si sfrutta il calore naturale, prodotto dalla reazione tra la soda caustica e i grassi, per portare a termine la 5 saponificazione. Questo calore va dunque controllato e soprattutto mantenuto il più lungo possibile perchè possa svolgere il suo compito. Per ottenere un buon sapone a freddo è necessario:
- Pesare con assoluta precisione gli ingredienti; anche la minima differenza può rovinare tutto;
- Miscelare grassi e soluzione caustica alla temperatura ottimale;
- Isolare gli stampi nelle prime 24 ore perchè il calore della reazione chimica non si disperda. FACCIAMO INSIEME UN SAPONE Ingredienti fondamentali: - 1 chilo di olio di oliva - 128 grammi di soda caustica (NaOH) - 300 grammi di acqua Ingredienti facoltativi: - 10 ml di olio essenziale di lavanda - 1 cucchiaio di farina di riso - 1 cucchiaio di fiori secchi di lavanda tritati
- Fase 1: preparare l'area di lavoro Il posto ideale per fare il sapone è la cucina perché c'è a portata di mano tutto quello che serve. Sgombrate il piano di lavoro, copritelo con vecchi giornali o con strofinacci. Indossate i guanti e tenete a portata di mano la mascherina e gli occhialini. Tirate fuori tutte le attrezzature e gli ingredienti, disponendoli a portata di mano.
- Fase 2: preparare la soluzione caustica Indossate guanti, mascherina e occhialini; in una tazza larga pesate con assoluta precisione la soda caustica. Nella caraffa di pirex pesate l'acqua. Mettete la caraffa sul fondo del lavello. Versate poco a poco la soda nellacqua, mescolando in modo che si sciolga bene. Attenzione perché la temperatura della soluzione caustica salirà rapidamente sino ad 70/80 gradi. Riponete il contenitore coperto in un luogo sicuro a raffreddare
- Fase 3: preparare i grassi Mettete la pentola di acciaio sulla bilancia e, con assoluta precisione, pesate l'olio. Mettete la pentola sul fornello. Fate scaldare a fuoco bassissimo, mescolando di tanto in tanto. L'olio non deve scaldarsi troppo.
- Fase 4: preparare gli ingredienti facoltativi Mentre la soluzione caustica raffredda e il grasso si riscalda, misurare l'olio essenziale di lavanda. In una tazzina mescolare l'olio essenziale con la farina di riso. Tritare finemente i fiori secchi di lavanda.
- Fase 5: versare la soluzione caustica nei grassi Indossate guanti, mascherina e occhialini, con il termometro controllate la temperatura del grasso e della soluzione caustica. Quando entrambe sono a 45 gradi, versate dolcemente la soluzione caustica nel grasso, mescolando bene col cucchiaio di legno. Ora è il momento di passare al frullatore a immersione; fate attenzione agli schizzi e mescolate pochi secondi per volta, alternando pause per controllare lo stato del sapone e per evitare che il motore si scaldi.
- Fase 6: il nastro
6 Questo è un punto cruciale per tutti i saponai! Mentre frullate, il sapone cambierà colore e consistenza, diventando sempre più cremoso. Ad un tratto, togliendo il frullatore e facendo colare un po' di miscela nella pentola, vedrete che resterà in superficie per qualche secondo prima di affondare. Questa "traccia" è il nastro. Adesso potete aggiungere tutti gli ingredienti facoltativi che avete previsto: posate il frullatore, prendete il cucchiaio e mescolate piano mentre versate l'olio essenziale nel sapone e poi aggiungete i fiori tritati.
- Fase 7: il gel Dopo aver aggiunto velocemente gli ingredienti facoltativi, versate il sapone fresco nello stampo. Isolate bene con coperte perchè stia caldo. Dopo qualche ora il calore prodotto dalla reazione chimica trasformerà il sapone in una massa traslucida e gelatinosa: è la cosiddetta "fase del gel". Questa è una reazione che avviene mentre il sapone è dentro la coperta ma è molto importante perchè i saponi che non vanno in gel impiegano più tempo a maturare e possono essere meno gentili con la pelle. Se usate stampi piccoli isolateli singolarmente perchè il calore si conservi bene e il sapone arrivi al gel. Isolate poco solo se avete usato ingredienti zuccherini (latte, miele) per evitare un surriscaldamento.
- Fase 8: stagionatura Lasciate il sapone coperto nello stampo per 48 ore. Dopo sformatelo e lasciatelo maturare all'aria in un ambiente asciutto e fresco. La saponificazione si completa nel giro di un paio di settimane ma la stagionatura ottimale di un sapone di olio di oliva è di 6-8 settimane. Stagionando il sapone migliora in compattezza, tenuta e delicatezza. Il sapone è come il vino, più invecchia e meglio è! Come creare la ricetta di un sapone La qualità di un sapone dipende, prima di tutto, dalla combinazione degli oli e dei grassi. Poi dovete sapere calcolare la quantità di liquido e di soda caustica che vi occorre e che è determinata dal tipo e dal peso dei grassi scelti. Conoscere gli ingredienti e combinarli in modo da sfruttarne le proprietà è l'obiettivo principale di chi fa sapone. Un altro passaggio importante è poi determinare l'esatta quantità di soda che servirà a trasformare i vostri oli in sapone. Partite da una ricetta e provate a modificarla, ricalcolando la soda ogni volta che cambiate la composizione o il peso dei grassi. Prendete sempre appunti per avere una panoramica completa dei vostri esperimenti. Abituatevi a lavorare con lotti di sapone da un chilo di grassi alla volta. Non fate sapone senza prima aver consultato e imparato le regole di sicurezza.
SCEGLIERE E COMBINARE I GRASSI
Fatta eccezione per l'olio di oliva, evitate di usare un solo grasso nel vostro sapone. L'unione fa la forza e una miscela bilanciata di grassi produce un sapone ricco e versatile. Bilanciate grassi saturi (solidi a temperatura ambiente) e grassi insaturi (liquidi a temperatura ambiente) perché i primi danno un sapone compatto e resistente mentre i secondi lo arricchiscono, rendendolo elastico e piacevole al tatto. L'unico grasso insaturo che produce un sapone molto compatto dopo un'adeguata stagionatura è l'olio di oliva. I nutrienti (jojoba, avocado, karitè, olio di noccioli d'albicocca eccetera) possono cambiare la qualità del vostro sapone anche in piccole dosi. Usatene da un minimo del 3 ad un massimo del 10 per cento Ricordatevi che alcuni oli possono scatenare reazioni allergiche in persone sensibili. Se decidete di regalare i vostri saponi agli amici mettete sempre un'etichetta con l'elenco di tutto quello che contengono.
CALCOLARE LA SODA
A determinare la quantità di soda caustica sono due variabili: il peso e la varietà del grasso che si sceglie. Questo avviene perchè ogni grasso ha un suo specifico coefficiente di saponificazione. I coefficienti di saponificazione sono valori che indicano la quantità di soda caustica che serve per saponificare un grammo di un determinato grasso. La quantità di soda caustica per trasformare completamente un grasso in sapone si calcola dunque moltiplicando il coefficiente di saponificazione (abbreviato in Sap) per il peso del grasso espresso in grammi. Quando la ricetta prevede più grassi è necessario trovare la quantità di soda per ciascuno e poi fare la somma finale.
7 SCONTARE LA SODA
Si ricorre allo sconto della soda per lasciare nel sapone una parte di grasso non saponificato che lo rende più gentile con la pelle. Gli sconti della soda più usati vanno dal 5 all'8 per cento con alcune preferenze: il 5 e il 6 sono sconti adatti a saponi da doccia, il 7 e l'8 sono adatti ai saponi per il viso e per gli shampoo. Sconti del 9 sono consentiti solo per saponi super-grassi e superdelicati ma che tendono a irrancidire. I saponi da bucato non hanno mai la soda scontata perchè il grasso libero nella lavatrice si attacca ai tessuti e li fa puzzare di rancido! Lo sconto della soda si calcola con la seguente formula: [Peso oli x valori Sap x (100-sconto)] diviso 100 Per esempio, se nella ricetta sono previsti 735 gr di olio di oliva (sap 0.134), 250 gr di olio di cocco (sap 0.190) e 15 gr di cera d'api (sap 0.069) e si vuole scontare la soda del 5 per cento, il calcolo si fa così: 735 X 0.134= 98.49 250 X 0.190= 47.50 15 x 0.069= 1.035 98.49 + 47.50 + 1.035= 147.025 147.025 x 95 : 100= 139,67 (arrotondato in 139) Se non volete impazzire con la matematica, potete scaricare i calcolatori automatici oppure consultare quelli on line!
CALCOLA IL LIQUIDO
Nel sapone a freddo la quantità di liquido necessaria a sciogliere la soda corrisponde a circa un terzo del peso dei grassi. Per determinarla basta moltiplicare il peso dei grassi per 0,3. Se il peso dei grassi è 1000 grammi, la quantità di liquido sarà 300. Per il sapone a caldo questa quantità va sempre aumentata del 25 per cento. Se il peso dei grassi è 1000 grammi, la quantità di liquido sarà 375.
http://gass.noblogs.org/post/2008/06/30/non-comprare-quel-sapone
una nuova strategia anzi due
From: bifo
To: rekombinant@liste.rekombinant.org
Nove anni dopo Seattle
Una nuova strategia anzi due
Per le donne e per gli uomini che non accettano la schiavitù e la guerra
Nel 1999 a Seattle cominciò una rivolta morale. Dopo l'attacco contro il summit del WTO milioni di persone in tutto il mondo dichiararono che il globalismo capitalista è un fattore di devatazione psichica e ambientale. Per due anni il movimento globale attivò un efficae processo di critica delle politiche neo-liberiste, aprendo la strada alla speranza di un cambiamento radicale.
Poi, dopo la battaglia di Genova cambiò lo scenario narrativo di fondo e la guerra conquistò il posto centrale della scena. Il movimento non fermò allora la sua azione, ma la sua efficacia fu rapidamente ridotta a zero, come dimostrò l'immensa manifestazione mondiale del 15 febbraio del 2003, che non riuscì a fermare la guerra criminale lanciata dai peggiori assassini che la storia umana conosca. Il movimento non riuscì a diffondersi allora nella vita quotidiana della società di tutto il mondo, non riuscì a dar vita a un processo di autorganizzazione del lavoro tecnico-scientifico.
Sapporo e il fallimento delle politiche neoliberiste
Oggi, nove anni dopo Seattle, mentre i padroni del mondo si riuniscono a Sapporo per prendere atto di un fallimento colossale delle loro politiche, ma anche per ribadirle nonostante tutto, dobbiamo inventare una nuova strategia per il movimento, anzi forse due. Una strategia (anzi forse due) che parta dalla consapevolezza che il potere globale è oggi fondato sulla guerra, e che una dittatura militare sta prendendo forma nel mondo: una dittatura le cui radici sono profonde nei processi di produzione, nella cultura razzista e nell'odio interetnico e inter-religioso che i papi e gli ayatollah hanno seminato nella mente spaventata e ignorante della maggioranza dell'umanità.
La politica neoliberista ha distrutto l'idea stessa di una sfera pubblica nel campo dell'economia e in quello dei media. Ha privatizzato ogni frammento della produzione, della comunicazione, del linguaggio e perfino dell'affettività.
La competizione ha preso il posto della solidarietà in ogni aspetto della vita eil crimine è divenuto la forma prevalente della relazione economica. La guerra globale è il compimento naturale di questa mutazione criminale del modo di produzione capitalista. E la devastazione sistematica dell'ambiente fisico e psichico è l'effetto naturale di questa mutazione.
l'impero del Caos
Le forze democratiche si aspettano qualche sollievo dalla possibile vittoria di Barack Obama alle prossime elezioni americane. Ma vediamo bene il paradosso della situazione. Gli Stati Uniti d'America hanno perduto la loro egemonia militare, perché il fanatismo religioso, il fondamentalismo islamico, il nazionalismo russo risorgente, e il terrore sono strategicamente vincenti nel territorio euro-asiatico. Dall'Afghanistan al Pakistan dall'Iraq all'Iran al Libano, dal Caucaso all'Ucraina, l'egemonia occidentale sta perdendo terreno. Inoltre, la crisi finanziaria apre la strada a un collasso del potere americanom, e la recessione inflattiva che si sta diffondendo dovunque produce disordine e sfiducia nelle società occidentali, e queste, prive di una prospettiva egualitaria, si trasformano in razzismo.
Nel decennio della presidenza Clinton era possibile parlare (seppure mai in maniera molto convincente) di un Impero americano, ma dopo l'inizio della guerra infinita, coloro che avevano parlato di impero americano hanno dovuto parlare di un colpo di stato all'interno dell'impero. Se le cose sono così dobbiamo ammettere che questo colpo di stato ha ottenuto il suo scopo. I guerrafondai hanno perso le loro guerre (la guerra in Iraq è stata un fallimento completo, la guerra in Afghanistan si trascina verso la sconfitta, la guerra in Iran non si vincerà mai). Cionostante hanno vinto la guerra per il profitto da petrolio e per un aumento della spesa militare, e quel che è peggio hanno vinto la loro guerra contro la pace e contro l'umanità.
Oggi, mentre alla Casa Bianca si può attendere che entri una persona di sentimenti democratici, l'Impero americano cade a pezzi e il Caos è l'unico Imperatore del mondo.
una strategia del monastero felice
Che possiamo fare in un panorama distopico di questo tipo? Quale strategia possono elaborare le donne e gli uomini che vogliono la pace e la giustizia? Forse non una strategia è quello che ci occorre, ma due. Nessuna speranza è in vista, dal momento che la svolta criminale del capitalismo sta producendo effetti irreversibili nella cultura e nel comportamento della società planetaria, dividendola in tre sezioni prive di ogni universalità e di ogni sentimento solidale.
Un terzo dell'umanità è un pericolo di vita: la fame si sta diffondendo come mai prima. La crisi energetica diffonde aggressività e inflazione. La guerra devatsa le case e le terre.
Un terzo dell'umanità vive in condizioni di sfruttamento semi-schiavistico, con orari di lavoro che non hanno più limiti e con salari decisi unilateralmente dai capitalisti. Ma sono talmente terrorizzati dalla precarietà e dalla paura di finire nell'abisso della fame e dell'emarginazione che sono costretti ad accettare qualsiasi ricatto.
Un terzo dell'umanità è armata fino ai denti per difendere i suoi livelli di vita e di consumo conro l'esercito dei migranti che premono ai confini della società occidentale. Io penso che dobbiamo ritirarci ed evitare ogni scontro, ogni conflitto che sarebbe oggi inevitabilmente perdente. Dobbiamo creare una sfera autonoma e sicura per quella piccola minoranza della popolazione del mondo che vuole salvare l'eredità della civilità umanista e le potenzialità dell'Intelletto generale, che sono in serio pericolo di una militarizzazione definitiva.
Dobbiamo preparaci a una lunga fase di barbarizzazione e di violenza. Nel primo decennio del secolo siamo entrati in un'era che assomiglia a quela che in Europa chiamiamo Medio Evo. Mentre il territorio era devastato da invasioni e l'eredità delle civiltà antiche era distrutta, gruppi di monaci salvarono la memoria del passato e soprattutto i semi di un possibile futuro.
Noi non possiamo sapere se l'epoca barbarica durerà per decenni o per secoli, nè possiamo dire se l'ambiente fisico e psichico del pianeta sopravviverò all'attuale devastazione criminal-capitalista. Ma sappiamo di sicuro che non abbiamo né le armi per affrontare i distruttori, e dunque dobbiamo salvare noi stessi e la possibilità di un futuro umano.
l'imprevedibile
Questa è la strategia che io propongo. Ma una sola strategia non è sufficiente quando le cose sono caratterizzate da un indeterminismo profondo e le prospettive sono così imprevedibili come nel momento attuale. Non possiamo al momento dire quali conseguenze produrrà la fine dell'egemonia americana, nè quali sviluppi avrà la guerra che si svolge dal Pakistan alla striscia di Gaza. E non possiamo immaginare quali effetti produrrà la guerra civile a bassa intensità che si sta combattendo in Europa per motivi etnici, né quali conseguenze produrrà la recessione che corrode l'economia e la sopravvivenza dei lavoratori occidentali. Per ilmomento abbiamo assistito ad un'evoluzione razzista e fascista della cultura operaia in Europa, ma domani chi lo sa.
Bene, io penso che mentre ci ritiriamo nei nostri monasteri non dovremmo dimenticare di prepararci per un improvviso rovesciamento delle prospettive.
Dobbiamo essere pronti alla prospettiva di un lungo periodo di sottrazione monastica, ma anche alla prospettiva di un improvviso rovesciamento del panorama politico globale.
Provate a immaginarvi la rivolta degli operai cinesi contro il capitalismo nazional-socialista, o l'esplosione di una aperta guerra razziale in Europa, il collasso del sistema militare ameircano incapace di far fronte a una nuova ondata di terrorismo. Provate a immaginare il collasso apocalittico degli eco-sisteni di zone nevraligche del mondo.
Questi scenari sono perfettamente realistici nel prossimo futuro e potrebbero provocare un mutamento radicale dell'ateggiamento politico della maggioranza della popolazione mondiale. Dobbiamo essere preparati a questo, dobbiamo preparare la narrazione per un simile rovesciamento, e soprattutto dobbiamo creare l'esempio vivente di un altro stile di vita che non sia basato sul consumismo e sull'ossessione della crescita e sulla nevrosi della competizione.
Il nostro compito centrale nel prossimo futuro è la ridefinizione dell'idea stessa di benessere, di ricchezza e di felicità. Il nostro compito è la creazione di monasteri in cui si sperimenti il benessere frugale. Critica della naturalizzazione del paradigma della crescita, elaborazione culturale di un nuovo paradigma basato sull'abbandono dell'ossessione della crescita, finalizzato alla frugaità, alla produzione ad alta intensità di sapere, alla solidarietà, e alla pigrizia, e al rifiuto della competizione.
Il capitalismo ha identificato il benessere e l'accumulazione, la felicità e il consumismo la ricchezza e lo spreco delle risorse naturali e psichiche.
Dobbiamo diventare l'esempio vivente di uno stile di vita in cui il benessere sia unita alla frugalità, la felicità alla generosità, e la produzione sia unita con la pigrizia e il dolce far niente.
La riccezza non ha nulla a che fare con il consumo compulsivo e con l'accumulazione ossessiva.
La ricchezza è il piacere di essere, e il godimento del tempo.