un appello a case editrici e librerie
Il regime di 41bis è il punto più rigido della scala del trattamento differenziato che regola il sistema carcerario italiano. Adottato trent'anni fa come provvedimento temporaneo, di carattere emergenziale, si è via via stabilizzato e inasprito. In questa condizione detentiva ci sono oggi ben oltre 700 prigionieri e prigioniere all'interno di carceri sparse in tutt'Italia.
Da alcuni mesi chi è sottoposto al regime previsto dall'art. 41bis dell'ordinamento penitenziario non può più ricevere libri, né qualsiasi altra forma di stampa, attraverso la corrispondenza e i colloqui sia con parenti sia con avvocati: i libri e la stampa in genere si possono acquistare solamente tramite autorizzazione dell'amministrazione. Questa è un'ulteriore censura, una potenziale forma di ricatto, in aggiunta alla restrizione sul numero di libri che è consentito tenere in cella: solo tre.
Una società che sottostà al ricatto della perenne emergenza, alimentata da banalizzazioni e allarmismi, si rende consenziente alle vessazioni e torture di cui il blocco dei libri è solo l'ultimo, più recente, tassello.
La campagna "Pagine contro la tortura" è partita nell'agosto 2015; da allora diverse case editrici hanno messo a disposizione propri titoli: questi volumi sono stati spediti in tutte le 13 carceri aventi sezioni a 41bis, con richiesta di rendere disponibili i testi per i detenuti in 41bis ponendoli nelle biblioteche interne. Insieme coi libri, contestualmente, sono state spedite raccomandate indirizzate "per conoscenza" agli uffici dei magistrati di sorveglianza e ai garanti dei detenuti. Sono stati inoltre inviati libri direttamente ad alcuni nominativi di detenuti in 41bis.
Talvolta le buste sono tornate indietro, talaltra sono state cestinate, altre ancora hanno avuto risposta. Una per tutte quella di Pino da Viterbo:
Per questo motivo la direzione ha depositato i libri al casellario, là dove ne ho altri, essendo un assiduo lettore. Purtroppo la direzione nulla può a fronte della sentenza su menzionata; pertanto c'è da sperare a un ripensamento istituzionale o alla decadenza del 41bis a cui il sottoscritto è sottoposto da 23 anni, così avrò modo di rituffarmi nella mia lettura sicuramente produttiva per la mente e la cultura.
Attualmente mi cimento con il quotidiano: Il Corriere della Sera.
Alla presente allego l'atto di sequestro della direzione per meglio rendiconto.
Rinnovo i miei apprezzabili ringraziamenti.
Nel contempo sono stati organizzati in varie città d'Italia presidi informativi e serate di presentazione della campagna.
L'appello iniziale e i materiali relativi sono reperibili sul blog:
e quindi non ci dilunghiamo qui oltre sull'argomento.
Compiuta questa prima opera di sensibilizzazione e informazione, vorremmo procedere rivolgendoci direttamente a chi subisce queste restrizioni.
Cerchiamo quindi la collaborazione di case editrici e librerie per costruire un catalogo di testi da inviare in carcere ai detenuti in regime di 41bis.
Se nella prima fase della campagna abbiamo invitato a inviare i testi direttamente alle biblioteche delle carceri, ora vorremmo tentare una modalità differente, ovvero l'invio di un catalogo dei testi disponibili, con la speranza che, non trattandosi né di un libro, né di una rivista tout court, possa passare i limiti imposti dall'inasprimento della regolamentazione che questa compagna vuole combattere.
Alla luce delle norme che regolano questo regime detentivo ci aspettiamo che il catalogo passi la censura e arrivi a destinazione. I libri contenuti in questo catalogo che fossero eventualmente ordinati, invece, in base alle stesse norme, ci aspettiamo che non vengano consegnati ma respinti o accantonati. è questa, evidentemente, una di quelle situazioni paradossali che un Orwell e un Beckett furono ai tempi così abili a narrare...
Chiediamo quindi alle librerie e case editrici che vogliono partecipare alla campagna:
- di mettere a disposizione (almeno) un titolo e qualche copia dello stesso (che inizialmente terranno loro);
- di fare avere all'indirizzo email dell'Archivio Primo Moroni "archiviomoroni@inventati.org" (punto di riferimento per il catalogo) la scheda del libro, i dati (indirizzo ed eventuale nominativo di riferimento) per effettuare un ordine via posta ordinaria e un file con l'immagine della copertina;
- l'impegno, in caso ricevessero un ordine da parte di qualche detenuto, a inviare copia del libro in busta raccomandata con ricevuta di ritorno (è indispensabile capire che fine fa la busta);
- a tenerci al corrente (sempre utilizzando l'indirizzo indicato sopra) di quel che succede, in modo da permettere di avere un quadro generale della campagna.
In cambio per parte nostra ci faremo carico:
- della composizione del catalogo (che verrà inviato anche a tutti gli aderenti in conoscenza);
- dell'invio dello stesso a quanti più detenuti in regime di 41bis possibile;
- di dare pubblico risalto ai risultati della campagna.
In vista delle mobilitazioni che inizieranno nel mese di aprile, si invita a far pervenire i testi disponibili entro la fine del mese di marzo, di modo da provvedere all'invio del catalogo prima dei presidi sotto le carceri, che si svolgeranno il 16 aprile a Parma, Milano, Cuneo, Ascoli Piceno, Tolmezzo, Terni e in una delle carceri della Sardegna.
Come secondo appuntamento della mobilitazione in corso, informiamo che il 13 maggio ci sarà un presidio presso la Magistratura di Sorveglianza a Roma, al quale si invita a partecipare numerosi
Come terza fase ci proponiamo di produrre un libricino contenente la descrizione della campagna, lo stato dell'arte, delle belle illustrazioni e vari materiali significativi raccolti via via. Anche in questo caso chiederemo a chi vorrà delle case editrici e delle librerie coinvolte di partecipare all'edizione.
Referenti della campagna:
Archivio Primo Moroni - email: archiviomoroni@inventati.org
Edizioni Colibrì - email: colibri2000@libero.it
Milano, febbraio 2016