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... comunque se è Nucleare di Generazione XXX può essere piacevole...
- Ferma il nucleare. Al referendum vota Sì. 08:47 (2011.05.07#1)
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- Indisponibile per centrali nucleari 11:50 (2008.10.27#2)
- Nuovo allarme nucleare... in Francia 04:00 (2008.07.19#1)
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- Una centrale nucleare sotto il culo: ecco come i romagnoli scopriranno il NIMBY 10:35 (2008.07.14#1)
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- Nucleare? No! Grazie! 08:59 (2008.06.23#1)
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- 20 anni fa (2006.04.26#1)
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Schedule
Diary
Notes
Ferma il nucleare. Al referendum vota Sì.
Nucleare: Berlusconi vuole decidere per te. Con il referendum lo bloccheremo per sempre.
Lo stop del governo al nucleare è semplicemente un trucco per impedire ai cittadini di votare al referendum del 12 e 13 giugno e imporci le centrali nucleari domani...
(continua http://www.greenpeace.org/italy/it/campagne/nucleare/votasi-contro-nucleare/)
No al nucleare in Emilia Romagna
... Mentre la politica e l'informazione si occupano di bunga bunga, in sostanza di pugnette, il MoVimento 5 Stelle fa i fatti. In Regione Emilia Romagna è stata votato il no al nucleare grazie alla risoluzione presentata dai consiglieri Favia e De Franceschi: totale indisponibilità a ospitare siti nucleari e aree per la ricerca di quarta generazione...
(continua)
Nucleare
In onda domenica 19 settembre 2010 alle 21.00
Le centrali nucleari sono sicure per la salute di quelli che ci vivono attorno?
Che fine fanno le centinaia di tonnellate di scorie radioattive prodotte dalle centrali?
E infine, come sono le centrali nucleari che il Governo Berlusconi vuole far costruire in Italia?
Per rispondere a questa domanda PRESADIRETTA ha mandato i suoi inviati in Finlandia, Germania, Francia, Inghilterra, i paesi europei che da più anni convivono con l'industria nucleare dell'energia.
Sito Denuclearizzato
Yes, web can.
Possiamo riempire la rete di siti denuclearizzati per manifestare contro l'ipotesi di tornare all'energia atomica in Italia. Si tratta di una campagna informale, un'onda trasversale, che punta a far fiorire migliaia di home page no-nuke...
Nucleare: quattro regioni dicono no
Greenpeace, Legambiente e WWF accolgono con soddisfazione l'iniziativa delle Regioni Calabria, Toscana, Liguria e Piemonte contro la legge sul nucleare, che scavalca i loro poteri. La Corte Costituzionale deve decidere se la delega al Governo sulla localizzazione degli impianti sia legittima
(continua)
L'EREDITA'
[Report]
di Sigfrido Ranucci
In onda domenica 2 novembre 2008 ore 21.30
Spegnere le centrali dopo che il referendum dell'87 aveva abrogato il nucleare è costato agli italiani circa 9 miliardi di euro. Soldi usciti dalle tasche delle famiglie con le bollette della luce per risarcire l'Enel del mancato guadagno e per mantenere in sicurezza gli impianti, che dopo 20 anni sono ancora lì con tutto il loro carico radioattivo.
Un'eredità che nessun governo fino a oggi ha saputo affrontare. Ci avrebbe dovuto pensare la Sogin, una società pubblica, nata nel 1999 al momento della privatizzazione da una costola dell'Enel. Il nucleare era un ramo morto dell'azienda e presentarsi agli azionisti con un fardello simile significava partire con il piede sbagliato, meglio accollarlo alle famiglie. Ma fino a oggi la Sogin ha solo provveduto ad allontanare le barre di combustibile dagli impianti e neppure da tutte.
Nella piscina della centrale di Caorso ce ne sono circa 700, l'equivalente di 1.300 kg di plutonio. Altre 47 barre, contenenti 150 kg di plutonio sono in quella di Trino Vercellese: entrambe sono sulla riva del fiume più grande d'Italia. Nella centrale del Garigliano non sanno più dove mettere i rifiuti, in quella di Borgo Sabotino hanno il problema della grafite radioattiva che non si può spostare se non si trova il sito definitivo.
A La Casaccia a 25 chilometri da Roma c'è il più grande deposito di rifiuti radioattivi d'Italia, circa 7 mila metri cubi ed è al limite. Ci sono poi 5 kg di plutonio che possono essere usati per fini militari e che da due anni sono in un deposito dove l'impianto antincendio, dopo aver provocato un'esplosione, deve ancora essere omologato.
All'Itrec di Rotondella, vicino Matera, da 30 anni un impianto è attivo solo per mantenere in sicurezza le barre di uranio e torio che gli americani ci hanno lasciato in custodia e di cui non sappiamo cosa farne.
A Saluggia l'impianto si trova sul greto della Dora Baltea, in un sito che si è allagato tre volte in 15 anni. Ma il problema più grande l'hanno avuto per lo svuotamento di una vecchia piscina che dal 2004 perdeva liquido radioattivo minacciando la falda: avrebbe causato, secondo la testimonianza di un operatore intervistato da Report, un centinaio di casi di contaminazione interna.
Alla fine sul nostro territorio si contano oltre 30 mila metri cubi di rifiuti radioattivi, che diventeranno 120.000 dopo lo smantellamento delle centrali previsto per il 2020. Tutta roba che dovrebbe essere seppellita in un deposito nazionale. Nel 2003, dopo il fallimento di Scanzano Jonico, il governo Berlusconi aveva dichiarato che sarebbe stato ultimato entro dicembre 2008. Mancano 2 mesi alla scadenza e del deposito nemmeno l'ombra. Tutto questo mentre la giostra del nucleare si prepara a ripartire...
Indisponibile per centrali nucleari
Il Consiglio Provinciale ha approvato a maggioranza un o.d.g., presentato dal gruppo Rc, sulla costruzione di centrali nucleari...
... Tutto quanto premesso, il Consiglio Provinciale di Ravenna invita il Governo e il Parlamento italiano a rispettare la volontà, espressa dall'elettorato con il Referendum dell'8 novembre 1987; a proseguire le politiche di sviluppo dell'utilizzo delle fonti rinnovabili, avviate dal Governo Prodi, fino a raggiungere entro i prossimi cinque anni almeno il raddoppio dell'attuale produzione ottenuta oggi e le iniziative per il risparmio e l'efficienza energetica; a partecipare anche in sede internazionale alla ricerca sulla produzione di energia sostenibile, al fine di ottenere una riduzione degli impatti sull'ecosistema nelle diverse matrici ambientali (terra, acqua, aria e suolo) della produzione di energia; ad adottare decisioni chiare, concertate e condivise con le popolazioni locali su come gestire le scorie radioattive e il combustibile nucleare italiano riprocessato all'estero, attuando prioritariamente, con tempi certi, la messa in sicurezza dei siti nucleari italiani; e dichiara la inopportunità, per il territorio della provincia di Ravenna, ad ospitare centrali nucleari".
(continua)
Nuovo allarme nucleare... in Francia
... fuga di liquidi radioattivi...
Sul fronte italiano invece oggi Antonio Costato, vice presidente di Confindustria per l'energia e il mercato, ammonisce le Regioni «abusano del potere di interdizione attribuito dal Titolo V della Costituzione, ostacolando la realizzazione di infrastrutture energetiche». Il problema secondo Costato «diventerà ancor più grave, in prospettiva, quando si tratterà di costruire impianti nucleari». La soluzione? Secondo Costato far pagare «di più l'energia alle Regioni che si rifiutano di ospitare infrastrutture e facendola pagare di meno a quelle che accolgono gli impianti energetici. Anche perché spesso si tratta di rifiuti opposti non ad impianti nucleari ma a semplici passaggi di fili di rame o al piantamento di pali della luce».
NoCleare
Ieri, discutendo della simpatica prospettiva di una centrale atomica a Ravenna, chi interloquiva con me è passato da un secessionista "le metteranno tutte la al Nord! da Bossi! e al confine con la Francia!" ad un minaccioso ma ben più accomodante "non la faranno di certo se noi non vogliamo" ad un eclatante e spaventoso "va beh, che se son centrali di quarta generazione..."
E' terrorizzante vedere concretizzarsi pian pianino una realtà così assurda. E' il devastante potere delle armi mediatiche di distruzione delle coscienze delle masse che diffonde tarli decerebralizzanti al fine di rendere possibile un'addomesticazione straordinaria degli individui supinamente assoggettati ai regimi dittatoriali dickianamente chiamati democrazie.
L'effetto di 'sto tarlo in particolare è esemplarmente visibile nel discorso che m'è capitato di fare.
- Una volta c'è stato un referendum, ma non solo. Ben più importanti e da averne coscienza sarebbero le lotte che lo hanno reso possibile. E' un pò la rappresentazione del guerreggiante "le metteranno tutte al Nord!...". Che poi già qui sia palese la ciecità leghista, razzista, che vede le cose solo con uno sprezzante ed autoescludente Noi<->Voi è un altro discorso, anche se a ben vedere, particolarmente per il nucleare, è disperatamente demoralizzante constatare quanto sia ottusa la risoluzione dei problemi ognuno a casa sua.
- Bersani! Il PD! Le centrali a biomasse della Bassa Romagna. L'impulso alla rivalorizzazione del polo industriale di Ravenna. Rigassificatori. Terminal... ecco, appunto, terminal, lo sterminio controllato, pianificato scientemente dell'ambiente... "se noi non lo vogliamo". Purtroppo, a quanto pare, sembra proprio che noi vogliamo tutto questo; o, quanto meno, lo consideriamo una inevitabile pi[a|e]ga del destino.
- La P2, solo per fare un conosciutissimo esempio nazionale, ha sempre avuto tra gli obiettivi il controllo dei mezzi di informazione; è, c'ha insegnato burroughs, il controllo delle masse dalla stanza dei bottoni. Siamo alla "quarta generazione" degli impianti nucleari.
Per cui ho deciso di creare la sezione NoCleare dove raccogliere qualche appunto in proposito al fine di allestire una zona franca per i miei neuroni.
Una centrale nucleare sotto il culo: ecco come i romagnoli scopriranno il NIMBY
NIMBY, per chi ancora non lo sapesse, è l'acronimo di "Not In My Back Yard" ovvero, letteralmente "Non nel mio cortile": in pratica quando mi costruisci qualcosa di potenzialmente pericoloso dietro casa (una yard corrisponde circa a 0.9144 metri) inizio a preoccuparmi.
...
Dalle indiscrezioni che trapelano da ecoblog ed equologia uno dei siti presumibilmente individuati dal Governo Berlusconi per la creazione di nuove centrali nucleari in Italia è Ravenna...
(continua)
Antinucleare
To: "RES-ITALIA" <res@liste.retelilliput.org>, "GAS ITALIA" <gas@liste.retelilliput.org>
Cari abbonati al Bollettino culturale di REES Marche,
Vi inviamo oggi un numero monotematico molto importante, perché legato ad un tema di forte attualità: l'energia.
La posizione di REES Marche è da sempre favorevole all'uso delle energie rinnovabili e contraria all'uso dell'energia nucleare.
Per questo motivo abbiamo fatto un collage di 31 interventi che vanno in questa direzione.
http://web.resmarche.it/resmarche/articles/art_531.html
Certamente infinitamente molto altro si potrebbe dire e speriamo di poter continuare ad esprimerci su questo tema.
Il nostro intento è di collaborare a favorire la creazione di un movimento popolare di opinione, contrario al ritorno all'energia nucleare, favorevole al risparmio energetico, favorevole ad un forte incremento dell'uso delle energie rinnovabili, favorevole alla ricerche su questo tipo di energie e contrario alle atroci guerre che si stanno combattendo per l'accaparramento delle residue fonti fossili di energia.
Siete pregati di collaborare inoltrando questa mail ai vostri indirizzari.
Se conoscete amministratori pubblici, invitate i consiglieri comunali, provinciali e regionali a dichiarare "denuclearizzato" il loro territorio, attraverso una delibera di divieto all' istallazione di centrali nucleari.
Grazie per la collaborazione.
Gruppo "Comunicazione" di REES Marche.
PS Esprimete pure le vostre opinioni, anche critiche, e mandate i vostri contributi scrivendo all'indirizzo info@resmarche.it
Per visitare il nostro sito cliccate su: http://www.resmarche.it
Nucleare? No! Grazie!
sito
D . E . N . U . C . L . E . A . R . I . Z . Z . A . T . O .
...
Ci sono molti comuni denuclearizzati in Italia, comuni sovversivi, sobillatori, pericolosi organizzatori di energie alternative.
Ma non sono ancora abbastanza.
Chied(iam)o ai sindaci di esporre il cartello: "Comune denuclearizzato" sotto il nome del loro paese.
E' il miglior benvenuto per chi lo visita.
...
Mai più Scanzano Jonico ovunque in Italia
Pur restando chiuso e non aggiornato, il sito NoalnucleareinBasilicata resta online a memoria e ricordo di quelle giornate 'online' per Scanzano Jonico nel 2003. Ci auguriamo di non essere costretti a tornare mai online.
peak oil
From: toni_i
To: passisti dell'immaginario
... dopo il petrolio verrà meno anche la carne
toni_i, confermi, dall'alto del peak oil?
pero' pare che sotto l'esoscheletro
gli insetti siano ricchi di proteine
sono gia' sopravvissuti a molti surriscaldamenti e raffreddamenti del globo
ce la faranno anche questa volta
l'homo (in)sapiens forse no. dipende.
intanto da quassu' si gode di un panorama stupendo.
sentire i neoliberisti prendersela con le "speculazioni" sul barile
e' una delle piccole gioie che vale la pena di togliersi in vita
sentirli fantasticare su centrali nucleari, metano in adriatico, e altre fole
e' inebriante sentire russia e cina prendersela con gli usa
perche' la debolezza della sua valuta petrolifera
fa inasprire la spirale inflazionistica dei loro paesi
e' sensazionale.
la mano invisibile del mercato c'e'
e' quella che sta prendendo a pugni gli aedi del libero capitalismo
il rimbombo incessante
delle pubblicita' di auto
risuona simpatico
come lo sgocciolio della cagarella
siamo gli estasiati spettatori della fine di un'era
sappiatelo
un giorno ne faremo racconti epici
baci e bici
toni_i
Il nucleare e la democrazia che non serve a nulla (o, peggio, serve quando fa comodo)
"Uomini che negli ultimi vent'anni si sono ripetutamente macchiati del più grave delitto che un uomo possa commettere: uccidere una parte della natura che li circonda per trarne profitto. Questo delitto è il peggiore perché chi lo compie non ha neppure il buonsenso per capire che, alla fine, uccide se stesso e i propri figli. Inquinare le acque è un crimine stupido, come è stupido fare la guerra. Io non accetto la facile e provocatoria teoria di quelli che dicono: siamo tutti inquinatori, chi più chi meno. Respingo questa tesi perché è falsa. Nessuno mi ha mai chiesto se volevo far parte di un mondo pieno di veleni in cambio di qualcosa che altri hanno battezzato benessere. Nessuno lo ha mai chiesto a milioni di altri uomini come me. Se ciò fosse stato fatto, voglio dire, se fossimo stati interpellati, forse avremmo risposto che un simile mondo non ci poteva piacere. Ma non ci interpellarono."
È uno scritto di Mario Albertarelli, quasi dimenticato narratore di natura, acque, fiume e pesci. Mi viene spesso in mente. E mi strappa un sorriso amaro sapere che ritorneremo nucleari. A noi, inteso come italiani, l'avevano chiesto, nel 1987, se volevamo l'energia nucleare. Avevamo detto di no, ma evidentemente la democrazia è solo una parola che riempie la bocca quando la si deve esportare in qualche paese lontano.
http://www.michelemarziani.org/appuntidiviaggio/articolo.asp?articolo=136
In BC sfrontatamente felici
ieri mattina mi sono alzato che non avevo voglia di andare alla marcia per il clima, ce ne avevo un senso di colpa latente. poi sento radiopopolare che dice che alla manifestazione probabilmente parteciperà anche la sindaca letizia moratti. ho avuto una sorta di rigurgito antifascista. sono andato sul sito del http://www.comune.milano.it e m'è balzato in faccia lo spottone
I temi Expo al prossimo G8 in Italia
Moratti-Frattini: Tutela ambientale, sviluppo sostenibile, sicurezza alimentare ed energie rinnovabili saranno al centro della prossima presidenza italiana del G8 nel 2009
Tutela ambientale, sviluppo sostenibile, sicurezza alimentare ed energie rinnovabili. Sono questi, ha sottolineato il Ministro degli Esteri, Franco Frattini, i temi al centro dell'Expo 2015 di Milano e che il Governo inserirà anche come temi prioritari della prossima presidenza italiana del G8 nel 2009.
allo stesso tempo la notizia ans(((i)))a G8: Nucleare, Italia torna nel club
va bene, ok,
ognuno può dire quello che vuole,
tutto, l'incontrarioditutto, avanti, indietro, a destra e sinistra
con perfetti tuffi carpiati nel nulla.
così, in pochi anni, mi trovo ad essere decisamente meno sovversivo
rispetto a tanta gente che ho sempre considerato
fascista, reazionaria, spaventosamente cinica, spietatamente dominatrice.
no, no, no...n c'è dubbio
Il pianeta sta bene. E' la gente che è fottuta
si avvicina l'ora di pranzo
e scopro che l'enel, che se non sbaglio ha in programma la costruzione di ultraecologiche centrali atomiche, in questa pagliacciata di settimana per l'ambiente inaugura, dopo mesi di presenza, il suo bel muro verde in fronte al museo diocesano, danno le piantine alla pupaglia che si reca, con sorveglianti appresso, negli appositi recinti del parco.
'fanculo
decido così d'aggregarmi alla cm prevista in partenza dalla nostra p.za.
non ce la faccio a starmene a casa mentre il mondo s'accartoccia su se stesso accompagnato da una tragicomica sceneggiata della specie umana.
voglio, per lo meno, in questa fantastica giornata per l'ambiente, mettere un qualche stuzzicadente nelle ruote a quest'ingranaggio... m'ammasso!
eppure, nonostante i mille motivi per scraventarsi in strada a scatenare un pò di sano kaos disegnando percorsi alternativi (rispetto agli alvei cementati che ci toccano), eravamo in pochissim*, non eravamo neppure massa; abbiamo ugualmente sbiciclettato un pò e poi ci siamo disciolti nel concentramento omoverde.
guardandomi intorno, mi sembrava tutto un pochino una festa popolare di paese
... Letizia Moratti arriva a Porta Venezia. «Sono qui per l'ambiente, ma rispetto tutte le manifestazioni», dice riferendosi al Gay pride, che non incrocia mai. Il governo Berlusconi spinge sul nucleare. Lei no: «Penso che sia un tema difficile da affrontare. Risposte sicure non ce ne sono», frena. Una passeggiata tra gli stand e la rassicurazione che l'impegno della città per il clima esiste: «Abbiamo calcolato che il Festival dell'ambiente causerà l'emissione di 1.200 tonnellate di Co2: abbiamo acquistato altrettanti crediti Kyoto per un valore complessivo di 31.800 euro, e pianteremo 1.600 alberi in città»...
Transition Towns
From: "Alex Foti"
To: radical-europe <Radical-europe@listes.agora.eu.org>,
- > dopocritical mass milano - crew <http://www.inventati.org/criticalmass/> ::: <cm-milano@inventati.org>
I ribelli contro i combustibili fossili si costituiscono in rete, cercando di sostituire l'azione politica, sinistramente e pericolosamente inattiva.
Rischia di diventare il fenomeno internet dell'anno: un'organizzazione dal basso, formata da privati cittadini, con un sito collaborativo (wiki), si propone di colmare un vuoto lasciato dalla politica ufficiale, inerme e schiava delle pressioni dei petrolieri, e progettare la civiltà del dopo-petrolio, nel segno della "decrescita energetica".
L'iniziativa è partita l'anno scorso da due cittadine anglosassoni: Kinsale, in Irlanda, e Totnes, nel Devon; ora sta lentamente contaminando varie municipalità del Regno Unito. Si chiama Transition Towns (città di transizione) e sta guadagnando sempre maggiore visibilità nella rete. Le comunità che hanno aderito sono per il momento una quindicina, ma ciò è comprensibile, dato il notevole impegno richiesto.
Come ogni movimento che si rispetti, ha un capo carismatico: il docente universitario Rob Hopkins, che fa da coordinatore. Sulle riserve petrolifere Hopkins è uno dei pessimisti, uno di quelli che pensano che entro cinque anni il petrolio raggiungerà il picco di Hubbert, ovvero l'inizio del declino della capacità estrattiva. Secondo questa previsione, non c'è un "piano B".
L'era del petrolio sta volgendo precipitosamente verso la fine. Poiché non abbiamo ancora trovato un'altra fonte di energia sufficiente a sostituirlo, la sola risposta razionale è progettare la nostra decrescita energetica.
Occorre pensare a una vera e propria economia di guerra: "La vita del dopo-petrolio sarà molto diversa da quella attuale", sostiene Hopkins.
"È bene evitare di riporre speranze in soluzioni impossibili", incalza Hopkins, "come l'idrogeno, per esempio". Per far circolare a idrogeno o a batteria le auto di una nazione come la Gran Bretagna occorrerebbero sessantasette centrali nucleari, oppure una centrale eolica più grande dell'intero Galles.
I biocombustibili? Altra bufala: servirebbero venticinque milioni di ettari di terreno coltivato a colza, vale a dire quasi cinque volte la superficie coltivabile del Regno Unito. E bisogna pur mangiare.
L'agricoltura attuale, più che produrre combustibili, sembra sia più votata al loro consumo: fertilizzanti sintetici derivati dal petrolio, pacciamatura con teli di plastica, pure derivati dal petrolio, e un sistema di produzione accentrato in grossi distretti monocolturali, che riforniscono interi continenti, tanto per consumare un po' di carburante in più.
Non tutti la pensano come Hopkins: George Monbiot, editorialista del Guardian, vicino al movimento dei townies, è convinto che il picco di Hubbert sia soltanto "relativamente vicino". Potremmo avere da dieci a trent'anni davanti a noi, tenuto conto anche delle riserve di carbone.
Ma il cambiamento climatico, dovuto all'eccesso di CO2 in atmosfera, si farà sentire pesantemente ben prima del picco.
Al di là dei leader, è l'iniziativa dei singoli a costituire la forza del sistema. Ogni comunità sviluppa le proprie proposte, e le mette a disposizione di tutti, in pieno rispetto della filosofia hacker.
Vi sono agricoltori e commercianti biologici che si interessano anche del tragitto dei loro prodotti, associazioni di cittadini che progettano di interrare tubi per estrarre dal sottosuolo calore d'inverno e frescura d'estate.
Le proposte fioccano: vietare la pubblicità che stimola i consumi, installare pale eoliche, chiudere gli ipermercati, isolare termicamente le abitazioni, convertire appezzamenti inutilizzati in orti, piantare alberi come i noci, in grado di costituire fonte di cibo per eventuali emergenze alimentari, di abbattere efficientemente grandi quantità di anidride carbonica, ed essere eventualmente bruciati per produrre energia.
Ma non ci si limita alla bio-architettura. Le proposte abbracciano anche profondi cambiamenti nelle relazioni economiche, come l'introduzione una moneta sociale, che possa essere spesa solo per prodotti dell'economia locale, a minimo chilometraggio, oppure l'assegnazione a ogni prodotto di un punteggio, in relazione al peso del carburante impiegato per produrlo e portarlo a destinazione.
vedi anche la nota 2008.05.26#1
Dal 19 al 29 agosto 2008 PAEA organizza...
un viaggio alla scoperta delle Transition Towns inglesi e del Centro per le Tecnologie Alternative in Galles Le "Transition Towns" sono una rete di di piccole città, che stanno riconvertendo le attività di produzione, di consumo e di servizio verso forme più indipendenti dai combustibili fossili. Il capostipite di questo movimento è Totnes, una piccola cittadina nel Devon, nell'estremo sud-ovest del Regno Unito. L'incontro con Rob Hopkins, uno dei responsabili del progetto, servirà per capire quali sono i passi per guadagnare l'autosufficienza, nell'intento di ottenere maggiore ricchezza e soddisfazione di vita, con metodi ispirati alla permacultura. Il termine utilizzato è quello di "resilienza", ovvero la maturata capacità di ogni città nel resistere con le proprie "difese naturali" alle avversità provenienti dall'esterno per tutto quello che riguarda il cibo, l'energia, l'occupazione o l'economia. Seguendo l'assunzione che l'era dei combustibili fossili a basso prezzo sta giungendo a termine, il modello si sta espandendo anche oltre la Gran Bretagna e sta contagiando tramite la sua visione positiva sempre più persone. A complemento del viaggio tutto inglese nelle Transition Towns è previsto un soggiorno di 5 giorni al famoso "CAT" (Centre for Alternative Technology) a Machynlleth nel Galles, dove è possibile misurarsi con le tecnologie di risparmio, il riciclo dei rifiuti, la bioedilizia, il micro idroelettrico e l'impiego di biomasse come combustibile. Fondato alla metà degli anni settanta il "Cat" rimane fra i più importanti e grandi centri al mondo nel campo delle tecnologie alternative, delle fonti rinnovabili, del risparmio energetico e idrico, della bioedilizia, della didattica e della tutela ambientale.
Corso residenziale dal 19 al 29 agosto 2008.
Per ulteriori informazioni e prenotazioni:
Associazione Paea Tel/Fax 0522/605286, info@paea.it
20 anni fa
24 - 26 Aprile 1986: due esplosioni colpiscono la centrale nucleare di Chernobyl
Nell'aria vengono liberate sostanze radioattive, in quantità da 100 a 400 volte maggiori della bomba di Hiroshima. La maggior parte della contaminazione colpisce la Bielorussia, a 16 km dalla centrale, poi l'Ucraina e la Russia.
oggi, 26 Aprile 2006
Migliaia di persone soffrono per l'esposizione cronica alle radiazioni e manifestano problemi alla tiroide, malformazioni, ed altre malattie derivanti dalla contaminazione che colpisce gli alimenti e la vegetazione. Senza contare la gravissima crisi economica che ha portato gran parte della popolazione colpita in condizioni di estrema povertà. Gli effetti più gravi si manifesteranno nei prossimi 10 anni, quando, si prevede, nasceranno i figli di coloro che erano bambini nel 1986.
CERNOBYL CHI DIMENTICA E' COMPLICE
26 aprile 1986-26 aprile 2006
Nonostante il disastro di Cernobyl del 26 aprile 1986 abbia causato centinaia di migliaia di morti e di malattie connesse all'esposizione non solo in Biellorussia, e che il reattore di Prijat ha trasportato nel vento radioattività in tutta Europa. L' Italia ha detto NUCLEARE MAI PIU', grazie alle lotte del movimento contro il nucleare e al referendum popolare. Troppo spesso però continuiamo a sentiar parlare di energia nucleare, come soluzione alla crisi energetica, dimenticandosi che la crisi energetica attuale è il frutto di una guerra sporca ed ingiusta.
Milano 26 aprile 2006
giornata milanese contro il nucleare per non dimenticare Cernobyl
ore 10 presidio
contro la banda dell'atomo davanti agli uffici dell'ENEL Piazza Cordusio.
perchè l'ENEL nonostante che i cittadini Italiani siano contro il nucleare ha acquistato il 66% della compagnia elettrica SE della Slovacchia,comprese 2 centrali nucleari quella di Mochovce e quella di Bohunice.
Ore 18.00 mostra fotografica su Cernobyl
aperitivo con Afonso Pecoraro Scanio Presidente dei Verdi galleria d'arte Blancheart piazza S.Ambrogio 4 inaugurazione mostra di Elio Colavolpe (foto Emblema)
"A vent'anni quel che rimane"
Ore 18.30 dibattito
MILANO:QUALE ENERGIA PER IL XXI SECOLO?
intervengono:
- Fabbrizio Fabbri: responsabile Verdi politiche sull'ambiente
- Roberto Zaghen: amici di Beppe Grillo
- Riccardo Germani: esecutivo dei Verdi milano e candidato al consiglio comunale