il settembre scorso, alla mostra/mercato "filo lungo filo un nodo si farà" che si tiene al villaggio leumann (torino), ho avuto l'occasione di fare incetta di lana di tosa lavata di vari tipi di pecore, tra cui l'astrakan.
Crudeltà animale: pellicce fatte con i feti di agnello - la storia delle pellicce di questo animale è oltre modo crudele, se non sbaglio le madri vengono uccise, squartate e il cadavere dell'agnellino che portano in grembo viene scuoiato al fine di ottenere preziose pellicce, una roba di una crudeltà infinita che mi ricorda il processo di ottenimento della seta, anche se in questo caso il sacrificio animale è "solo" del nascituro.
'somma, a parte questa notiziuola allegra, noto dalla rete che questo inverno e il prossimo l'astrakan va alla grande, ma, a parte queste noiose frivolezze, il vello che mi sono procurato è caratterizzato da bellissime sfumature di grigio e la sua lavorazione mi ha molto appagato
dopo averlo cardato e filato c'ho fatto un maglione/stola, cioè una sorta di pettorina, di quelle che ormai stanno diventando il mio modello preferito, però questa volta ho aggiunto le maniche
è realizzata in un unica striscia a "grana di riso" con uno scollo quadrato leggermente accentuato sul davanti e degli scali in prossimità dei girimanica i quali sono stati ripresi a maglia rasata con un gioco dei ferri. . . del 6, chè ho voluto rendere meno rigido possibile il risultato, difatti questo pelo non è assolutamente soffice, ma proprio di quelli che mi piacciono a me, ruvidi, decisi. . .
esiste pure il punto astrakan che magari proverò in un prossimo lavoro