Posts Tagged ‘globalrevolution’

Appunti per un concetto di abitare "esteso"

Silvia

Il concetto di abitare "allargato" ha come sua meta finale ideale l' "Abitare la Terra", accomodarsi in essa come a casa propria.

Leggeri soffi in questa direzione sono stati fatti:

Abbiamo fatto azioni per Abitare i luoghi pubblici, i parchi urbani specialmente, con il progetto "Le Madri", che intendeva porre la cura come azione principale del abitare e con Yurtha Urbana, far maglie-preghiere in Laboratori Mobili.

Abbiamo fatto azioni per Abitare il Paesaggio, con Miraggi Permanenti, che vedevano centro dell' azione sia un aspetto contemplativo inattivo che un più attivo fare maglie in natura, come ideale Laboratorio Itinerante.

Abbiamo curato con piccoli interventi Paesaggi Extra-urbani, con semine fatte da Genitori Giardinieri, e paesaggi urbani con risistemazioni artistiche Narimaki.

A ritroso il luogo più vicino a noi, che non avevamo ancora affrontato, ma che è per ora il meno abitato in senso allargato è proprio il pianerottolo di casa nostra, l' androne, il cortile.

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God Save The Green

Il tema del film è di stringente attualità e di grande portata politica, sociale, culturale. Moltissime sono le esperienze che ci fanno dire che un film che abbia come punto di partenza gli orti urbani e la sicurezza alimentare é urgente e necessario. Esistono orti sui tetti di grattacieli e palazzi, orti nelle scuole, esistono giardini nelle crepe urbane, negli slum, campi coltivati ai margini delle periferie disagiate e impoverite, orti comunitari nelle periferie di città grandi e piccole, orti nei sacchi di juta, nelle bottiglie di plastica riciclate. Non si tratta di un ritorno a un'utopia agreste o bucolica, all'arcadia dell'agricoltore, ma di una travolgente e globale risposta politica e culturale al declino e alle storture del modello consumistico.

http://godsavethegreen.it/italiano/

Vivere senza lavoro, nuove resistenze

La peggiore delle crisi è quella dell'immaginazione. Generalmente, perfino chi perde un lavoro salariato che umilia la sua dignità, non riesce a pensare a nulla che vada oltre la necessità di «conservare» la propria sopravvivenza. La crisi del sistema sottopone l'enorme massa di persone che vive senza un lavoro salariato – e non può aspettare di trovarne uno – a un inedito e violento attacco ai mezzi di sussistenza. Il sistema che ci domina, per riprodursi, ha nuovi bisogni: avvelenare l'acqua (con le miniere in Perù), sterminare i pesci (con l'eolico in Messico) e varare altre attività vandaliche necessarie alla costruzione di mega-impianti e grandi opere (contro le quali si muovono diversi movimenti territoriali). I «senza lavoro», allenati a inventare percorsi nuovi e (fr)agili per procurarsi da vivere, non hanno nulla da conservare, sono costretti a creare nuove forme di resistenza

Vivere senza lavoro, nuove resistenze | Comune-infoComune-info

La Terra Trema presenta Simone Massi

2012-11-09 ven 21:00 al cinema Mexico, via Savona 57 – Milano

La Terra Trema ha il piacere di riabbracciare a Milano, una volta ancora, Simone Massi. Animatore resistente.

SIMONE MASSI

È Storia di un uomo, Simone, che è riuscito a raccogliere la memoria di sé e il vissuto di tanti altri. È Storia di Resistenza, partigiana e materiale, della terra; di chi la lavora, l'attraversa e vive. È Storia di un quotidiano resistere, battersi.

http://www.simonemassi.it

L'OPERA | LA NARRAZIONE

Da oltre 15 anni il lavoro di Simone Massi è tratto e solco, un seminare coraggioso di mani e di fatica, è un curare con costanza e passione ardente; è attesa, gioia e dolore; è raccogliere meraviglia; è sapore di terra e odore di cartuccia.

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Orti e giardini condivisi, come fare? Arriva la guida

"Se pensate che il vostro quartiere debba essere migliorato - scrivono gli autori nelle prime pagine - [. . .] la prima cosa da fare è parlarne con altre persone: i vostri vicini, i commercianti, gli amici". . .

"Stiamo puntando i riflettori su una realtà che esiste - ha spiegato Luca D'Eusebio di Zappata Romana - fatta di una collettività che si impegna quotidianamente". Il rappresentante dell'Associazione ha fatto presente che quando è stato avviato nel 2010 il progetto di coordinamento cittadino delle varie esperienze di orti urbani e giardini condivisi, si contavano appena quaranta realtà, oggi il numero tocca già quota cento. Un aumento così significativo si spiega soprattutto con il risveglio di una società cittadina che ha ripreso coscienza dello straordinario valore dei beni comuni e ha la volontà di ridisegnare nuovi rapporti con le istituzioni.

I partecipanti al progetto degli orti urbani considerano questa esperienza come una delle tappe di un percorso più ampio che ha come obiettivo la riconquista del diritto alla partecipazione diretta del cittadino nella gestione dei beni e degli spazi. . .

Orti e giardini condivisi, come fare? Arriva la guida | Eco-vicinato - ilCambiamento.it

handmade houses

alla ricerca del libro handmade houses
mi sono andato a rivedere le belle foto relative tra le quali mi appuntato la seguente

http://tinyhouseblog.com/wp-content/uploads/2010/06/colchu.jpg

perchè mi stimola ad utilizzare gran parte degli infissi che abbiamo nei capannoni,
magari per la realizzazione della "serra", ma pure nelle altre aprti della casa

ce ne è pure (almeno) una relativa ad una casa di christiania
e m'ha dato da pensare pure agli ecovillaggi;
alla possibilità di dichiarare zona franca l'area di lugo, con tanto di insegna, di località liberata

How an Abandoned Market Garden Was Occupied (Video)

When anti-runway campaigners squatted an old market garden near London's Heathrow, it caused quite a stir. From debate over whether the Transition Movement should leave politics at the door to a dawn raid on the eve of the Royal Wedding, there's been plenty of drama to follow.

But there's been a quieter, equally important version of this story—as witnessed by the neighbors who welcomed these squatters into their community—reclaiming abused and abandoned land and using it for the common good can have a powerful impact.

http://www.treehugger.com/culture/how-abandoned-market-garden-was-occupied.html

Siamo stati in Val di Susa e abbiamo capito

Siamo stati in Val di Susa ospiti degli abitanti della valle: insegnanti, agricoltori, pensionati, studenti e abbiamo visto:

Un luogo attraversato da due strade statali, un'autostrada, un traforo, una ferrovia, impianti da sci, pesanti attività estrattive lungo il fiume.
Persone che continuano a curare questo territorio già affaticato da infrastrutture ed attività commerciali e cercano di recuperare un rapporto equilibrato con l'ambiente e la propria storia.
Una comunità che crede nella convivialità e nella coesione sociale e coltiva forti rapporti intergenerazionali.

Abbiamo capito che in Val di Susa non è in gioco la realizzazione della ferrovia Torino-Lione, bensì un intero modello sociale. . .

http://siamostatiinvaldisusa.wordpress.com/

An Urban Farm in a Concrete Jungle

[ MAKE ] . . . Prospect Productions recently interviewed Kennon Kay, Director of Agriculture at the 47-acre Queens County Farm Museum. . .

I often find myself mumbling, /"Only here"/

. . . normal ends when Kennon enters the gates to her job. There, inside those gates, the wail of noise, of sirens, horns, jackhammers and trains are replaced by the high-pitched chirp of chickens, the grunting of pigs, and the sway of the breeze through the acres of green. . . her office.

(continua)

Diaz – Don't Clean Up This Blood e The Summit

*Il giornalismo di inchiesta di Fracassi e Lauria e Diaz di Daniele Vicari ricordano a Berlino "la più grande sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dalla fine della seconda guerra mondiale"*

  • Diaz tenta di mostrare da più punti di vista ciò che avvenne dal momento in cui al G8 di Genova del 2001 le autorità persero qualunque forma di autocontrollo sospendendo di fatto la legge, suggerendo che in quei giorni balenò per la prima volta una minaccia assolutamente attuale: il volto di una certa Nuova Europa.
  • The Summit indaga sulla rete di menzogne dietro l'assassinio di Carlo Giuliani e sul ruolo degli infiltrati neo-fascisti nella escalation di violenza del luglio 2001 a Genova, analizzando la brutalità di precedenti interventi "di stato" in occasione di altri summit internazionali, da Brokdorf a Napoli, passando per Göteborg e Seattle.

tratto da filmakersmagazine.it

lettera scritta da Enrica Bartesaghi, madre di una delle vittime della scuolla Diaz e Bolzaneto, al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano pubblicata su http://www.eilmensile.it/

Diaz, La Vera Questione

La proiezione a Berlino del film "Diaz" - che non abbiamo ancora visto - scioccherà probabilmente molte persone: sarà più facile capire perché riteniamo intollerabile, per un paese democratico, che la polizia di stato non abbia mai ripudiato quella brutale operazione, che non ha causato morti solo per caso. Si è anzi tentato di coprire e negare gli spaventosi abusi di potere con una imbarazzante e vergognosa catena di menzogne e falsi.

I vertici di polizia di questo decennio - rimasti peraltro pressoché invariati - portano tutta la responsabilità per avere reso possibili quei fatti e per essersi rifiutati di prendere provvedimenti seri per ristabilire la dignità e la credibilità del corpo di polizia. Il fatto che i governi dell'ultimo decennio abbiano assecondato questa condotta rende il quadro ancora più grave.

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TAV - l'inutile Torino-Lione inguaia l'Italia

(Movimento per la Decrescita Felice)

Caro professor Monti, ci ripensi: la Torino-Lione non serve a niente e in più contribuisce a mettere in crisi l'Italia. Dopo l'appello di 150 docenti universitari al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a mobilitarsi sono ora quattro super-tecnici, decisi a chiedere al premier quello che finora è sempre mancato: spiegazioni accettabili. . .

(continua)

Il "Teorema Caselli" contro la Val di Susa. Non passerà

[Fra i tanti comunicati contro la retata che ha condotto all'imprigionamento di 26 militanti NO TAV, e a indagini o arresti domiciliari ai danni di tanti altri, scegliamo di pubblicare quello della Rete TimeOut Bologna, denominazione che raggruppa studenti, precari, lavoratori, militanti dei centri sociali. Da notare la sempiterna presenza, al comando dell'operazione, del procuratore Giancarlo Caselli, ormai specialista in "ratonnades". Fu incredibile la violenza con cui cercò di reprimere il movimento "No Gelmini". Il perché lo ha spiegato lui stesso a Rai News 24: "Non bisogna abbassare la guardia". Di qui l'arresto di un tale quasi settantenne perché mezzo brigatista quarant'anni fa, di un tal altro perché figlio di brigatisti, di un terzo ancora perché fondatore di un centro sociale. Sembra "Il deserto dei Tartari" di Buzzati. Caselli sta di vedetta in attesa di un ritorno dei fantasmi che fecero la sua gloria. Non sarà deluso del tutto: tornano, sì, ma non sono fantasmi, e non sono gli stessi. Rifletteremo su questi temi in maniera più ampia. Accontentatevi dell' anteprima.] (V.E.)

Finché il bosco continuerà a camminare non saremo contaminati dalla paura

(continua)

International Privacy Day <2012-01-28 sab>

EFF:

TODO Fighting data retention mandates around the world

2012-01-28 sab

https://eff.org/r.3Q7 #CPDP2012 #EP #stopspying

la Settimana della Terra e dei Semi <2012-01-25 mer>

Scambio di semi e di esperienze di terra.
Se hai delle sementi "fatte in casa", vieni a scambiarle e a diffondere conoscenze pratiche su coltivazione/riproduzione/conservazione.

TODO Scambio di Semi ed Esperienze di Terra

2012-01-25 mer

Incontro pubblico c/o C.S.A. CAPOLINEA v. Volta, 9 Faenza

Se è buona cosa coltivare un orto, non solo per "sapere quello che mangiamo", ben più importante è seminare i propri semi, farli circolare, conservare vecchie varie delle piante a noi utili: una pratica diffusa fin dall'antichità e oggi quasi rivoluzionaria.
In un mondo in cui politica, industria e finanza usano l'agricoltura per i loro interessi e giocano con gli esseri viventi brevettandoli, manipolandone i geni, quotandoli in borsa, vietandone la riproduzione, etc. salvare un seme significa, i piccolo, salvare il pianeta.
Saranno presenti individualità ed esperienze a confronto quali ad es. "Cuori in terra", "Terra e libertà" e tanti altri . . .

DONE Biologico, Organico e O.G.M. ai giorni nostri

CLOSED: 2012-02-07 mar 09:16

Incontro pubblico c/o Spazio Libertario "SOLE E BALENO" sobb. Valzania 27 (vicino a P. Santi) Cesena

Riflessioni, spunti critici e delucidazioni con la partecipazione di B.Zavalloni

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A/I Needs You (io oggi ho fatto la mia donazione) <2012-01-18 mer>

UNO SU MILLE CE LA FA

Bilancio Associazione Investici
Schema riassuntivo 2011
Totale Donazioni: 6.500 E
Totale Spese: 12.000 E
Saldo: -5000 E

Che importanza dai alla tua casella di posta elettronica da 1 a 10? Il tuo sito che utilita' ha da 1 a 100, e il tuo blog, la mailing list che segui, la chat?

http://cavallette.noblogs.org/files/2012/01/zerocalcare.jpg

A/I conta almeno 10.000 utenti, intorno al milione se contiamo le mailing list. Per esistere, per pagare i server e la connettivita', al collettivo servono circa 12.000 euro all'anno. 1,2 euro per ciascun utente, se tutti si ricordassero di quanto abbiamo bisogno dei loro contributi.

Ma il problema e' che non tutti se ne ricordano, anzi, nemmeno un decimo pensa a sostenerci nel corso dell'anno. Eppure le caselle di posta vengono lette ogni giorno, Noblogs e' una piattaforma molto attiva e anche i siti web, le mailing list e gli altri servizi non scherzano.

Fra questi servizi ora ce n'e' un altro: prima di fare i conti volevamo proporvelo come regalo per l'anno nuovo. Ma a quanto pare il 2012 potrebbe davvero essere l'anno dell'apocalisse se smettete di pensare a sostenerci. Per cui il servizio lo mettiamo a disposizione, ma dovevamo prima sottolineare che questo e altri gingilli tecnologici forniti da A/I potrebbero scomparire se non rispondete al nostro appello.

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Il Passaparola di Alessandro Bergonzoni

La prima rivoluzione è una rivelazione

Fai l'attore, fai l'autore, fai l'artista e poi quando hai finito i tuoi spettacoli, i tuoi libri, le tue mostre, le tue rappresentazioni cosa succede? Bisogna cominciare a andare nelle scuole, nelle scuole è molto tardi, nei licei è tardi, all'università è tardissimo, bisogna andare alle scuole elementari, è tardi anche alle scuole elementari, bisogna cominciare a andare negli asili nido, anche negli asili nido è tardi, bisogna andare durante il rapporto proprio a dire: ascolta, per poter raccontare un "racconto", una narrazione non un dogma, nessun dogma è l'opera che preferisco. . .

(continua)

Manifesto per la terra e per l'uomo

[ Movimento per la Decrescita Felice ]

Il 15 novembre è uscito in libreira il "Manifesto per la terra e per l'uomo" di Pierre Rabhi, algerino, nato nel 1938, il "contadino poeta" guru dell'agroecologia e fondatore dell'associazione Terre & Humanisme

Pierre Rabhi è un personaggio straordinario, una delle figure di riferimento per la cura e la tutela della terra.

L'Orto in Campania | RI-FESTIVAL

Il progetto de L'Orto in Campania al Centro Commerciale Campania è frutto della mente di 9 architetti laureandi e 2 agronomi dottorandi delle Facoltà di Architettura e Scienze Agrarie dell'Università Federico II, età media 25 anni, che si sono confrontati sulle criticità di un giardino che doveva essere estetico, funzionale, didattico, simbolico, ecologico e soprattutto aperto a tutti i tipi di fruitori.

Amsterdam è una farfalla

presentazione del romanzo Amsterdam è una farfalla martedi 29 novembre, ore 18:30, Libreria Centofiori Piazzale Dateo, 5 Tel 02 7381670

Ne approfittiamo dell'occasione per autocitarci e per ripassare un pò di storia di bici, città e rivoluzione, grazie ad uno sfacciato copia e incolla dal sito di un grande facinociclista fiorentinoi, a sua volta copiato dallo stesso guarnaccia, che sarà presente martedi sera in libreria

Biciclette bianche e altro di Matteo Guarnaccia

. . . La patafisica, il movimento anticipatore del surrealismo creato dallo scatenato Alfred Jarry è indissolubilmente legato alla sua fiammante bicicletta da corsa. La scoperta dell'LSD da parte dello scienziato svizzero Albert Hofmann nel 1943 è tutt'uno con la sua mitica pedalata fatata per le vie di Basilea. Difficile pensare alla lotta di popolo dei vietnamiti senza lo strabiliante sistema di rifornimento condotto da sgangherate biciclette che attraversavano i sentieri nella giungla portandosi in groppa persino gli obici. Uno degli strumenti infallibili per misurare la civiltà di un paese è lo spazio che esso offre ai propri ciclisti (paesi scandinavi in testa, paesi mediterranei in coda).

In Olanda agli inizi degli anni ‘60 in pieno boom automobilistico, proprio quando tutti, ma proprio tutti, sognavano la loro bella quattroruote, si fanno notare degli strani personaggi che vanno totalmente controcorrente.

Sono i Provos, un gruppo di anarchici dadaisti e zuzzurelloni, a cui spetta la palma di avanguardia di quella contestazione giovanile che verso la fine del decennio infiammerà l'intero occidente. I Provos nutrivano un senso di frustrazione e di rigetto nei confronti della società consumista e alienante, per usare le loro parole, si sentivano in questo mondo "come ciclisti su un'autostrada". Scelsero la bicicletta come santo strumento tribale, arma comunitaria contro i comportamenti antisociali degli automobilisti che agivano (e agiscono) indisturbati contro l'ambiente coperti dalla grande industria e dalla polizia.

Gli automobilisti amorevolmente coccolati dagli spacciatori di petrolio e dai cementificatori, erano (e sono) il "braccio armato" di uno stile di vita che ormai andava inesorabilmente modellando la geografia del pianeta. Il piano era (ed è) distruggere il tessuto umano dei quartieri storici creando un mondo in cui fosse impossibile andare a scuola, al lavoro, a far la spesa, a curarsi e a divertirsi senza poggiare il culo su un autoveicolo, senza pagare il balzello all'industria e allo stato e senza devastare il territorio).

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global petition for a free and open Internet

Right now, the US Congress is debating a law that would give them the power to censor the world's Internet creating a blacklist that could target YouTube, WikiLeaks and even Avaaz! Now if we stand with key members of the US Congress, we can defeat this attempt at global Internet censorship.

Sign the petition

Accesso alla terra: una proposta concreta

[ Movimento per la Decrescita Felice ]

Campiaperti, Bologna

All'interno di Campiaperti è nato un gruppo di lavoro sull'accesso alla terra che attraverso la rete nazionale di "Genuino Clandestino" si è collegato ad altre persone e realtà che in tutta Italia condividono questioni pratiche e una visione comune.

(continua)

Salviamo il paesaggio e Prepariamoci a detestare il buono che avanza

[ La Terra Trema ] Il 29 ottobre 2011, nel nostro territorio, a Cassinetta di Lugagnano, è stato presentato il Forum Nazionale "Salviamo il paesaggio, difendiamo il territorio", assemblea a cui hanno aderito e partecipato oltre 500 persone, centinaia di associazioni e movimenti provenienti da 17 regioni italiane.

Il Forum vuole sviluppare sensibilizzazione in merito al consumo di territorio agricolo e fermare l'avanzata di cemento e asfalto. La prima azione concreta vuole essere l'elaborazione di una proposta di legge di iniziativa popolare che arresti lo scempio e tuteli paesaggio, suoli e territori. Da subito abbiamo accolto questo Forum positivamente.

Su media e all'assemblea di presentazione abbiamo saputo della presenza di Slow Food e del suo fondatore Carlo Petrini. Una presenza per noi fuori luogo. Consideriamo Slow Food veicolo di una visione di agricoltura gravemente elitaria, che si apre solo alle belle forme di un pubblico agiato e poco dialoga con i forzati dell'hard discount; veicolo di un'Expo ancora poco trasparente, che a tutt'oggi e malgrado tutto puzza ancora di cemento, appalti e affari poco chiari. Slow Food nel nostro territorio, anche se sollecitata, non ha mai preso posizione contro quei progetti infrastrutturali che minano queste terre, come la Milano-Malpensa, o il progetto per l'inceneritore. Malgrado abbiano eletto Abbiategrasso a Città Slow ci hanno risposto in più occasioni di "non voler far politica". Con queste premesse oggi Petrini e Slow Food vogliono effigiarsi a paladini della tutela del paesaggio e della difesa dei territori del paese intero!?!

Siamo intervenuti durante il forum in modo determinato per chiarire le nostre ragioni e quelle di altri partecipanti, tra i promotori, gli agricoltori del territorio e non solo. La nostra idea di paesaggio è frutto di un percorso lungo 10 anni e ha a che vedere con il lavoro dei contadini del nostro territorio e di tutta Italia, con i movimenti di cittadini che qui si sono uniti contro tangenziali e inceneritori, ha a che vedere con le lotte che abbiamo attraversato in Val Susa. Abbiamo un'idea di paesaggio che è indissolubile dalle persone che il paesaggio lo attraversano, lo vivono e lo determinano; e collochiamo l'idea astratta di un bel paesaggio al centro concreto di un luogo che ha anzitutto imparato ad accogliere e ascoltare. Tutti.

Pensiamo che la tutela del paesaggio, quando è concreta ed efficace è atto rivoluzionario, è rivolta, ma che è concreta ed efficace solo quando smuove la terra, quando vive e freme nei territori, quando crea nuove modalità di confronto, nuovi canoni sociali, nuovi modi di vivere la comunità. Pensiamo di dovere imparare dalla Valsusa, dalle persone della Valsusa, dai loro sguardi, dai volti dei vecchi e dei figli, non dagli evanescenti pacchetti preconfezionati dai "brand" di settore, dalle tessere associative o di partito. Pensiamo che siano quelle lotte, anche aspre, difficili che bisogna supportare, che queste siano argomento di tutti, e che altrimenti sarà feuilleton, esercizio di stile, azione effimera ed inefficace.

Ci sta a cuore perché è nella nostra storia e nelle nostre corde, ma non ci basta più essere solo coproduttori, non è più sufficiente, non siamo gli acquirenti onesti e coscienziosi della decrescita felice, siamo gli incazzati, siamo gli stravolti da politiche insulse che ci hanno portato fino a qui. Di tutto questo difficilmente troverete traccia su giornali e televisioni. Le rivoluzioni, i bei cambiamenti, le svolte storiche non passeranno dalle testate dei giornali, e dalle televisioni. Per questo saranno per noi più belle e reali. Comunque vadano a finire. Se ritenete continuate a guardar bella televisione di sinistra e a leggere i professionisti dell'antipolitica, dell'anticasta, dell'antiberlusconismo. Continuate. Noi vi suggeriamo di preparvi a detestare il buono che avanza.

Folletto 25603 / La Terra Trema

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LANGHE DOC Storie di eretici nell'Italia dei capannoni

[ La Terra Trema ] Un documentario di Paolo Casalis

"Un pastore, un produttore di pasta, una produttrice di vino. Tre storie di eretici, perché pensano e agiscono in modo diverso, per raccontare il degrado sociale culturale e paesaggistico dell'Italia dei capannoni, secondo la definizione data nel film da Giorgio Bocca. Quelle di Maria Teresa, Silvio e Mauro sono storie di chi ha intravisto un futuro che non gli piaceva e lo ha rifiutato. Sfide ancora aperte che forse non saranno mai vinte: loro si muovono in una direzione, il mondo in un'altra, del tutto opposta"

http://www.langhedoc.it

The Omnius Manifesto

A Program for the Occupy Movement Something to Be For

In order for change to happen it is not enough to be against greed or even for stricter government regulation and corporate accountability, you have to have a program, a plan to make this change. And this program has to be well thought out, rooted in a deep understanding of the present system and a high but also practical vision of the changes that have to be made. The whole systems economics paradigm of the Omnius Manifesto is that vision and is a true plan of action to change the system that forms not only our economy, but also our very consciousness.

Over two decades ago, Dr. Jeff Eisen started to develop his ideas and techniques to shift human consciousness. In time these crystallized into Omnius and PsychoNoetics, and in the past year have been embodied into the PsychoNoetic Science Institute (PSI). Two years ago Jeff drafted the Omnius Manifesto, his proposal for a way of shifting human consciousness by shifting the present economic paradigm, but it is not until now, with the birth of the Occupy Movement, that the energy has arisen that could make it become a reality. As the Occupy Movement well understands, now is the time for humans to realize their oneness and their unity with earth. In our fragile world that threatens to break apart in so many ways, it is crucial to recognize our common enemies that can only be conquered if we pool our resources and proceed as "everybody-all-at-once."

The Omnius Manifesto not only details what needs to be done, but also explains how to do it and why it must be done that way. It is a true integral solution, one that will completely revise the economic paradigm and benefit the 99% of humanity being represented by the occupy movement, including the billions of people employed by the national and multinational corporations. But the solution is larger than the Occupy Movement presently imagines. Shifts in consciousness do not come about without serious intervention and as long as we are ruled by a system which is incompatible with the well-being of humanity and the ecosystem which supports it, we will be at psychological odds with ourselves.

We can try to change human consciousness, but the truth is we are not going to succeed very well if we neglect to change the system that forms it. In fact, for the most part the very people who are trying to change things eventually face the choice of either bucking the system and being made powerless by it, or joining and being corrupted by it. Truly the only hope is to change the system itself.

There are many proposals on how to fix the capitalist system and the corporations it spawns, but most are looking to either elevate the consciousness of management (with the idea that an increase there would trickle down the ladder of corporate practices), or elevate the consciousness of consumers (with the idea that informed buying would influence corporate practices from the bottom up.) Despite the considerable merits of these initiatives, we fear they are doomed to only a moderate success, so long as the way that the corporations profit does not reflect their consumption of resources, both natural and human.

Instead, the idea of profit must be redefined

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