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ALCUNE QUESTIONI DI METODO

1) SITUAZIONE. Spesso si discute sull'argomento: "è l'attuale una situazione rivoluzionaria, prerivoluzionaria o non rivoluzionaria (e dove?)?". E si risolve, per lo più, la questione con una famosa citazione di Lenin che definisce la "situazione rivoluzionaria". Ma ciò appare a prima vista troppo poco. Perché il problema di fondo non é (o non é solo) quello di elencare gli aspetti della situazione che consentono di definirla come rivoluzionaria (o non), ma quello di definire in generale il concetto di "situazione". Questa é un'importante questione di metodo.

2) COSE. Per "cose" si intendono "realtà" (o meglio "frammenti di realtà") per definizione identici a se stessi, a meno di scomparire ed essere sostituite da altre "cose". Ambiguamente si suol dire che le "cose" diventano altre "cose". Ma, rigorosamente, se si usa il concetto di "cose", quando il bambino (cosa) é diventato adulto (cosa), il bambino non esiste più (se non come storia-memoria, del resto ipotetica, dell'adulto). Le cose, in quanto tali, non "diventano" niente, sono o non sono identiche a se stesse. Quelli che "diventano", come vedremo meglio, sono i "rapporti". Quella della realtà costituita da "cose" non é una concezione del materialismo dialettico. E' una concezione metafisica della realtà che presenta una rilevante caratteristica. Quella di, ordinariamente, distinguere due livelli di "cosalità": quello della cosa come appare e quello della cosa come "veramente" é. Questa distinzione é il carattere più classico di ogni metafisica. La scienza della realtà, secondo la metafisica, diviene così la scienza delle "cose" come sono, e non di come "appaiono". La metafisica può assumere molti sorprendenti aspetti, alcuni dei quali sono, stranamente, presenti anche fra i comunisti. Per esempio "dio" é la "cosa", anzi l'unica "vera cosa" che spiega tutte le altre "cose" della realtà. Per esempio "l'inconscio" é la vera cosa che spiega il "conscio", il "sistema nervoso" (cioè una pura astrazione scientifica) é la vera cosa che spiega i "moti dell'anima", le "differenze fisiologiche fra i sessi" sono la vera cosa che spiega il comportamento fra i sessi, ecc. Fra i comunisti, invece, é corrente una particolare forma di metafisica, che presenta qualche vantaggio rispetto alle precedenti, ma che nondimeno resta una metafisica. Secondo questa metafisica, le forze produttive ed i rapporti di produzione sono, in una condizione data, quelli che sono e spiegano atteggiamenti e comportamenti delle forze di classe che vi sono inserite e che li riflettono nella loro coscienza. Il vantaggio di questo genere di metafisica, che non ha nulla a che vedere con il materialismo dialettico ed il marxismo-leninismo, é, comunque, quello di consentire una spiegazione della realtà che tenga conto della sua, più o meno bene intesa, storia, e del suo, più o meno bene prospettato, futuro, nonché dei diversi aspetti della sua complessa unità. Questo genere di metafisica, corrente anche fra i comunisti, é quello che, per brevità, chiamiamo materialismo meccanicista o materialismo "volgare".

3) IDEE. Il concetto di "idea" é quello di una "espressione della mente umana" che, a seconda di una progettualità differentemente definibile (secondo diversi punti di vista) definisce la realtà e vi esperimenta la sua capacità di operare. Anche questa concezione ha i suoi peculiari versanti metafisici e le sue peculiari varietà, alcune delle quali presentano anche certi peculiari vantaggi. Inutile dire che questa concezione non ha nulla a che vedere con il marxismo-leninismo e con il materialismo dialettico, benché, anche essa, abbia un certo corso fra i comunismi. Nelle sue peculiari varietà, questa concezione della "realtà" (perché di questo si tratta, benché ciò possa apparire, in un certo senso, paradossale), ora le "idee" sono proprie dell'individuo umano (e la libertà assoluta, in termini di possibilità materiali e di assenza di vincoli costrittivi sovrastrutturali, costituirebbe il fondamento di ogni "diritto umano"), ora di una cultura nazionale (di un popolo/nazione), ora di frazioni della psiche (liberamente connesse oltre le frontiere della individualità corporea, dunque fra "individui diversi"). Il versante metafisico di questa concezione è, abbastanza ordinariamente, rappresentato dall'opinione che sia sommamente scientifico indagare sulle "idee vere", le "idee eterne" che stanno "dietro" alle "ideuzze volatili" che i vari livelli di soggettività prescelti si formano, "di volta in volta e luogo per luogo". La versione di questa concezione che corre anche fra comunisti é quella secondo cui la classe rivoluzionaria è quella costituita dai soggetti dotati di una "coscienza rivoluzionaria", cioè dai ribelli di ogni sorta e banda. Questa forma di concezione della realtà per il tramite delle "idee" presenta comunque il vantaggio di poter leggere un, presunto, passato della realtà, ed un suo, presunto, futuro, in una chiave di globalità (il che non è poca cosa), la globalità delle sorti degli "infelici", dei "dannati della terra". Questo genere di concezione, con le sue versioni più marcatamente metafisiche, è quello che, per brevità, chiamiamo soggettivismo idealista o "costruttivismo radicale".

4) RAPPORTI. Il materialismo dialettico, il marxismo-leninismo (con il fondamentale contributo del pensiero di Mao Tse-Tung), impone una visione della realtà radicalmente diversa da quelle del materialismo meccanicista e del soggettivismo idealista, e non una presuntamente fattibile sintesi fra i due. Tale concezione implica una visione della realtà per cui essa è un tutto globale, che "cose" ed "idee" sono pure astrazioni, di discutibile valore scientifico, e che l'unica astrazione utilizzabile è quella realtiva alla identificazione di rapporti dialettici, cioè, esi si, momenti di trasformazione, di un "diventare" continuo e senza posa. Secondo questa concezione, che è la nostra, non ha alcun senso definitivamente scientifico parlare di "cose", o di realtà "materiali" (in senso volgare) ed ancora meno di "idee" (nel senso di libere escogitazioni soggettive, che danno "forma" alla realtà). La realtà non è un insieme di "cose" e di "idee". Essa è una cosa sola, nella quale la identificazione di singole cose (dio, il sistema nervoso umano, la fisiologia di uomini, animali, vegetali e minerali, la descrizione per qualità e quantità delle forze produttive, la descrizione "sociologica" - cioè semplicemente statica - dei rapporti di produzione, gli impulsi psichici, etc.) e di singole idee (libero pensero e libera iniziativa, coscienza nazionale e popolare, emozioni, libere associazioni di idee e comportamenti creativi, etc.) appaiono semplicemente come astrazioni di astrazioni di scarso valore scientifico. Cioè astrazioni dell'unica "astrazione" scientificamente utilizzabile, quella costituita dalla identificazione di una rete di rapporti dialettici, che anteceedono la astratta determinazione di "cose" ed "idee", e che costituisce nella sua unità concreta (l'unica concretezza reale e concepibie rigorosamente) la realtà, appunto la "situazione in generale", quella rivoluzinaria, quella prerivoluzionaria, quella non rivoluzionaria, il suo quando ed il suo dove. Solo in un "rapporto dialettico" (cioè perpetuamente mutante, "diveniente") trova una soluzione sensata (nel senso: che ha senso) la interminabile questione dell'oggetto e del soggetto. Oggetto e soggetto sono astrazioni di un rapporto che "per suo carattere diviene". Che vede soggetto ed oggetto come unità concreta di prima ed astratta approssimazione all'unità concreta reale della situazione globale del presente e del qui stesso, dove trovano spiegazione le problematiche ragioni del suo passato e le problematiche prospettive del suo futuro. E' "un oggetto che pensa se stesso" e, allo stesso ed identico momento, un "se stesso che si pensa come oggetto". Così, allo stesso tempo, il bambino è un'ineludibile oggettività di fatti e ragioni che pensa se stessa come adulto, e così "diviene" adulto, e l'adulto è un'ineludibile oggettività di fatti e ragioni, che si pensa come frutto di una infanzia. Ma questi essere e pensare a nulla concludono scientificamente, fuorida una lettura difficile e complessa della globalità, essa stessa diveniente, nella quale il diventare adulto di un bambino proletario è altra cosa del divenire adulto di un bamabino di famiglia borghese. Questo è solo un esempio, altri se ne potrebbero fare.

5) ANCORA LA SITUAZIONE. Dunque è radicalmente sbagliato descrivere una situazione concreta in modo concreto attraverso un elenco dei cosiddetti indici economici, come è radicalmente sbagliato descrivere una situazione concreta in modo concreto attravrsos il catalogo degli infelici e dei "ribelli". Una situazione è rivoluzionaria o non lo è (o è "prerivoluzionaria"), a seconda di come essa è nei suoi rapporti che esattamente la compongono (in pratica i rapporti fra le classi e fra le frazioni di classe di cui ogni classe è composta) globalmente si intende. Questo è il senso della troppo spesso malgiocata citazione di Lenin, sui sintomi di una "situazione rivoluzionaria". Può anche darsi che il nostro linguaggio non sia quello della vulgata accademmica marxista, ma ciò che solo ci interessa è che il nostro discorso sia espressione oggi comprensibile della concezione del materialismo dialettico, del marxismo-leninismo (con il contributo fondamentale del pensiero di Mao).

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