Pescomaggiore prima e dopo
Pescomaggiore è un piccolo borgo di origini altomedioevali alle porte del Parco Nazionale del Gran Sasso – Monti della Laga, ad una decina di chilometri da L'Aquila.
Il sisma del sei aprile ha distrutto buona parte delle abitazioni e del patrimonio storico-culturale.
Il 6 aprile alle 3 e 32 anche noi abbiamo perso la casa.
I tempi lunghissimi dell'emergenza e della ricostruzione rischiano di portare all'abbandono del paese, già semi-spopolato dall´emigrazione. Invece di attendere abbiamo preferito rimboccarci le maniche, per poter continuare ad abitare la nostra terra ed il nostro paese, per ricostruirlo da subito insieme ad un futuro comune. Nella cosapevolezza che abitare non concide solo con avere una casa quella che sia.
Come nasce il progetto EVA
Una parte di residenti e di oriundi, già prima del terremoto, aveva dato vita al Comitato per la Rinascita di Pescomaggiore, per migliorare la qualità della vita e recuperare l'abitato storico con campagne di informazione, attivando processi partecipativi ed avviando microprogetti nel campo dell'agricoltura, del turismo e della convivialità artistica.
Dopo il sei aprile il Comitato ha deciso, coerentemente con il proprio obiettivo diventato emergenza, di realizzare un villaggio autocostruito e autofinanziato per consentire a più famiglie possibili di Pescomaggiore di restare a vivere nel loro paese.
Eva e le case di paglia
Su progetto degli architetti Paolo Robazza e Fabrizio Savini del BAG studio mobile e con l'assistenza tecnica di Caleb Murray Burdeau, esperto in bioarchitettura, si è deciso di realizzare, su terreni concessi in comodato da alcuni compaesani a poche centinaia di metri dal paese, un villaggio di bilocali e trilocali low cost ed a minimo impatto ambientale nel rispetto delle vigenti norme anti-sismiche ed edilizie. . .